È questa la vita che sognavo da bambino 🗓 🗺

Reduce dalla visione di Io Leonardo al cinema, rimango affascinata dall’ennesima prova di bravura dell’eclettico artista che sul palcoscenico per raccontarsi, narra la storia di tre grandi uomini saliti ai vertici della notorietà alcuni decenni passati.

Ironico al punto giusto, si prende in giro e scherza con il pubblico, soprattutto con le molteplici donne accorse per vederlo sul palcoscenico.

Nasce come personaggio grazie al suo ingresso alla Casa del Grande Fratello, dove si fa conoscere al grande pubblico. Da quel momento il suo percorso è un continuo successo, ma c’è da dire che è un uomo che si impegna moltissimo e si afferma grazie alla forza che contraddistingue il suo carattere. Una tenacia che dagli schermi televisivi l’ha portato a quelli cinematografici e poi sui palcoscenici italiani.

Non è da tutti gli attori cinematografici riuscire a mantenere la professionalità anche dal vivo, in un teatro, ma lui ci riesce benissimo.

Emoziona molto nei suoi racconti di montagna, di fatica, di successi e di fallimenti. La delusione e la paura, la gioia e la pienezza della soddisfazione, vibrano con lui durante i suoi racconti. Il pubblico rivive momenti vivi nella memoria e altri dimenticati, ascolta quelli sconosciuti e sorride con affetto per quelli noti. Lui, apprezzato anche per la sua bellezza, la fa scomparire per far spazio alla sua capacità.

Il Teatro Orazio Bobbio abbonda di pubblico. La sala è gremita, ma non si sente volare una mosca e quando racconta la paura di morire in alto a quella cima sopra quel burrone, un tremito scuote la sala, perchè pur non essendo gente di montagna, i triestini la amano al punto da avere tutti un brutto ricordo legato a qualche persona cara o a qualche notizia di cronaca che ha scosso la città.

Una serata che lascia soprattutto però la memoria di un momento lieto, nel vedere un attore capace recitare dei ruoli così diversi, ma così affini, nel comune legame d’esser tutti degli eroi. Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba ritornano nei loro momenti d’oro attraverso la voce di Luca Argentero, come se lui leggesse dentro le loro emozioni di quei momenti che hanno fatto la storia.

Luca Argentero, un uomo che insieme ai suoi compagni d’Università, ha messo in piedi un’organizzazione di aiuto sociale chiamata Un caffè Onlus e che, alla fine dello spettacolo, non lesina di toglier spazio ai suoi applausi per farla conoscere al pubblico.

Laura Poretti Rizman

 

SABATO 30 NOVEMBRE TRA GLI SPETTACOLI FUORI ABBONAMENTO DELLA CONTRADA 
LUCA ARGENTERO 
IN   “È QUESTA LA VITA CHE SOGNAVO DA BAMBINO?”

Sabato 30 novembre alle 20.30 Luca Argentero presenta il suo spettacolo fuori abbonamento Contrada al Teatro Bobbio “È questa la vita che sognavo da bambino”, per la regia di Edoardo Leo e con le musiche di Davide Cavuti,  nel quale racconta le storie di grandi personaggi dalle vite straordinarie che hanno inciso profondamente nella società, nella storia e nella loro disciplina. Raccontati sia dal punto di vista umano che sociale, con una particolare attenzione al racconto dei tempi in cui hanno vissuto. Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba, tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere varie generazioni di italiani.

Luisin Malabrocca, “l’inventore” della Maglia Nera, il ciclista che nel primo Giro d’Italia dopo la guerra si accorse per caso che arrivare ultimo, in una Italia devastata come quella del ‘46, faceva molta simpatia alla gente: riceveva salami, formaggi e olio come regali di solidarietà. Automaticamente attirò anche l’attenzione di alcuni sponsor, fino a farlo guadagnare di più l’arrivare ultimo che tentare la vittoria. In poco tempo è arrivata anche la popolarità. In lui le persone hanno riconosciuto l’anti-eroe che è nel cuore di ogni italiano, ma, insieme alla popolarità, sono arrivati nuovi sfidanti in una incredibile corsa a chi arriva ultimo.

Walter Bonatti, l’alpinista che dopo aver superato incredibili sfide con la roccia, il clima e la montagna, arrivato a oltre ottomila metri d’altezza, quasi sulla cima di una delle montagne più difficili da scalare del mondo, il K2, scoprì a sue spese che la minaccia più grande per l’uomo è l’uomo stesso; eppure la grande delusione del K2 lo ha spinto ancora più in là a mettersi alla prova in nuove sfide in solitaria, nuove scalate impossibili e infine a viaggiare in tutto il mondo. Tutto ciò per trovare la cosa più importante della vita: se stesso. 

Alberto Tomba, il campione olimpico che ha fermato il Festival di Sanremo con le sue vitto rie.L’insolito sciatore bolognese che con la sua leggerezza nella vita e aggressività sulla pista è arrivato a essere conosciuto in tutto il mondo come “Tomba la bomba”. Uno dei più grandi campioni della storia dello sci che ha radunato intorno alle sue gare tutta la nazione, incarnando la rinascita italiana forse illusoria, ma sicuramente spensierata degli anni ‘80. Tre storie completamente diverse l’una dall’altra, tre personaggi accomunati da una sola caratteristica, essere diventati, ognuno a modo proprio, degli eroi.

Scheduled Arte e spettacolo
Teatro Orazio Bobbio, 12/A, Via del Ghirlandaio, Barriera Vecchia-San Giacomo, Trieste, UTI Giuliana, Friuli Venezia Giulia, 34138, Italia Map

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.