Intervista a Rouge Maudit

Rouge Maudit, su gentile concessione

LPR: Oggi voglio presentarvi una grande artista, scoperta per caso, e come spesso accade rivelatasi una gemma di rara preziosità. Benvenuta a Rouge Maudit, pseudonimo di…

Rouge Maudit: Grazie Laura, sei fin troppo gentile, così si creano delle grandi aspettative e spero di esserne all’altezza.
Rouge Maudit, e ti ringrazio per la domanda, a cui non mi è così semplice rispondere…posso dirti in sintesi che è stato per almeno una decina di anni una sorta di “copertura”; si riferisce alla storia della mia famiglia che porto addosso e da cui sono dovuta scappare ma di cui non ho più paura. Ho continuato comunque ad utilizzarlo per rappresentare il mio lato più artistico, ma sono sempre io, Giulia. Infine siamo la stessa cosa, ma diciamo che Rouge è certamente la parte più esposta di me.
LPR: Ho avuto il gran piacere di scoprire questa artista, vedendola esibirsi in una danza aerea alla seconda Biennale Internazionale Donna al Magazzino 26
Rouge Maudit: Una piccola anteprima di un lavoro che sto tutt’ora proseguendo con una favolosa artista triestina, Luisa de Santi che nel tempo è diventata anche una cara amica, lei realizza anche installazioni tessili ed io a mio modo le animo con il mio lato circense. In quella specifica occasione era presente la sua installazione ed uno dei miei strumenti, ovvero il trapezio. Non è sempre facile trovare i giusti spazi per questo tipo di performance anche perchè il trapezio di per sè ha delle specifiche esigenze tecniche, ma quando si creano le giuste condizioni e ci si ritrova ad animare e customizzare location mozzafiato, siamo le prime ad emozionarci.
LPR: In quell’occasione ti ho scattato alcune fotografie che poi ti ho spedito, conoscendoti meglio nella tua pagina Facebook e scoprendo una grande espressività.
Rouge Maudit: Ho iniziato la mia carriera artistica nel mondo circense, aprendomi poi ad altri contesti tra cui la moda, ho l’onore quest’anno di essere la testimonial di Its, l’international talent support di alta moda che si tiene proprio a Trieste e coinvolge designer da tutto il mondo; nel mio piccolo ho realizzato delle campagne pubblicitarie e delle collaborazioni molto importanti che mai mi sarei aspettata, in genere mi chiamano per set mirabolanti, difficili e che implicano molta resistenza, ricordo un set nello specifico in cui sono dovuta rimanere immobile 5 ore nuda nel marmo oppure sospesa ad una trentina di metri in body a gennaio o nella mia sfera con ossigeno molto limitato, è divertente e mi testo sempre in contesti nuovi, ho la tendenza di mettermi spesso alla prova. Porto avanti dei miei spettacoli su trapezio e con la sfera che spero di riportare presto in scena, amo collaborare con teatri (tra cui il Verdi) ma anche realtà non convenzionali; diciamo che ho creato una fitta rete tra i miei vari interessi e cerco di trovare un filo conduttore per animarli e metterci qualcosa di mio nei contenuti.

LPR: Ogni tanto doni al mondo alcune tue performance. Una tra le ultime è un gran lavoro sul tempo sospeso, proprio di questa quarantena.

Rouge Maudit: Come tutti noi mi sono ritrovata in quarantena, la mia condizione era in completa solitudine all’interno di una bellissima Torre e ci ho passato due mesi molto molto intensi.

Assieme alla fotografa di moda Michela Nale, abbiamo iniziato a ragionare sulla possibilità di ideare un vero e proprio set fotografico, (con modalità del tutto differenti, causa distanziamento sociale), in cui io mi sarei messa a disposizione nella creazione delle foto, scattate via web dalla fotografa che si trovava a 100km da me. Al tutto si è aggiunta anche una bravissima stylist, Silvia di Natale ed un abile compositore e montatore video. Una fatica immane, non lo nego! ed anzi ci sono stati molti aneddoti divertenti nella creazione della storia, oltre al fatto che ci siamo ritrovati davanti a molti problemi tecnici, in primis la difficoltà di avere una buona connessione, (ho scoperto che la luce giusta per le foto sembra magistralmente coincidere con la massima affluenza di utenti connessi tutti assieme), scherzi a parte è stato molto divertente  ma per nulla scontato da realizzare. Tornando al senso del progetto: ho voluto prendere questa proposta e adattarla a me stessa, cosa potevo mai trasmettere io in un contesto come tanti? prima di questo lockdown forzato avevo già iniziato a creare un tempo sospeso, la cosa buffa è che su uno dei vetri del salone avevo scritto a caratteri cubitali “La dimora del tempo sospeso” e sono partita proprio dal sentimento provocatomi da quella frase che mi sono ritrovata a leggere ogni giorno, assieme agli sfondi colorati che mi regalava il cielo.

Nel progetto prendo forma con il nome di Quarantine, una ragazza che grazie alla sua fantasia trasforma il suo quotidiano in un tempo sospeso, in cui anche le cose normali diventano bizzarre, in cui rimangono i gesti ma si perde la sostanza…In fondo è un pò quello che credo sia successo un pò a tutti e questo è il senso che gli ho voluto dare.
Sicuramente hanno molto più effetto le foto che le mie parole e rimangono un gran ricordo di quanto ho passato e sto ancora passando lì dentro. Avevo bisogno di una testimonianza visiva di questo periodo ancora molto incerto. Questo è il link dove si possono vedere alcune delle 28 foto realizzate  https://www.flipsnack.com/75C8DBA7C6F/new-flipbook.html mentre sul mio instagram ci sono molte scene di backstage ed il video ufficiale https://www.instagram.com/rougemaudit/?hl=it
LPR: A volte però succede anche di cadere, e se si lavora in alto, si rischia di farsi male. Succede, ma come si fa a rialzarsi e a tornare a risalire?
Rouge Maudit: In certi contesti non è prevista la possibilità di cadere. La prima lezione di trapezio è stata: “il circo è dolore ed in questa sofferenza ti insegneremo a non cadere mai”. Non sono mai caduta dal trapezio e se mai dovesse succedere non credo che lo potrò raccontare o sicuramente non più come prima. Per tutto il resto invece, cammino, inciampo, cado e riprendo il volo…sto lavorando proprio su questi concetti che non sono altro che pezzi di vita. Personalmente è un continuo stare su un filo del rasoio, ed è anche questo il bello, non quando ti si ripropone ciclicamente ma di certo è utile vivere tutte le sensazioni, anche le sconfitte.
LPR: Il tuo amore per la danza aerea, unito al tuo amore per il Giappone, ti ha portato a sviluppare un’altro grande progetto legato alla terra e al muschio, di cui tu appartieni come un folletto che porta tutto nell’etere. ( parla di kokedama, di cos’è, di quello che fai, dei corsi e delle commissioni. lascia pure il sito, il tuo contatto o di che si trova nel sito).
Rouge Maudit: I kokedama, una salvezza! per gli occhi, le mani ed il cuore. Mi sono appassionata a questa tecnica giapponese di piante sospese ed amo sporcarmi le mani creando sfere di piante fluttuanti. Sono stata attratta dal muschio, materiale vivo e bellissimo ed ho un mio piccolo laboratorio dove realizzo queste creazioni con materiali originali giapponesi. Mi piace molto insegnare, in periodi migliori lo faccio su richiesta o in centri specializzati giapponesi, quest’anno ho in previsione di realizzare anche delle macro installazioni, una certamente a Como ad Ottobre in occasione di Orticolario. E’ un mondo sospeso alla quale dedico molto tempo e che amo profondamente, l’invito è sempre aperto a chi volesse curiosare https://www.facebook.com/Giuliakokedama/
LPR: Ma l’irrequieto vento del Nord Est, parlava a Rouge di mondi ancora da esplorare… dove ti porterà il futuro?
Rouge Maudit: Prima della quarantena ero spesso in viaggio, i set fotografici mi hanno portato molto in giro ed ho dei progetti che vorrei concludere a Milano, Parigi e Londra ma viste le incertezze, mi sto godendo la tranquillità del luogo in cui vivo. Sto pensando principalmente al presente ma non appena sarà possibile continuerò sia con gli spettacoli che con i corsi di kokedama in giro per l’Italia, in attesa di poter muovermi anche all’estero.
Mal che vada ho deciso di rispolverare la mia dote di mozzo e perchè no creare un nuovo progetto fluttuante a bordo di una barca, quella sì che sarebbe la realizzazione di un altro sogno. In un modo o nell’altro anche se statica, non ho intenzione di fermare la mia realtà, nel rispetto del tempo concesso.
Laura Poretti Rizman

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