La nave fantasma

È uno spettacolo sociale che da più di dieci anni gira l’Italia è che è stato insignito del premio Gassman come miglior testo italiano, quello che Giovanni Maria Bellu, Renato Sarti e Bebo Storti portano in scena al Teatro Politeama Rossetti di Trieste nella Sala Bartoli.

Sarti e Storti si presentano agli spettatori interagendo con loro fin dal loro ingresso nella prefazione dello spettacolo che risulta essere lo spettacolo stesso.  Il periodo storico è quello dei primi ritrovamenti di corpi nel Mar Mediterraneo da parte dei pescatori siciliani di Porto Palo.

L’omertà viene avvalorata dalla paura di perdere il posto di lavoro, ma l’evidenza con il trascorrere dei giorni non si può più mascherare.

Con una rappresentazione teatrale che scuote gli animi per l’estrema cruda attualità e per la satira con la quale si approccia alla morte, gli spettatori assistono con un sorriso amaro a scene di scherno che deridono la condizione umana, trovandosi poi a fare i conti con le considerazioni che pesano nell’anima.

Uno spettacolo attuale e di forza nell’alternanza di una bilancia che pone i giustizianti al posto dei giustiziati, ma che non riserva memoria storica, quella per la quale l’umanità dovrebbe evolversi e crescere maturando.

“La nave fantasma” di Giovanni Maria Bellu, Renato Sarti e Bebo Storti, per la regia di Renato Sarti che ne è anche protagonista assieme a Bebo Storti si avvale dei disegni di Emanuele Luzzati, delle musiche di Carlo Boccadoro ed è una produzione del Teatro Della Cooperativa.

“La nave fantasma” va in scena da martedì 17 aprile alle ore 19.30 alla Sala Bartoli per il cartellone “altripecorsi” del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Le repliche si terranno fino a domenica 22 aprile. Martedì e Venerdì si replica alle 19.30, domenica alle 17 e gli altri giorni alle ore 21.
I biglietti per lo spettacolo sono ancora disponibili presso tutti i punti vendita del Teatro Stabile regionale e anche attraverso il sito www.ilrossetti.it.

Laura Poretti Rizman

Nave_fantasma_foto EmilianoBoga fornita da Teatro Stabile FVG

“Drammaturgia forte e antesignana quella di Giovanni Maria Bellu, Renato Sarti e Bebo Storti ne “La nave fantasma” : lo spettacolo pluripremiato con Renato Sarti (che ne è anche regista) e Bebo Storti va in scena martedì 17 aprile e replica fino a domenica 22 aprile alla Sala Bartoli per la stagione altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”

È uno spettacolo emozionante “La nave fantasma”, che Renato Sarti e Bebo Storti riportano in scena a 14 anni dall’edizione originaria che meritò il Premio Gassman come miglior novità italiana. In questi anni non ha perso nulla della sua forza, ed anzi proprorlo oggi ha ancor più significato. Anche per questo motivo lo spettacolo è stato inserito nel cartellone altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e replicherà alla Sala Bartoli da martedì 17 a domenica 22 aprile.

Di tutto ciò bisogna ringraziare il senso profondo del testo drammaturgico scritto da Renato Sarti e Bebo Storti assieme al giornalista Giovanni Maria Bellu; ed anche la singolare e coinvolgente cifra scelta dai due interpreti, gli stessi Bebo Storti e Renato Sarti, che pur nel ripercorrere una storia drammatica, fanno ricorso a tutti gli elementi tipici del teatro comico e del cabaret, non ultima l’improvvisazione e il rapporto diretto con il pubblico.

La regia – che vede nuovamente impegnato in prima persona Sarti – fa inoltre ricorso a video e a proiezioni di disegni concepiti appositamente da Emanuele Luzzati, per dare a questo spettacolo una tridimensionalità, una capacità di graffiare e di comunicare tali da renderlo indimenticabile.
Il teatro di Bebo Storti e Renato Sarti, infatti, in questo caso vuol rendersi arma contro il silenzio e l’indifferenza: silenzio e indifferenza che hanno avvolto fin dall’inizio la vicenda che è al centro de “La nave fantasma”.

È il Natale del 1996: anni in cui trovare migranti per mare non è ancora parte dolorosa della nostra quotidianità. Ma al largo delle coste siciliane un battello carico di uomini e donne provenienti dall’India, dal Pakistan e dallo Sri Lanka stanno sfidando le onde gelide per raggiungere la possibilità di una vita migliore. Il destino si abbatte sulla loro imbarcazione, che affonda, portando con sé 283 persone. Dopo la Seconda Guerra mondiale, era la più grande strage avvenuta nel Mediterraneo.
Si potrebbe immaginare di trovare una ampia rassegna stampa su tali fatti, il numero di vittime (attualmente purtroppo di molto superato) era da brividi, e ci sono stati superstiti in grado di dare dettagliate testimonianze sul naufragio… eppure nulla. O quasi. Perché?
Salvatore Lupo, un pescatore di Portopalo è il primo che cinque anni dopo, trova il coraggio di parlare, di dire di quei cadaveri che i pescatori trovavano nelle reti e rimandavano a mare, nel timore che tali ritrovamenti avessero conseguenze sulla pesca. Mette il quotidiano La Repubblica (e il giornalista Giovanni Maria Bellu) nelle condizioni di chiudere un ampio reportage sul “naufragio fantasma” in cui addirittura viene filmato il relitto. Finalmente le immagini fanno il giro del mondo e la notizia viene alla luce, dopo anni di menzogne e omertà.

Proporre oggi una riflessione su questi eventi ha un significato che va ben oltre a quello storico, supera anche il giusto e doveroso intento di dare giustizia a quelle vittime, di restituire alla Storia con obiettività quei fatti. Inevitabilmente nell’agorà del pensiero e della coscienza che è il teatro, oggi, il racconto de “La nave fantasma” rimanda all’urgenza legata all’immigrazione nei nostri giorni. Il problema è cresciuto sotto i nostri occhi, e troppo a lungo si è continuato a subire la tentazione di affrontarlo con il silenzio, l’indifferenza, e magari peggio, con la chiusura e l’odio. Il teatro forse può costringere a prendere atto: può dare voce alle vittime, può gridare la ferocia dei trafficanti, denunciare la vigliaccheria degli omertosi. Soprattutto può tentare di riordinare, articolare i pensieri di chi davanti a un fatto tanto incontrollabile, ha paura.

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