La guerra dei Roses

Una scena anteriore molto vicina al pubblico porta gli attori vicinissimi raccontando una guerra che si delinea fin dall’inizio mentre i due avvocati mostrano un disinteresse umano evidente, a fronte di una grande bramosia di ricavarne più denaro possibile, esibendo tutto il lusso che li circorda e che deriva totalmente dal prolungamento della causa.

I due protagonisti vestono abiti maschili entrambi: portano pantaloni neri, sono scalzi e hanno con la stessa camicia bianca slacciata allo stesso modo quasi a voler significare che due esseri uguali non possono convivere se uno non cede e veste i panni della dolcezza e della sottomissione.
La scena si sposta nuovamente, questa volta fuori campo. La vicinanza con il pubblico rasenta il contatto fisico, le urla improvvise alle spalle spaventano.


Quella è una coppia e lei non può separare una coppia
Quello che è destinato a stare insieme deve stare insieme


Finchè la donna veste i panni della dimessa e sostenitrice nei modi e nei gesti va tutto bene, quando invece si pone alla pari e veste i panni dell’indipendenza lo scontro si accende.
Una buona interpretazione da parte di tutta la compagnia: i protagonisti Ambra Angiolini e Matteo Cremone hanno saputo alternare la tragicità alla comicità, ma allo stesso modo Massimo Cagnina e Emanuela Guaiana, hanno saputo vestire più panni interpretando più personaggi, diversi tra loro.

Ho fatto qualcosa di sbagliato?
Che fine ha fatto l’amore?

Ma l’amore è uno scherzo di Dio!

Una storia che racchiude una condizione di disparità di genere, molto acuta e intensa.
Interessante la regia di Filippo Dini.
Unica nota di rammarico, a parte le musiche mal equilibrate e sparate a volume altissimo, il continuare a notare quanta ilarità produce ancora il suono di una parolaccia, di cui il testo di Warren Adlerè ne è abbondantemente fornito.

Laura Poretti Rizman

Ambra Angiolini e Matteo Cremon, foto fornita da La Contrada

LA GUERRA DEI ROSES 
ANTICIPATA AL 3 FEBBRAIO ORE 20.30 LA REPLICA DI LUNEDì 4 

La replica di lunedì 4 febbraio dello spettacolo “LA GUERRA DEI ROSES” con Ambra Angiolini e Matteo Cremon al Teatro Orazio Bobbio di Trieste è stata anticipata a domenica 3 febbraio alle 20.30, su espressa richiesta della stessa compagnia teatrale. L’orario delle repliche previste per  l’1 e il 2 febbraio resta fissato alle 20.30, mentre domenica 3 febbraio lo spettacolo effettuerà una doppia replica alle 16.30 e alle 20.30. Coloro che hanno già acquistato il biglietto o l’abbonamento per la replica di lunedì 4 potranno accedere direttamente allo spettacolo di domenica 3 febbraio delle ore 20.30. Chi desidera cambiare  giorno o orario può rivolgersi alla biglietteria della Contrada o al Ticket Point di Corso Italia 6/c, contattabili anche telefonicamente.null

La guerra dei Roses è prima di tutto il titolo di un romanzo del 1981 e poi otto anni più tardi diventa un enorme successo cinematografico per la regia di Danny De Vito. L’autore del romanzo, Warren Adler, scrive anche il soggetto del film e in seguito deciderà di adattare questa vicenda anche per il teatro, creando una commedia straordinaria, raffinata e caotica al tempo stesso, comica e crudele, ridicola e folle, trovando forse in teatro la sua dimensione ideale, per la sua potenza espressiva e la sua dimensione terribilmente onirica.

La storia, nota ormai a tutti, grazie alla fama della pellicola cinematografica, e alla notorietà oltre che alla splendida affinità interpretativa dei suoi protagonisti (Michael Douglas e Kathleen Turner), narra della lenta e terribile separazione tra i coniugi Rose, lui ricco e ambizioso uomo d’affari, tronfio della sua fortunatissima carriera, lei una moglie obbediente, ma mai dimessa, che lo ha accompagnato nella sua brillante ascesa, con amore, con stima profonda e un pizzico di fascinazione per le piccole o grandi comodità, che la loro vita quotidiana andava conquistandosi.

Tutto questo avviene, come ci è lasciato intuire dalle prime scene, in un’atmosfera di profondo amore, di sincera passione, all’interno di una cornice rosa e perfetta, lontani dal sospetto, appunto inesistente tra i Rose, di un qualsivoglia senso di raggiro o personale tornaconto, la dinamica del loro vivere insieme pare (ed è!) motivata soltanto dal reciproco amore. Ma ad un tratto, poco dopo l’inizio della nostra commedia, tutto questo si rompe, si infrange contro lo scoglio della mancata realizzazione professionale di lei.

Tutta la loro vita passata insieme, viene da lei completamente riscritta e reinterpretata, la sua maturata presa di coscienza la rafforza e la sprona, con una ferocia degna di una grande eroina, a scagliarsi sul suo amato, ora il responsabile della sua mancata affermazione, in un crescendo di cattiveria, rabbia e reciproche atrocità, fino alle estreme conseguenze.

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Note di regia

La grandezza dell’amore si esprime in questa commedia attraverso la sua fine. Adler ci pone di fronte ad una delle potenti e straordinarie deflagrazioni umane: la separazione di un uomo e una donna che hanno condiviso un grande amore. Non c’è al mondo espressione più sconvolgente della potenza dell’essere umano, non a caso il titolo la paragona ad una guerra, e non solo, ad una delle più sanguinose guerre della storia inglese, una guerra nata in “casa” appunto, guerra tra due rami della stessa famiglia, la guerra delle due rose. La messa in scena racconta appunto di una guerra, due schieramenti, e volutamente si è scelto di affidare tutti i personaggi a solo quattro interpreti, due uomini e due donne, in campo a combattere per la propria legittimità su questo pianeta. Il signor Rose e la signora Rose e i loro doppi che interpretano i loro rispettivi avvocati e altri personaggi nei quali si imbattono i protagonisti, come in un sogno che non avrà un lieto fine, ci divertiranno fino alle lacrime per la loro comicità e ci turberanno nel profondo, poiché sveleranno in modo più o meno consapevole i nostri intimi fallimenti nel comprendere l’”altro”, l’opposto, all’interno di noi stessi. La vera guerra, forse assai più sanguinosa si svolgerà dentro di noi, nel percepire vittime e carnefici all’interno delle nostre irrisolte metà, rintanate nelle viscere delle nostre coscienze. Adler ci aiuta, con un sorriso, ad affrontare questa guerra, con coraggio e con leggerezza. E forse ci permetterà, quindi, di tendere una mano all’altro, per invitarci a uscire da quella “casa” e andare incontro ad un “esterno”, ad un futuro nel quale l’uomo, prima ancora della donna, tornerà ad essere in grado di capire, accettare, dialogare con la sua intima femminilità offesa e deturpata spesso in ognuno di noi.

Filippo Dini

DI Warren Adler
TRADUZIONE DI Antonia Brancati e Enrico Luttmann

REGIA Filippo Dini
CON Ambra Angiolini e Matteo Cremone con Massimo Cagnina e Emanuela Guaiana

SCENOGRAFIE Laura Benzi
COSTUMI Alessandro Lai
LUCI Pasquale Mari
MUSICHE Arturo Annecchino


Valerio Santoro per La Pirandelliana in coproduzione con Goldenart Production s.r.l. e Artisti Riuniti s.r.l.


LA GUERRA DEI ROSES

1-4 FEBBRAIO 2019


Orari spettacoli:
venerdì 1, ore 20:30sabato 2, ore 20:30domenica 3, DOPPIA REPLICA alle ore 16:30 e alle ore 20:30lunedì 4, ATTENZIONE: La replica serale di lunedì 4 è stata anticipata a domenica 3 alle ore 20:30


Teatro Orazio Bobbio,
Via del Ghirlandaio, 12
TRIESTE

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