Rumiz apre UFO residenze d’arte non identificate 2019

Paolo Rumiz, foto fornita da Daniela Sartogo


Primo avvistamento “UFO” anno 2019 previsto domani 16 maggio alle ore 18 all’Università degli Studi di Trieste in via Filzi nell’Aula Magna della Scuola Interpreti e Traduttori. Con questo incontro prende il via il secondo anno del progetto sulle “residenze d’arte non identificate” ideato e diretto dall’attrice, regista e drammaturga Marcela Serli per il Teatro La Contrada di Trieste, nato per aprire un dialogo creativo tra gli artisti, la città di Trieste e le sue comunità culturali e scientifiche attorno ai temi del nostro presente attraverso le arti. L’evento si svolge sotto l’egida di proESOF e si inserisce nel più generale intento da parte dei sostenitori del progetto, il MiBACT e Regione FVG  di incrementare su tutto il territorio le residenze d’arte insieme ai partner quali l’Università degli Studi di Trieste, la SISSA, il Conservatorio G. Tartini di Trieste e, novità di quest’anno, l’ICTP, il Centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam.Luoghi che sono solitamente spazio di ricerca e che durante le residenze si trasformeranno in spazio performativo; istituzioni che da moltissimi anni operano sul territorio ospiteranno artisti contemporanei in linea con il tema complessivo, individuato e proposto dalla direzione artistica in un dialogo continuo con le istituzioni. Quest’anno coinvolti diversi nomi importanti e riconosciuti in ambito internazionale a partire da Paolo Rumiz.Lo scrittore, editorialista e giornalista triestino, uno dei più grandi esperti e amanti di viaggi, racconterà il suo modo di approcciare e incontrare le persone. Tra i temi di questo secondo anno del progetto UFO vi è anche il “narrare camminando” caratteristica di questo autore triestino di nascita ma cosmopolita. Rumiz è infatti l’ultimo grande viaggiatore dei nostri tempi, le sue rotte non sono mai mosse dal desiderio di “esotismo”, ma dalla necessità di conoscere il diverso. «Le persone per me sono molto più importanti dei luoghi. Io ho bisogno di incontri, di incontri imprevisti, se no non funziona». Con lui, quindi, il pubblico scoprirà come adeguare l’andatura ai luoghi, come attirare l’attenzione di un possibile interlocutore, come scegliere il vestito giusto in territori potenzialmente ostili. E, ancora, come raccogliere appunti senza dare nell’occhio, come sopravvivere con un bagaglio leggero e tanti altri trucchi utili, rivelati da un viaggiatore che si autodefinisce “impenitente”.

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