Lettera aperta all’Anpi per la Palestina

Al presidente nazionale dell’ANPI, Carlo Smuraglia
Al Presidente dell’Anpi Comitato regionale Lombardia, Tullio Montagna
A tutte le sedi ANPI
disseminate sul territorio nazionale
Nel giorno di commemorazione della Nakba ci rivolgiamo a Voi,
Gentili Signori/e SOCI dell’ANPI
Voi che foste partigiani e testimoniaste direttamente la volontà di eleggere Libertà e Giustizia a reggere i rapporti tra le persone ed i popoli perché tutti possano vivere in Pace, contro la ferocia che il Nazifascismo aveva instaurato in Europa e nel mondo. Voi che avete ereditato i valori di libertà e giustizia che tale lotta seppe incarnare, voi che oggi desiderate prolungarne la storia ed il valore senza perderne la traccia significativa nella moralità che detta i vostri gesti.
La festa della Liberazione è per noi l’omaggio alla Resistenza partigiana, ai suoi valori, il ricordo indelebile del suo esempio. Tuttavia il 25 aprile scorso la Manifestazione Nazionale a Milano ha accolto diversi esponenti dell’Associazione Amici d’Israele, che appoggia il razzismo nazionalista dello Stato di Israele. Tra la folla spiccavano inoltre numerose bandiere israeliane.
Confidando nelle vostre buone intenzioni vorremmo in questa sede ricordarvi il motivo per cui riteniamo che Israele non solo non rappresenti i valori della Resistenza, ma ne faccia scempio. Vorremo ricordarvi l’esigenza di sapere da voi difesi tali valori, nella memoria di chi diede la vita per farli rispettare:
  1. Il valore della pace ed il ripudio di guerre offensive riconosciuto dall’articolo 11 della Costituzione Italiana, violato dall’ esercito di Israele innumerevoli volte, ultima delle quali nel dicembre 2008 a Gaza, quando l’aviazione israeliana commise un massacro (1400 morti, la maggior parte dei quali civili, 352 bambini);
  2. Il valore della libertà di ogni individuo, riconosciuto nella carta universale dei diritti umani e principio fondante della resistenza contro l’occupazione tedesca e contro il regime fascista in Italia. Tale principio viene negato al popolo palestinese da 64 anni. 7 milioni di rifugiati in esilio e persone internamente dislocate non possono ritornare alle proprie case, 4.653 prigionieri politici, di cui 308 in detenzione amministrativa, 218 bambini e 7 donne,  vivono in condizioni disperate nelle carceri israeliane, 2 milioni di abitanti nella West Bank vivono segregati al di là di un muro illegale (condannato dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia nel 2004) e privi di libertà di movimento, 1.2 milioni di palestinesi vivono nella Striscia di Gaza sotto Assedio, in una prigione a cielo aperto, ridotti alla fame da un embargo disumano;
  3. Il valore dell’uguaglianza, riconosciuto dalla carta universale dei diritti umani, dalla costituzione italiana e da innumerevoli trattati del diritto umanitario internazionale. Tale valore viene negato ai palestinesi in quanto Israele si autodefinisce “Stato democratico Ebraico” e tutti gli abitanti non ebrei di Israele non godono degli stessi diritti degli altri cittadini. Per questo motivo La Legge Per il Ritorno israeliana rilascia immediata cittadinanza a tutti gli ebrei nel mondo che intendano trasferirsi a vivere in Israele. Un diverso trattamento viene invece riservato ai rifugiati palestinesi che scapparono o furono cacciati durante la guerra del 1948. Tali persone posseggono ancora case, terre e legami familiari in quei luoghi di origine. Israele tuttavia non riconosce loro il diritto al ritorno e quindi di cittadinanza (diversamente da quanto prescritto dalla risoluzione 194 delle Nazioni Unite). Uguaglianza viene similmente negata ai palestinesi cittadini dello stato d’Israele, sottoposti a leggi discriminatorie che ne limitano le libertà personali (nel matrimonio e nell’acquisto di immobili, per esempio);
  4. Il valore dell’ autodifesa contro una forza occupante, che vede i palestinesi nel diritto di opporsi ad un continuo ed implacabile progetto di pulizia etnica che li vuole allontanare dalle proprie case e dalle proprie terre (nei soli quartieri di Silwan e Sheik Jarrah, presso Gerusalemme Est, migliaia di Palestinesi hanno recentemente ricevuto ordini di espulsione dalle proprie case);
  5. Il valore universale di giustizia, principio fondante del diritto internazionale e principio morale a cui i partigiani si ispirarono. Le colonie israeliane sono state ripetutamente definite illegali nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU n° 446, 452, 465, 471 e 476.
Vi chiediamo pertanto di raccogliere informazioni circa le innumerevoli violazioni del Diritto Internazionale compiute da Israele dal 1948 fino ad oggi;
Vi preghiamo di continuare la lotta contro l’antisemitismo ed ogni forma di razzismo che sorge nel mondo, incarnando in questo la volontà degli innumerevoli martiri di cui l’ANPI raccoglie la storia;

Vi invitiamo ad unirvi con noi nella Campagna di Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni contro Israele, una forma di resistenza non violenta volta a fare pressioni sullo Stato di Israele affinché tutti i valori che abbiamo elencato precedentemente vengano rispettati;

Vi esprimiamo il nostro desiderio di incontrarvi per approfondire insieme le ragioni del nostro scontento ed i contenuti di questa missiva.

Federica Molesti – Gabriella Grasso – Susanna Casali

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La presente lettera per chiedere di aderire e firmare con noi la lettera che riportiamo di seguito.
Sarà consegnata il 16 giugno, durante la festa nazionale dell’ANPI che quest’anno si svolgerà a Marzabotto.
Firmate come singolo e come associazione.

inviando una mail a:
firme.anpi@gmail.com

In quanto associazione Vi chiediamo inoltre di aiutarci nella diffusione per la raccolta adesioni.
Grazie

Gabriella Grasso
http://www.facebook.com/events/378174718896274/

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