Muri

Le memorie di una vecchia infermiera con la terza elementare, che parla un pò in dialetto un pò in lingua italiana, rapiscono l’attenzione di un pubblico che in molti casi, avrà vissuto più o meno personalmente le vicende raccontate. Non è passato poi così tanto tempo in questa città, da quando Basaglia ha fatto il suo ingresso portando la rivoluzione nei vecchi manicomi. Prima di allora si sapeva e non si voleva sapere, quello che accadeva dentro quelle mura. Personale infermieristico non professionale, al quale era richiesta poca cultura e tanta forza, ma soprattutto dedizione agli ordini impartiti. Le donne dovevano esser preferibilmente nubili, senza obblighi o impegni familiari.

Giulia Lazzarini, l’attrice preferita da Giorgio  Strehler, interpreta alla perfezione il suo ruolo.

Racconta, leggendo, la storia di questa donna, Mariuccia Giacomini, presente in sala alla prima e che ha commosso tutti salendo sul palcoscenico alla fine dello spettacolo per ricevere i dovuti omaggi floreali e l’applauso del pubblico. Il suo è un reading con la regia di Renato Sarti e la splendida, seppur apparentemente semplice scena di Carlo Sala.

Un telo di juta, lacerato e vecchio, copre metà della scena formata da un tavolo celato a metà.

Le luci mutano al racconto illuminando il telo che risulta sempre più grande in una illusione ottica che porta ad immaginare le scene raccontate mirabilmente dall’attrice, sul telo stesso, quasi a svolgersi di un film. Prendono vita così gli ospiti del manicomio, gli infermieri, i caporeparto, i parenti in visita.

Una vita difficile, di reclusione e di soprusi, di nonnismo e di violenza. Un sistema che Basaglia ha cambiato e Mariuccia c’era anche in quel cambiamento. Ha seguito i centri sociali, accompagnato i malati scoprendo che erano individui e non inanimati come il precendente pensiero voleva far intendere.

Ricorda con dolore tutti i vari passaggi, le sperimentazioni, i reparti.  Ricorda persino la parte del post morte, con gli studi sui cadaveri. Elettroshock, trami clinici, curaro, virus per febbre, lobotimizzazione. Uno spaccato di storia terribile avvenuta in tempo di pace a casa nostra, in uno dei giardini più belli di questa città che ora ospita un parco delle rose ammirato da tutti.

Un padiglione tra tutti scuote maggiormente, ed è quello dove venivano rinchiusi i bambini difficili, ma anche quelli senza genitori, quelli caratteriali o quelli ritardati. A loro era riservato lo stesso trattamento degli altri internati, trattamento che li portava direttamente alla morte attraverso grandissime sofferenze, alle quali si ribellavano e per questo venivano incatenati ai propri letti.

Fu il primo padiglione che Basaglia smantellò, e anche per questo fu amato in quel periodo di rivoluzione. Ma non fu facile cambiare la mentalità della gente, insegnare l’accoglienza. I matti sono brutti da vedere perchè portano sul volto i segni della violenza dello spirito.

Iniziarono dunque i corsi per gli operatori, smisero l’uso delle divise e iniziarono a far uscire i malati, mescolandoli tra la gente, alla fine non si distingueva più il sano dal bisognoso.

Il manicomio in fondo è il luogo dove ci sono gli schemi mentali nostri, di quelli considerati sani. I matti non hanno schemi mentali, per questo fanno paura.

Una serata di grandissima forza e di interpretazione di massimo livello, maggiorata dal fatto che si svolgeva nella città dove tutto questo è accaduto.

©Laura Poretti Rizman

Giulia Lazzarini, foto fornita da Il Rossetti e Il Miela
Giulia Lazzarini, foto fornita da Il Rossetti e Il Miela

Muri con Giulia Lazzarini al teatro Miela – altripercorsi

“Giulia Lazzarini è l’emozionante protagonista di Muri- prima e dopo Basaglia lo spettacolo scritto e diretto da Renato Sarti in scena dal 12 al 14 marzo al Teatro Miela per il cartellone altripercorsi dello Stabile regionale. Il testo nasce sulla base di testimonianze di alcune infermiere che erano in servizio all’Ospedale Psichiatrico di trieste durante il periodo della rivoluzione basagliana”.

È la rivoluzione basagliana al centro del prossimo appuntamento con la stagione altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, al Teatro Miela, frutto della sinergia che lega le due istituzioni teatrali nel corso della stagione 2013-2014.
Lo spettacolo in scena dal 12 al 14 marzo sarà infatti Muri- prima e dopo Basaglia scritto e diretto da Renato Sarti e interpretato da un’impeccabile, emozionante Giulia Lazzarini.

«Nel 1972 avevo appena incominciato a fare l’attore in un piccolo gruppo teatrale a Trieste – scrive Renato Sarti presentando Muri – e la direzione dell’Ospedale Psichiatrico ci concesse l’uso del teatrino situato nel comprensorio manicomiale a condizione che, durante le prove e gli spettacoli, fosse consentito l’accesso agli utenti. Durante le prove nel teatro venivano spesso degli utenti, fra questi c’era Brunetta, una ragazza lobotomizzata, che aveva marchiata sul volto tutta la violenza di cui le istituzioni sono capaci. (…) Nel ’74 sono venuto a Milano a fare teatro. Brunetta non c’è più da parecchi anni, ma i suoi sguardi e la sua storia fanno indelebilmente parte della mia».
Attore, regista e autore di testi teatrali rappresentati in Italia e all’estero – fra cui Muri – Renato Sarti ha dedicato tutto il suo impegno al teatro politico e sociale e in questo spettacolo ne dà atto, toccando con delicatezza ma anche con potente coinvolgimento emotivo i temi della rivoluzione basagliana, rivoluzione che avrebbe salvato e tutelato la dignità di persone come Brunetta.

Muri-prima e dopo Basaglia nasce sulla base di alcune testimonianze di infermiere – soprattutto di Mariuccia Giacomini – che avevano lavorato nell’Ospedale Psichiatrico di Trieste nel periodo immediatamente precedente e durante la rivoluzione di Basaglia: testimoni di uno dei momenti più importanti per il nostro Paese, sul piano della conquista sociale, umana e civile.

Prima di Basaglia, il personale ospedaliero aveva il compito di pulire e custodire il malato, che perdeva in qualche modo la sua identità di persona e verso il quale venivano spesso rivolte “cure” che oggi ci appaiono nella loro efferata realtà: docce fredde a volte letali, psicofarmaci, pestaggi, elettroshock, lobotomia. Coercizione e violenze che con Basaglia scompaiono in favore di due fondamentali parole chiave: rispetto e dialogo. Diviene così naturalmente labile la distanza fra chi è malato di follia e chi è lì per curare quella follia: e scatta una complicità benefica, nel segno della condivisione della sofferenza umana…

Anche le infermiere dunque, oltre che i pazienti, hanno vissuto una sconvolgente evoluzione in quegli anni. E commuove sentirne dare atto dalla voce di Giulia Lazzarini, attrice semplice e sublime, amatissima da Giorgio Strehler, che per interpretare questo ruolo ha scavato in ogni piega con sensitività, senza mai ricorrere a facili, retorici effetti ma partecipando al messaggio del testo con immensa generosità: «non recita, ma vive il personaggio» hanno detto i critici di lei, conquistati dalla sua prova, fin dal debutto di Muri.

«L’infermiera del testo – spiega ancora Sarti – rivive la sua esperienza di tre decenni, riflette su quello che ha visto e vissuto in ospedale e lo fa con una nostalgia particolare (ma quela del poeta, quela che te sa tropo ben che non pol tornar), ma soprattutto con la lucidità estrema, quasi spietata, di chi si rende conto che la spinta di quegli anni si è affievolita, e rischia di finire inghiottita dall’indifferenza che – in un brusio continuo di antenne e motori – sempre di più ci avvolge e ottunde». Ed è proprio questo uno dei messaggi da leggere nello spettacolo: la necessità di conoscere e difendere l’opera basagliana, consci che in questa come in tutte le conquiste della storia e dell’uomo, le lancette del tempo non si possono né si devono portare indietro.

Muri- prima e dopo Basaglia scritto e diretto da Renato Sarti è interpretato da Giulia Lazzarini.
Le musiche sono di Carlo Boccadoro, le scene di Carlo Sala e le luci di Claudio De Pace.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro della Cooperativa in coproduzione con Mittelfest, con il sostegno della Regione Lombardia progetto Next e della Provincia di Trieste.

Va in scena in abbonamento per il cartellone altripercorsi del Teatro Stabile regionale, dal 12 al 14 marzo al Teatro Miela, con inizio alle ore 21.

Biglietti ancora disponibili presso i punti vendita e i circuiti consueti dello Stabile regionale e sul sito del teatro www.ilrossetti.it.

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