Corpi in fuga 🗓

“Otto talenti della danza si raccontano e danzano in “Corpi in fuga” il Galà prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con il Comune di Trieste per Trieste Estate e in scena al Castello di San Giusto il 23 luglio alle ore 21. Ne sono protagonisti Matteo Carvone, Anna Carvone, Thomas Giugovaz, Rosario Guerra, Francesco Piccinin, Erica Pinzano, Davide Sioni e Federico Zeno Bassanese che ha curato l’intero spettacolo”.

pilates_vicenza_0418, foto fornita da Teatro Stabile del FVG per Corpi in fuga

Si può trasformare in un grande, coinvolgente spettacolo di danza, un problema che attanaglia il futuro del nostro Paese, come la “fuga” dei giovani talenti verso le opportunità offerte all’estero?
Il teatro permette molte magie e nell’ambito della rassegna Trieste Estate, venerdì 23 luglio alle ore 21 lo spettacolo “Corpi in fuga” – prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con il Comune di Trieste Assessorato alla Cultura e al Turismo e in scena al Castello di San Giusto – mostrerà come anche questo sia possibile, contando sull’aiuto di Federico Zeno Bassanese e di sette straordinari ballerini… “in fuga”!

Dei giovani ricercatori e laureati che si affermano fuori dall’Italia si parla spesso, ma poco si riflette sul fatto che anche altri “talenti” nascono sui nostri territori, nelle accademie italiane e poi costruiscono le loro carriere lontano: sono artisti, ed anche Trieste, ed il Friuli Venezia Giulia ne contano parecchi. Il Teatro Stabile regionale ha affrontato una prima volta il tema, ad inizio stagione nello spettacolo “Voci in fuga”, con i talenti del musical impegnati sul piano internazionale. L’indagine si allarga ora al mondo della danza.

E anche questa volta, si affronta la questione con gli strumenti che il teatro possiede: un palcoscenico, le vibrazioni della musica e delle luci, e corpi perfetti di danzatori che eseguiranno trascinanti coreografie.

“Corpi in fuga” è un galà di danza molto particolare: possiede innanzitutto una dimensione classica, e cioè offre una serata di danza di alto livello, con “passi a due” e “solo” raffinati e suggestivi. Questi momenti di danza segnano le tappe di un percorso nel repertorio coreografico dal classico più delicato (il “Don Quixote” di Petipa) ad accese contaminazioni contemporanee (le corografie del triestino Matteo Carvone che si sviluppano tra il contemporaneo e l’Hip-Hop).

Parallelamente a tutto ciò lo spettacolo offre al pubblico un lato più innovativo, ossia l’occasione di conoscere le storie, fatte di impegno, dedizione, di successi e di passione degli otto danzatori che partendo da qui si sono creati una strada importante all’estero. Federico Zeno Bassanese, che è

 

l’anima della serata e ne ha disegnato il progetto, dalla sua Trieste è approdato al Magdeburg Ballet, Thomas Giugovaz è parte della Lubiana Ballet Company, Matteo Carvone ha danzato a lungo nel prezioso contesto di Monaco di Baviera, Davide Sioni e Rosario Guerra sono parte dell’Hannover Ballet e Francesco Piccinin ha assunto il prestigioso ruolo di solista all’Estonian National Ballet.

Il 23 luglio, danzano assieme, per una notte, al Castello di San Giusto.

In accordo alle raccomandazioni per il contenimento dell’epidemia, si consiglia di ricorrere in via preferenziale alla prenotazione e all’acquisto dal sito www.ilrossetti.it e alla biglietteria del Ticket Point di Corso Italia a Trieste. È attiva la biglietteria anche prima dello spettacolo al Castello di San Giusto.

“CORPI IN FUGA”

coreografie di Marco Goecke, Matteo Carvone, Monica Garcia Vicente, Anna Hop, Sabrina Massignani, Marius Petipa
con Matteo Carvone, Anna Carvone, Thomas Giugovaz, Rosario Guerra, Francesco Piccinin, Erica Pinzano, Davide Sioni, Federico Zeno Bassanese

spettacolo a cura di Federico Zeno Bassanese
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
in collaborazione con Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura e al Turismo – Trieste Estate 2021

Le coreografie:

  1. “Pas de Deux dal Don Quixote”
    Coreografia: Marius Petipa
    Musica: A. L. Minkus
    Danzatori: Erica Pinzano e Thomas Giugovaz Sinossi

    La trama del balletto narra del tentativo infruttuoso di un uomo molto ricco, Gamache (Comacho nel romanzo) di sposare la bella Kitri (Quitera) che invece si innamora di Basil (Basilio), un giovanotto del villaggio. Il padre di Kitri non vuole che sua figlia sposi Basil. Allora Kitri e Basil scappano e organizzano una festa in una taverna, ma il padre li vede e li insegue. Basil, visto il padre di Kitri, fa finta di essere in punto di morte. Kitri allora chiede l’approvazione del matrimonio prima che Basil muoia e il padre approva, Basil si alza da terra e dopo un po’ si festeggia con una gran festa coronata dal passo a due di Kitri e Basil.

  2. “Meditazione”
    Coreografia: Sabrina Massignani Musica: Jules Massenet Danzatore: Francesco Piccinin

 

Sinossi:
“Meditazione”, coreografia in chiave contemporanea, tratta dall’opera “Thais” di Jules Massenet, momento dedicato alla croce, simbolo di massima elevazione spirituale che ha ispirato questa coreografia, una pagina di grande lirismo che descrive il miracolo spirituale, la trasfigurazione estetica di quella che fu l’impurità terrena. È un messaggio di ascolto alla preghiera e al tempo stesso è la richiesta a ciò che sta al di sopra di noi tutti affinché possa conferire al nostro essere pace e redenzione.
È la componente artistica ed emozionale a prevalere in questa coreografia, dove la precisione tecnica e la dinamica del movimento sono sempre fondamentali per il lavoro coreografico.
La ricchezza di un altissimo contenuto spirituale, la purezza di movimento e una bellezza che riflette l’animo ‘salvato’ e totalmente distaccato dalle vanità terrene, appartengono a questo giovane interprete.

  1. “Mar adentro”
    Coreografia: Mónica García Vicente
    Musiche: Armand Amar, Ezio Bosso
    Danzatore: Davide Sioni
    Sinossi:
    «to swim out to sea and to not be able to come back. My memories burned inside of me. I am in the prison, the water is my prison, the water is my freedom. One day I will be able to come back». (Mónica García Vicente)
    Trad. nuotando nel mare senza la capacità di tornare in dietro. Le mie memorie bruciano dentro di me. Sono in prigione, l’acqua è la mia prigione, l’acqua è la mia libertà. Un giorno sarò capace di tornare.
  2. “Toy Story”
    Coreografia: Anna Hop
    Musica: Meredith Monk
    Danzatore: Federico Zeno Bassanese
    Sinossi:
    Coreografia presentata come “Premiere” per “Corpi in Fuga”. Giocattoli, metafora della vita. Cosa è il punto fondamentale della vita, dove mi ha portato questa vita, ad avere giocattoli, e se i giocattoli della nostra vita fossero i frammenti della nostra anima? Quanto costano e quale grado materiale devono assumere? Sono forse negazione del loro stesso esistere? Forse solo il divertimento, il semplice fatto di giocare, di assemblare quei pezzi che sono parte del nostro viaggio.
  3. “Infant Spirit”
    Coreografia: Marco Goecke Musiche: Antony and the Johnson

 

Danzatore: Rosario Guerra

 

Sinossi:
La coreografia “Infant Spirit” è un “solo” creato su Rosario Guerra da Marco Goecke, uno dei migliori coreografi internazionali del momento. È stata portata in scena nel giugno 2018 in una serata creata e ispirata ad artiste donne “Grandes Dames” per il Theaterhaus Stuttgart- Gauthier Dance Company. L’ispirazione di Marco, per questo solo, è stata la coreografa Pina Bausch. Rosario, con questo solo, viene nominato ben due volte Miglior ballerino dell’anno 2018 dal “Dance for you Magazine” ed è nominato per gli Oscar dei teatri tedeschi nella sezione Danza – “Der Faust” – come Ballerino dell’anno 2019.

6. “Let me dance”
Coreografia: Matteo Carvone
Musica: Nils Frahm
Danzatori: Matteo Carvone e Anna Carvone

Sinossi:
Coreografia presentata come “Premiere” per “Corpi in Fuga”. Due corpi che si confrontano sulla scena per la prima volta, i fratelli Anna e Matteo Carvone, vivono rispettivamente in Francia e in Germania da ormai 10 anni. Il rientro sulla scena nella loro città natale, Trieste, è un momento d’incontro tra i due dopo anni di esperienze diverse.
Due linguaggi fisici all’apparenza eterogenei si mescolano e si contrappongono in un uso dello spazio ipnotico e simmetrico, forse sono due emisferi cerebrali dello stesso cervello o due occhi della stessa persona che guardano alla vita.
“Let me dance” in italiano “lasciami ballare” vuol essere infatti un inno alla vita. L’urgenza di ballare, di esprimersi attraverso un corpo che danza freneticamente su un ritmo incalzante e crescente è un urlo alla libertà di espressione, di gioia, di genere. Uno spettacolo che evoca memorie vibranti, la danza rituale che avviene nei club ormai chiusi da più di un anno, dove molte persone danzavano insieme, divenendo un unico cuore e un unico polmone.
Sono colori, sono riflessioni, sono momenti in cui non dobbiamo dimenticare quello che la grande coreografa tedesca Pina Bausch ha riassunto perfettamente nella frase: «Danza, danza, danza, altrimenti siamo perduti».

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