Io provo a volare

Lo spettacolo inizia con una voce fuori campo che lancia un’intimidazione inquietante avvisando di spegnere i telefonini. La voce è dell’unico e principale interprete, nonchè coproduttore della compagnia Berardi Casolari.

Sul palcoscenico insieme a lui, due musicisti e cantanti, il fratello Davide Berardi voce solista e chitarra, e alla fisarmonica Giancarlo Pagliara.

L’occhio cade subito sull’abbigliamento dei musicisti, che si presentano scalzi mentre si esibiscono in un primo arrangiamento di Amara terra mia di Domenico Modugno, per passare poi all’Uomo in Frac, quando lateralmente fa il suo ingresso il principale interprete, Gianfranco Berardi, a raccontare attraverso le canzoni di Modugno, la sua storia e molto anche la nostra.

Il suo aspetto è emaciato, cadaverico, inquietante, i suoi abiti sono sporchi e lacerati, ma quello che colpisce maggiormente è la sua rabbia. Una rabbia contro la società, la famiglia, il pubblico stesso. Vuole creare, e ci riesce benissimo, un fastidio che da soffuso si fa prorompente.

Arrabbiato con la sorte che gli impone un ruolo che non vorrebbe e perchè oggi non si lotta per nulla. Non esistono più i valori di un tempo. Racconta il rimpianto di un tempo che fu e della passione che animava i cuori e le azioni.

Racconta la storia di lavoratori di oggi ingaggiati con la scusa di stage, racconta la sua storia, quella del mondo difficile dello spettacolo e raccontantandola inserisce canzoni di Domenico che istigano una ribellione.

TU TI LAMENTI MA CHE TI LAMENTI, PIGLIA LU BASTONE E TIRA FUORI LI DENTI (Malarazza)

Anche lui come Beppe Fiorello, scopre il mondo di Modugno, la sua profondità di osservazione, si immedesima e ne trae esempio, a distanza di anni. Lo scopre grazie ad un dono da parte di un uomo considerato pazzo, e inizia attraverso l’ascolto dei suoi vinili a trovare la forza per fuggire alla ricerca di un futuro migliore.

IO VADO VIA..AMARA TERRA MIA, AMARA E BELLA..(Amara terra mia)

Racconta della sua vita attraverso le canzoni e anche se a volte viene il dubbio che il racconto sia fantasia, non importa, perchè quella fantasia è la parte migliore dello spettacolo. Una parte dolce che porta la poesia nel circo e nell’amore, tra il racconto di Un pagliaccio in paradiso e quello di di Pasqualino marajà.

A tratti cita Shakespeare portando Amleto nel dubbio attuale di vedere o di chiudere gli occhi di fronte ad ogni sopruso.

Neppure l’amore di una Donna riccia riesce a chetare la sua ribellione, portandolo al gesto estremo nel tentativo di voler cambiare la realtà.

Dopo tutto questo, nei saluti finali viene presentata la possibilità di acquistare una maglietta e dei libri che inneggiano al loro modo di vedere la vita in maniera positiva. Chiunque ne voglia sapere di più trova informazioni sul loro sito.

.
©Laura Poretti Rizman

.

“Va in scena alla Sala Bartoli dal 21 al 24 gennaio Io provo a volare! Un omaggio a Domenico Modugno di e con Gianfranco Berardi. Uno spettacolo musicale e di grande intensità emotiva che racconta aspirazioni, delusioni, entusiasmi di ogni artista mancato passando da Amleto al teatro musicale, al cabaret. Diretto da Gabriella Casolari è nell’abbonamento altripercorsi”

ph-Tommaso Le Pera fornita da Il Rossetti
ph-Tommaso Le Pera fornita da Il Rossetti

Io provo a volare di e con Gianfranco Berardi è uno spettacolo che trascolora fra prosa, musica, cabaret e  a partire da cenni biografici di Domenico Modugno e dalle suggestioni delle sue canzoni, racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia  pronti, sull’onda del mito, ad affrontare ogni peripezia per realizzare il sogno di salire su un palcoscenico da protagonisti. Ed è proprio attraverso la descrizione delle aspettative, delle delusioni, degli sforzi e degli inganni subiti che si articola il viaggio  di Berardi, che non lesina comici episodi  della realtà provinciale e alienanti esperienze metropolitane.

Lo accompagnano in questo itinerario sulla scena Davide Berardi voce solista e chitarra, e Giancarlo Pagliara  alla fisarmonica.

La storia si incentra sullo spirito di un custode di un teatrino di provincia che, come un capocomico, torna in scena ogni notte, a mezzanotte, in compagnia dei suoi musicisti all’interno del teatro dove cui ha mosso i primi passi artistici.
Così fra racconto, musica e danza, si rivivono episodi della sua  vita: i sogni, gli incontri, gli stages, le prove , la fuga, la scuola, il primo lavoro e l’amaro rientro al paesino, al quale, dopo aver provato tutte le strade possibili, è costretto a fare ritorno.

Utilizzando la figura di  Modugno come simulacro, lo spettacolo dunque rende omaggio agli sforzi ed al coraggio dei lavoratori in genere e in particolare a quelli dello spettacolo che, spinti da passione, costantemente si lanciano all’avventura in esperienze giudicate poco dignitose, solo perché meno visibili.

Poesia e comicità sono gli ingredienti principali di questa ricetta che attraverso un uso sui generis della luce trasmette atmosfere emotive, suggestioni e ricordi  indimenticabili cercando di risvegliare nel pubblico quel sogno di libertà di cui Modugno si fece portavoce e simbolo.

«E così nasce Io provo a volare, il desiderio di ricostruire dentro di sé, intorno a noi, l’idea di
nido per poter planare sicuri verso gioie sconosciute» confida Gianfranco Berardi. «Così nasce un’indagine introspettiva che si allarga all’analisi di una condizione diffusa e condivisa; così da spunti autobiografici, biografici e da aneddotistica racimolata fra miti, colleghi e coetanei, emerge la volontà di gridare un rifiuto alla propria paura di affrontare il mondo, il desiderio di riconoscersi fragili, soli, la speranza di riscoprirsi onesti innanzitutto con sé stessi “vedere o non vedere, questo è il problema, guardare dritto in faccia la realtà che mi circonda e mi spaventa e affrontarla con coraggio per cercare di cambiare o tenere tutto quanto dietro un velo che mi copre gli occhi ed il cuore e m’impedisce di soffrire?…” Intanto procediamo: Co.Co.Co., collaborativi in maniera costante e continuata, come il mondo del lavoro cinico ed alienante c’insegna, nel tentativo di ristrutturare il pollaio in cui da tempo svolazziamo tronfi e litigiosi. COraggiosi, per favore, COstanti e COnvinti per la rivoluzione che porterà a smettere di essere pollastri rantolanti, illusi di volare come falchi nel blu dipinto di blu».

Accolto con entusiasmo unanime dalla critica fin dal suo debutto, lo spettacolo viene riproposto da molte stagioni e approda alla Sala Bartoli per il cartellone altripercorsi da martedì 21 a venerdì 24 gennaio.

Io provo a volare – omaggio a Domenico Modugno è scritto e interpretato da Gianfranco Berardi prendono parte allo spettacolo Davide Berardi (voce solista e chitarra) e Giancarlo Pagliara  (fisarmonica); firma la regia e le luci Gabriella Casolari mentre i costumi sono di Pasqualina Ignomeriello.
Produce lo spettacolo la Compagnia Berardi-Casolari in collaborazione con il Festival Internazionale Castel dei Mondi  e il Teatro Stabile di Calabra.

Io provo a volare! debutta martedì 21 gennaio alle ore 21 e replica alla stessa ora ogni sera fino  venerdì 24 gennaio, inserito nell’abbonamento altripercorsi del Teatro Stabile regionale.

I biglietti sono disponibili nei consueti punti vendita dello Stabile regionale, sul sito www.ilrossetti.it mentre informazioni si possono ottenere anche al centralino del Teatro al numero 040-3593511.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.