Il secondo figlio di Dio

 

Ci sono uomini eccezionali che arrivano a illuminare le tenebre.

Simone Cristicchi ritorna portando sul palcoscenico una storia che altrimenti nessuno o in pochi, saprebbero.

Una storia che racconta un evento eccezionale, la nascita di una comunità autogestita, dove esiste la parità e la condivisione. Un’utopia che si è realizzata ed è durata finchè l’ideatore ne è rimasto coinvolto e partecipe, poi l’animo umano ha distrutto ogni cosa.

Pochi sono gli eletti, quelli che vengono illuminati da Verità assolute. Questi uomini sono carismatici e riescono a trasportare le folle dove vogliono, ma la loro luce splende solo finchè loro riescono ad alimentarla.

Lo spettacolo è Divino, se si può usare un termine consono al testo, e Cristicchi è tutto sulla scena. La scenografia è principalmente formata da un carro, fonte di lavoro e vita, che si trasforma in maniera artigianale, di volta in volta, a ricordare un tempo non lontano di scenografia e ancor prima di menestrelli e teatri di strada.

Si racconta un mondo ecclesiastico e un mondo umano, un mondo di ricchezze e un mondo di povertà, ma alla fine si racconta solo il limite umano del quale la nostra società è tuttora schiava.

Si racconta la vita di un uomo con il Vulcano dentro e le febbri fuori, un uomo che ha vissuto crescendo tra i  libri e la Chiesa, attraverso la nascita dell’unità d’Italia, un matrimonio poco importante per lui tanto da lasciare alla moglie tutti i compiti familiari e lavorativi, un uomo che nonostante tutto questo acquista la consapevolezza che bisogna fare il bene, sopra ogni cosa e inizia a farlo portando nella locanda della moglie tutti i bisognosi, sobbarcandola di lavoro supplementare; un uomo che si evolve e prende consapevolezza di un bisogno di parità e di condivisione, un uomo ostinato che trasforma l’indifferenza in partecipazione. Si anticipano concetti di parità di genere, di diritto al voto, di unione europea, di società di mutuo soccorso nella convinzione che il vero capitale è l’uomo.

Ma tutto rimane in luce finchè l’uomo portatore di lanterna rimane a portata di visione. Poi, l’animo umano lasciato da solo, sprofonda nel buio.

Son tutte uguali le croci della Chiesa.

Le musiche sono cantate dal vivo con un supporto registrato da un coro polifonico importante, il Magnificat di Caravaggio.

Uno spettacolo da non perdere e che rimane al Teatro Orazio Bobbio di Trieste fino al 7 marzo, poi il tour prosegue passando per il Teatro Comunale di Monfalcone, dove sarà in scena mercoledì 8 e giovedì 9 marzo alle 20.45.

 

 

 

Laura Poretti Rizman

foto fornita dal Teatro Stabile del FVG
“IL SECONDO FIGLIO DI DIO”
con SIMONE CRISTICCHI
REGIA di ANTONIO CALENDA

TEATRO ORAZIO BOBBIO DAL 3 AL 7 MARZO 

Arriva al Teatro Bobbio di Trieste per La Contrada la storia di un’utopia, il sogno di un mondo perfetto: Il secondo figlio di Dio, ovvero vita, morte e miracoli di David Lazzaretti, lo spettacolo con la regia di Antonio Calenda e a firma Simone Cristicchi, cantautore, scrittore e ormai da tempo attore di provata bravura. È la parabola di David Lazzaretti, una sorta di predicatore che alla fine dell’800 ad Arcidosso era diventato un vero e proprio profeta per la gente attratta dal suo progetto di realizzazione di una comunità fondata su uguaglianza e solidarietà. Una favola senza il lieto fine che Simone Cristicchi porta sul palcoscenico con le suggestioni delle musiche e di una magistrale interpretazione.

Lazzaretti è un personaggio vissuto tra il 1834 e il 1878 nell’area del Monte Amiata, in Toscana e anche in Francia. Una sorta di profeta, visionario, anarchico sovversivo e santo, la sua vita si sovrappone quasi perfettamente a quella di Gesù Cristo, però è una narrazione molto più vicina a noi perchè si svolge a metà dell’800. Lazzaretti viene conosciuto anche in Europa per le sue idee rivoluzionarie, idee di un mondo fatto di fratellanza tra i popoli, di un unico culto tra tutti gli uomini su una società nuova fondata sull’uguaglianza, l’istruzione e la solidarietà e per questo si inimicò all’epoca sia lo stato italiano, appena nato, sia le istituzioni ecclesiastiche che lo scomunicarono come eretico. Morì durante una processione alla testa di migliaia di persone nel 1878 colpito dal proiettile di un carabiniere di nome Antonio Pellegrini. E così finì la sua storia. Una storia che non molti conoscono.
Alcune delle musiche che accompagnano lo spettacolo sono state scritte insieme a Walter Sibilotti, che ha collaborato con Simone anche per Magazzino 18. Sono musiche di stampo popolare in cui il violoncello si sposa alla fisarmonica e ad altri strumenti a percussione. C’è la presenza di un coro polifonico a più voci maschili e femminili, il Magnificat di Caravaggio, che interpreta sia canti popolari che di stampo religioso, chiari rimandi al canto gregoriano. Come l’uomo Lazzaretti univa alto e basso, anche nella musica si  cercato di ricalcare questo equilibrio tra spirito e materia. La domanda che muove la rappresentazione  riguarda ognuno di noi: la “divinità” è un’umanità all’ennesima potenza? Con una scenografia in continua mutazione e con l’aiuto di video-proiezioni Simone Cristicchi racconta la storia di David Lazzaretti, la storia di un’idea, la storia di un sogno.
 
Spettacolo “blu” in scena al Teatro Orazio Bobbio dal 3 Marzo al 6 marzo 2017. Replica straordinaria Fuori Abbonamento martedì 7 marzo alle 20.30. 
 
 
Info: biglietteria della Contrada tel 040 948471 – 040 390613 o biglietteria@contrada.itwww.contrada.it.

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