ITALO SVEVO & FRIENDS – BLUES JAZZ EXPLOSION

Mi reco a teatro con la precisa intenzione di voler ascoltare con maggior attenzione, per poi poterne scrivere, la musica dello spettacolo.

Lo spettacolo in questione è proposto dai Pupkin Kabarett, e porta un titolo che porta a pensare che sui testi di Italo Svevo e colleghi vari, letti dal trio Mizzi, Dongetti e Bussani, ci sarà uno sfondo musicale.

Non potevo sbagliarmi maggiormente.

Il testo, anzi, i testi trattati sono letti dai tre comici, ma diventano musica.

Sono di basilare importanza storica, letterale e psicologica, ma in questo spettacolo diventano parte della musica stessa.

La parte principale dunque spetta ai musicisti, che con grande maestria dirigono il ritmo musicale a suon di blues e jazz.

Le parole si muovono tra i righi musicali, e dolcemente si insinuano tra i nomi di maggior spicco letterario del novecento, rendendo tutto molto lieve e giocoso.

L’ironia che contraddistingue il lavoro dei Pupkin, diverte ancora una volta, attraverso il suono e la cadenza ritmica.

I testi di Svevo, Joyce, Saba, diventano parte di una canzone. Il racconto degli aneddoti dei loro contemporanei che hanno attraversato Trieste rendendola ricca di cultura e di prestigio, sono un preludio alle esibizioni. Perfino i canti di Cecchelin, toccano il cuore a chi, lo conosce  e lo ricorda; per gli altri sfortunati che nulla sanno di lui, l’attribuzione del merito sarà sicuramente pensato appartenere ad un compositore contemporaneo, perchè la storia, purtroppo non muta, e l’uomo purtroppo non impara la lezione, nonostante il monito di illuminate menti.

Fino a domenica 7 febbraio alla sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste

©Laura Poretti Rizman

_svevo rossetti

ITALO SVEVO & FRIENDS – BLUES JAZZ EXPLOSION
dal 2 al 7 febbraio  2016
2 e 5: ore 19.30 – 3, 4 e 6: ore 21.00 – 7: ore 17.00
Politeama Rossetti, Sala Bartoli
Pupkin Kabarett
reading musicale a cura di Pupkin Kabarett
con: Laura Bussani, Stefano Dongetti, Alessandro Mizzi
musiche: Riccardo Morpurgo piano, Franco Trisciuzzi chitarra e voce
produzione: Bonawentura con la collaborazione di Riccardo Cepach e del Museo Sveviano

Pupkin Kabarett ripropone una nuova a versione rivisitata ed  arricchita con nuovi e diversi testi  la Trieste letteraria d’un tempo. Un modo serio ma anche un po’ eccentrico e scanzonato di rileggere le pagine migliori e quelle più sconosciute di Svevo, Joyce, Saba, Kosovel, Giotti, Voghera e di tanti altri. Ormai pratici di spericolate imprese ( “La coscienza di Zeno spiegata al popolo”, “Joyce rispogliato in piazza”) e abituati a non fare alcuna distinzione tra alto e basso, forse solo loro potevano cimentarsi in questo lavoro  e provare a mescolare il nuovo e l’antico, il jazz e il blues alla letteratura e al cabaret e la poesia al riso. Un modo nuovo per far viaggiare il pubblico in una Trieste viva, multirazziale e culturalmente audacissima in cui fiorì il talento ribelle e impetuoso di Joyce e dove crebbero i geniali sdoppiamenti umani e letterari di Svevo e i versi lievi e addolorati di Saba. Una occasione irripetibile per scoprire i lati più umani e quotidiani, assieme a quelli più memorabili, delle biografie di un pugno di uomini che, prima di divenire delle statue nelle vie del centro, vivevano da queste parti scrivendo la letteratura più moderna del loro tempo. Uno spettacolo che vi consigliamo di vedere accompagnati da una robusta dose di ironia e spregiudicatezza e con cuore e cervello al seguito, sempre pronti al gioco e all’arguzia ma anche alla suggestione e all’emozione. Infine, ospite d’onore di questa rassegna degli eroi letterari della Trieste che fu, ci sarà anche il tanto geniale e vituperato Angelo Cecchelin…

Lo spettacolo è vivamente consigliato ai giovani per approcciare letteratura di inizio secolo in modo piacevole e con buona musica dal vivo.

Piccolo Bignami per facilitare la visione dello spettacolo:

Il monte Kâl è una pietraia. Ma io sto bene su lui. Il mio cappotto aderisce sui sassi come carne su bragia; e se premo, egli non cede: si le mie mani s’incavano contro i suoi spigoli che vogliono congiungersi con le mie ossa. Io sono come te freddo e nudo, fratello. Sono solo e infecondo(…) Immobile. La bora aguzza di schegge mi frusta e mi strappa le orecchie. Ho i capelli come aghi di ginepro, e gli occhi sanguinosi e la bocca arida si spalancano in una risata. Bella è la bora. È il tuo respiro, fratello gigante. (…)(Scipo Slataper, Il mio Carso)

“E tu concili l’Italo e lo slavo/a tarda notte, lungo il tuo biliardo”. (Umberto Saba, Caffè Tergeste)

“Grande uomo quel nostro Freud, ma più per i romanzieri che per gli ammalati. Un mio congiunto usci dalla cura durata per vari anni addirittura distrutto”…)(Italo Svevo, Lettera a Valerio Jahier)

Co me sento in desordene el figà,
E ne la gnuca i sintomi del splin,
Me devo calumar soto ‘l piumin (…)

(Giglio Padovan  L’ipocondriaco)

Bigluietteria : Prevendita c/o biglietteria Il Rossetti, www.vivaticket.it o Abb.stelle galleria 1*.

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