Il mare del Carso

 

Polo museale del Friuli Venezia Giulia

in collaborazione con Coop. Gemina

presentano

100 MILIONI DI ANNI FA: IL MARE DEL CARSO

PRESENTATO MERCOLEDI’ 30 AGOSTO AL PALAZZO DELLA SOPRINTENDENZA DI TRIESTE (PALAZZO ECONOMO) LA NUOVA E SORPRENDENTE TECONOLOGIA PER LA VISIONE IN 3D SENZA L’USO DI SPECIALI OCCHIALINI – MESSA A PUNTO DALLA COOPERATIVA GEMINA, LA STESSA CHE GESTISCE IL SITO PALEONTOLOGICO DEL VILLAGGIO DEL PESCATORE – CHE PER LA PRIMA VOLTA MOSTRA COME SI PRESENTAVA IL MARE 100MILIONI DI ANNI FA DANDO UN VOLTO AI PESCI E AI MOLLUSCHI CHE HANNO POI COSTUITO I SEDIMENTI SU CUI È FORMATO L’ALTOPIANO DEL CARSO TRIESTINO. PRESENTI FLAVIO BACCHIA RESPONSABILE SCIENTIFICO DI GEMINA, L’ARCHITETTO MAURIZIO ANSELMI PER IL POLO MUSEALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA, E L’ASSESSORE REGIONALE GIANNI TORRENTI

foto fornita da Volpe e Sain

TRIESTE- Il Polo Museale del FVG ha presentato mercoledì 30 agosto, a Palazzo Economo a Trieste la nuova iniziativa della Cooperativa Gemina (che gestisce il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore). Si tratta di un’inedita e modernissima applicazione tecnologica tridimensionale che con l’uso di speciali schermi da 50″ consente di visionare, senza l’utilizzo di occhialini speciali, la perfetta ricostruzione in 3D dell’ambiente marino di 100 milioni di anni fa, periodo coevo alla vita del dinosauro Antonio, il notissimo adrosauro scavato nella zona del Villaggio del Pescatore, nel Comune di Duino Aurisina in provincia di Trieste.

Il Carso è formato in gran parte da rocce calcaree formatesi alla fine dell’Era Mesozoica (quella dei dinosauri) tra circa 100 e 65 milioni di anni fa. Queste rocce sono il risultato di una lenta deposizione di sedimenti sul fondo dei mari che occupavano la nostra zona a quei tempi. I mari mesozoici erano popolati da creature anche bizzarre, completamente estinte, ma che sono quasi sempre visibili su tutti gli oggetti, naturali o artefatti, in cui è presente la roccia del Carso. “Non si era mai tentata una ricostruzione moderna dell’ambiente marino che ha consentito la genesi del nostro altopiano”, ha spiegato il paleontologo Flavio Bacchia, responsabile scientifico di Gemina. “Con il supporto dell’Università degli Studi di Trieste e di quella di Chieti sono state interpretate alcune delle più significative forme di vita di 80 milioni di anni fa. Impresa non facile, realizzata a partire da dati parziali (le parti molli degli organismi mal si conservano allo stato fossile). I risultati raggiunti, che rappresentano il massimo consentito allo stato attuale della conoscenza scientifica, sono stati modellati tridimensionalmente e composti in una visione sottomarina del Mare del Carso”.

Per la prima volta, quindi, una tecnologia tutta triestina permette è di ammirare un acquario virtuale dove sono presenti e si muovono in modo naturale animali vissuti in un passato lontanissimo. Una visione 3D senza la necessità di occhiali speciali, fattore che rende unica questa tecnologia. L’acquario rappresenta anche il mare che i dinosauri Antonio, Bruno, Zdavko e gli altri giganti presitorici del Villaggio del Pescatore vedevano e sulle cui sponde forse zampettavano, come testimoniano le numerose impronte rinvenute in Istria.

La presentazione di questo nuovo strumento divulgativo ha fornito anche l’importante occasione per fare il punto sullo status delle iniziative a supporto della visibilità dell’importantissimo sito paleontologico del Villaggio. Dopo gli anni degli scavi di Antonio, infatti (1996-1999), a partire dal 2001 le attività di ricerca e valorizzazione son state sospese, come ha spiegato l’architetto del Polo Museale del Friuli Venezia Gulia architetto Maurizio Anselmi, che in conferenza stampa ha rappresentato il Direttore Luca Caburlotto. Tra il 2013 e il 2017 la cooperativa Gemina, a seguito di accordi con la proprietà del terreno, ha svolto un’attività di valorizzazione sul campo e di divulgazione dei valori scientifici del sito, senza sostegni economici da parte delle Istituzioni e senza che l’attività di scavo sia mai stato ripresa.

“Il programma di rilancio del sito paleontologico del Villaggio del Pescatore passa attraverso la ripresa degli scavi per l’estrazione dei dinosauri ancora presenti e anche attraverso la realizzazione di strutture di accoglienza e di visita più stabili ed organizzate in attesa di un Museo del territorio che, coniugando paesaggio e risorse paleontologiche, induca il processo di riqualificazione del sito, attualmente degradato”, ha spiegato Anselimi. Le competenze dei Polo museale del Friuli Venezia Giulia – organo periferico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dipendente funzionalmente dalla Direzione Generale Musei – contemplano l’agevolazione alla fruizione e alla valorizzazione dei beni culturali presenti nel territorio: proprio in questa direzione si è fornito il supporto tecnico e culturale per la promozione del sito paleontologico del Villaggio del Pescatore.

Parole positive per il superamento di una stasi che coinvolge il prezioso sito paleontologico sono arrivate dall’Assessore regionale Gianni Torrenti: “il rilancio e la valorizzazione del sito paleontologico del Villaggio del Pescatore a Duino deve essere preceduto dalla necessaria ripresa degli scavi, visto che si tratta di una delle aree più importanti a livello internazionale per la presenza di significativi reperti preistorici”. Nel ribadire l’interesse e l’attenzione della Regione verso il sito di Duino, anche “in chiave di attrattività turistica dell’intera zona”, Torrenti ha sottolineato che “mentre lo scavo e la tutela dell’area esulano dalle competenze regionali, ma rivestono carattere di priorità, è certamente strategica la realizzazione di una sinergia istituzionale che permetta la valorizzazione del sito. In questo senso, la musealizzazione tradizionale potrebbe risultare inadeguata, viste le molteplici strutture espositive presenti in regione. La buona riuscita di questa operazione di utilizzo e sviluppo del sito dell’ex cava calcarea passa attraverso la ricerca, l’innovazione e la sperimentazione, ambiti capaci di innescare meccanismi virtuosi e in cui Trieste eccelle. La Regione – ha concluso l’assessore – si farà certamente parte attiva in questo programma di rilancio”.

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