Fabio Colussi, da Venezia ritorna a Trieste

FABIO COLUSSI DA TRIESTE A VENEZIA: DAL 22 NOVEMBRE LA MOSTRA PERSONALE DEL PITTORE TRIESTINO AL SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA DI TRIESTE

Pescatori - 2014 - olio su tela - cm. 35x50, foto fornita da Marianna Accerboni
Pescatori – 2014 – olio su tela – cm. 35×50, foto fornita da Marianna Accerboni

Dopo il grande successo della mostra di Venezia, da poco conclusasi, si apre il 22 novembre alle 18 al Salone d’Arte Contemporanea di Trieste (via della Zonta 2) la personale del pittore triestino Fabio Colussi, intitolata Da Trieste a Venezia e introdotta sul piano critico dalla curatrice Marianna Accerboni: in mostra più di una ventina di oli su tela inediti, realizzati con grande maestria dall’artista soprattutto nel 2014.
In questa rassegna – scrive Accerboni – Colussi ricostruisce con delicata e calibrata vena lirica il fascino del mare di Venezia e della laguna, accostandolo a quello della sua città, Trieste. La medesima, sottile inclinazione neoromantica, intrecciata a una personale e sensibilissima vena cromatica, caratterizzano le marine veneziane e quelle triestine: con grande abilità tecnica e avvalendosi di infinite velature, Colussi cattura l’ineffabile luce del golfo di Trieste e quella magica della città lagunare, consegnandoci un angolo di mondo, in cui poter sognare ancora, grazie al prezioso virtuosismo di questo poeta del paesaggio. Fino al 31 dicembre (orario: lun – sab 10 · 12 / 17 · 19/ dom su appuntamento/ info 335 6750946 – 348 8965899).

In queste pagine pittoriche – scrive Accerboni – Colussi ricostruisce con delicata e calibrata vena poetica il fascino di Trieste, di Venezia e della laguna, raffinando con equilibrio e perizia il suo luminoso e vivido linguaggio attraverso un colorismo avvincente e reale, che lascia tuttavia spazio anche al sogno.
Memore di una vena neoclassica, che appartiene culturalmente a Trieste, l’artista prosegue in modo del tutto personale l’antica tradizione di pittori e vedutisti attivi a Venezia nel ‘700 quali Francesco Guardi e Canaletto, vicino al primo per ispirazione poetica e al secondo per l’interpretazione più razionale dei luoghi. Ma, agli esordi, Colussi ha guardato anche ad altri pittori e vedutisti, in questo caso giuliani, come Giuseppe Barison, Giovanni Zangrando, Ugo Flumiani e Guido Grimani, tutti in un modo o nell’altro legati alla grande tradizione pittorica e coloristica veneziana, che rappresentava un importante punto di riferimento, nel secondo ottocento e nel primo novecento, accanto all’Accademia di Monaco, per gli artisti triestini.
Altro fulcro fondamentale fu infatti per loro anche la cultura austro-tedesca. E non a caso nelle opere di molti di questi compare spesso una luce azzurro-grigia, che più che un colore rappresenta un’atmosfera, una sorta di evocazione di quello “sturm und drang” (tempesta e impeto), che nel mondo germanico pose le basi del Romanticismo: punti di riferimento che costituiscono delle interessanti chiavi di lettura della pittura di Colussi, in particolare per quanto riguarda la sua interpretazione del tema della veduta marina, che l’artista rivisita attraverso intuizioni, luminosità e ispirazioni che alludono istintivamente anche alla cultura visiva mitteleuropea. 
Oggi poco più che cinquantenne, il pittore è riuscito così nel corso del tempo a comporre una propria maniera intensa e precisa, ma nel contempo sobria ed essenziale. Che fa vivere il paesaggio soprattutto della luce (diurna o notturna che essa sia), ottenuta attraverso ripetute e raffinate velature e un cromatismo deciso ma morbido.

Equilibrio e sensibilità caratterizzano i suoi dipinti, nei quali Colussi sa legare molto armoniosamente il linguaggio del passato con le esigenze di linearità di quello moderno. Ne escono delle vedute marine spesso intrecciate a luminosi paesaggi urbani,   composizioni che poggiano la loro veridicità sulla storia e sulla luce, in cui le antiche e raffinate architetture si fondono con un cielo e un mare intensamente azzurri, mentre le lagune riflettono, sempre attraverso la luce, la pace e l’atarassia che pervade quei luoghi.
Fabio Colussi nasce a Trieste nel 1957, dove vive e opera. È in un certo senso autodidatta, poiché si è formato studiando i grandi pittori artisti triestini quali Barison, Zangrando, Flumiani e Grimani. Dipinge i primi acquerelli a 4 anni, i temi sono paesaggi, boschi e figure realizzati anche a pastelli a cera; più tardi approccia la tempera e l’acrilico, per poi passare nei primi anni novanta all’olio su tela e su tavola, tecnica ora prediletta, che non ha più abbandonato. Per realizzare i suoi dipinti, trae spunto dagli schizzi annotati su un taccuino che porta sempre con sé e che talvolta sono implementati, per quanto riguarda le architetture, da appunti fotografici.
Colussi è presente con le sue opere in collezioni private in Italia e all’estero (Stati Uniti, Germania, Spagna e Australia). Ha esposto a livello nazionale ed europeo.

DOVE: Salone d’Arte Contemporanea – Via della Zonta 2 – Trieste
QUANDO: 22 novembre – 31 dicembre 2014
ORARIO: da lun a sab 10 – 12 e 17 – 19 / domenica su appuntamento
A CURA DI: Marianna Accerboni
CATALOGO: no
INFO: 335 6750946

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