Come cavalli che dormono in piedi

“Paolo Rumiz, autore e protagonista di Come cavalli che dormono in piedi ripropone alla Sala Bartoli dal 14 al 18 dicembre, la produzione dello Stabile regionale premiata da grande successo. L’attore Adriano Giraldi ed il musicista Stefano Schiraldi accompagnano il giornalista e scrittore nell’itinerario fra drammi e utopie di chi combatté sul fronte nord-orientale nel 1914”.

Dopo una serie di applauditi “sold out” registrati lo scorso anno e una tournée costellata di successi ritorna alla Sala Bartoli dal 14 al 18 dicembre Come cavalli che dormono in piedi, di e con Paolo Rumiz dall’omonimo romanzo pubblicato nel 2014 (ed. Feltrinelli).

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, che vede in scena accanto allo stesso autore e giornalista l’attore Adriano Giraldi e il musicista Stefano Schiraldi tratta un tema appassionante, storico ma anche di grande coinvolgimento emotivo, grazie all’affascinante cifra scelta per la messinscena: un itinerario fra le memorie ma fatto anche di frammenti musicali, di poesia fra le vicende, i sogni e le utopie di chi nel 1914 combatterono sul fronte nord-orientale, nelle nostre terre.

Come cavalli che dormono in piedi, infatti «narra l’epopea dei “ragazzi” che nel ’14 combatterono sul fronte orientale, portando la “divisa sbagliata”» spiega Paolo Rumiz. «Triestini, goriziani, dalmati, sloveni, croati, trentini chiamati a combattere dall’Aquila a due teste e che poi furono cancellati dalla storia scritta per mano delle nazioni vincitrici. La Grande Guerra, insomma, narrata da quegli italiani che l’hanno persa. Dal racconto emerge una riflessione ironica e spesso drammatica sul tempo attuale che vede nuovamente l’Europa percorsa da tensioni disgregatrici e la macchina dei reticolati rimettersi in moto come un secolo fa dai Balcani all’Ungheria e alla Polonia. Il Narratore ritorna, con un pesante zaino sulle spalle, per cercare una narrazione nuova capace di risvegliare la memoria di un evento pericolosamente rimosso. Egli cerca non la commemorazione e tanto meno la celebrazione fatta di bandiere e fanfare, ma un’evocazione, dando vita a una sorta di seduta spiritica mediante il racconto, il canto, il riso e la malinconia, riabilitando strumenti antichi come la magia del fuoco, la libagione e la declamazione sulla tomba dei Caduti. L’unico modo, forse, per riaccendere nei vivi una sana paura della guerra e l’amore per una patria comune chiamata Europa».

Storia e attualità si annodano, dunque in questo interessante spettacolo, riproposto “fuoriabbonamento” ma per il quale possono essere spese le “stelle”: il debutto è in programma mercoledì 14 dicembre alle ore 21.

Si racconterà – rimarca ancora Rumiz – «Una generazione mitica, vissuta solo un secolo fa, ma più vicina ai guerrieri di Omero che agli uomini fragili dell’età contemporanea.
Racconteremo quindi la Luna grande di Galizia, i suoi fiumi, i suoi piccoli cimiteri militari incantati, le sue foreste misteriose dove betulle nate un secolo fa stanno sull’attenti come granatieri, davanti al nostro rito di accensione dei lumini dei Morti e cantano inni sommessi di gioia e resurrezione. Pronunceremo i nomi dei “ragazzi” di allora, faremo sentire le loro ninne-nanne, l’odore dei loro cibi e le parole delle loro lettere dal fronte. E rileggeremo l’Europa nei colori struggenti del tramonto, un’Europa che grazie a quei Caduti non abbiamo mai vista così bella e in pericolo».

Paolo Rumiz è accompagnato in scena dall’attore Adriano Giraldi. Accanto a loro, il chitarrista Stefano Schiraldi (che firma le musiche dello spettacolo) interpreta al ritmo sincopato del blues alcune delle ballate che l’Autore dedica ai soldati di allora, incluso il nonno mai conosciuto, e i fanti del Tricolore, che all’inizio della storia invitano il viaggiatore a esplorare senza paura le terre del nemico in una sorta di conciliazione “post-mortem”.

Grande narratore, osservatore sensibile della storia e della nostra realtà di confine, Paolo Rumiz è una firma importante del giornalismo italiano che attraverso un linguaggio ricco di vibrazioni emotive ha conquistato un vasto pubblico di lettori. Alle sue ricerche, alla sua capacità di raccontare sono stati affidati progetti importanti dedicati al tema della Grande Guerra, che è anche al centro di Come cavalli che dormono in piedi.

Come cavalli che dormono in piedi va in scena alla Sala Bartoli mercoledì 14 dicembre, giovedì 15, sabato 17 alle ore 21, venerdì 16 alle 19.30 e domenica 18 alle ore 17 si tiene l’unica pomeridiana.

Per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

 

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