Convivenza bruciata

Roma, 9 febbraio 2011 – Raul, Fernando, Patrizia e Sebastian. Quattro bambini rom. Quattro vite, appena iniziate, già concluse nel rogo che ha avvolto la baracca dove vivevano in un campo abusivo a Roma.

Casilino 900 visto da dumplife (Mihai Romanciuc)
Casilino 900 visto da dumplife (Mihai Romanciuc)

Come si fa a non pensare che questa tragedia non sia il frutto di una politica quanto meno sbagliata da parte dell’amministrazione Alemanno? Un’amministrazione sorta sulla base dell’impegno ad espellere da Roma ventimila immigrati e sullo sgombero dei campi nomadi. Migliaia di persone sgomberate da campi enormi, come quello di Casilino 900, il più grande d’Europa. Moltissime di queste persone non hanno accettato di essere deportate in campi fuori dal raccordo anulare oppure semplicemente non hanno trovato strutture sufficienti del Comune che potesse accoglierle. Qual era allora l’alternativa? Ricostruire baracche in ogni luogo dove ciò fosse possibile, in condizioni igieniche e ambientali molto peggiori rispetto a quelle che erano state costrette a lasciare. La famiglia dei quattro bambini che hanno perso la vita aveva subito 30 sgomberi in 10 anni.
E ancora oggi, dopo quest’ultima tragedia, Alemanno non sa offrire altro che tende militari, ma ha anche la faccia tosta di pretendere dalle famiglie rom il rispetto delle regole, altrimenti “si potrà procedere anche all’affidamento dei minori”.
Di quali regole sta parlando questo sindaco parolaio se qui e ora la prima e fondamentale norma che è stata violata è quella costituzionale, che sancisce che ogni cittadino ha pari dignità sociale e che vengano tutelate le minoranze? In altre parole, proprio chi oggi sta violando la Costituzione pretende che vengano rispettate le  norme.
Ma ancor prima della Costituzione, qui sono in ballo le basi della convivenza. Non si tratta soltanto della pur necessaria integrazione che dovrebbe, per esempio, permettere a tutti i bambini, di qualsiasi etnia, di poter accedere all’istruzione e di cui invece non si tiene conto ogni volta si fanno entrare le ruspe per sgomberare un campo nomade o si espellono migranti perché reputati clandestini. Più a monte la questione riguarda la convivenza. E alla base della convivenza c’è il trattare l’altro come si vorrebbe essere trattati. E allora vorremmo chiedere:
Sindaco Alemanno, stai trattando gli altri come vorresti essere trattato quando mandi l’esercito e le ruspe a sgomberare chi è, per forza di cose, più debole di te? Stai trattando gli altri come vorresti essere trattato quando offri come unica alternativa tende militari e minacci di togliere i figli ai propri genitori?
Ma purtroppo Alemanno non è solo. Anche in altre città italiane si attua questa politica di natura discriminatoria. Alle spalle c’è un governo in cui ci sono molte persone che, pur di mantenere quello schifo di potere che hanno, sono disponibili a sostenere i sentimenti popolari più egoistici e indegni del genere umano. Che cos’è, se non questo, la Lega Nord?
Il tipo di società sostenuta da qualunque forza politica che non basa la propria azione sul trattare l’altro come si desidera essere trattati è destinata miseramente a fallire.
Raul, Fernando, Patrizia e Sebastian non sono stati trattati come vorremmo tutti essere trattati. Su questo non ci sono dubbi e la politica ha delle responsabilità enormi, sia chi governa, sia chi fa finta di stare all’opposizione.

Partito Umanista Internazionale

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