Souper

“Fausto Paravidino dirige gli attori della Compagnia Stabile in Souper di Ferenc Molnàr, leggera e pungente commedia sulla corruzione che si svolge durante una sofisticata cena di società, turbata dall’arresto del padrone di casa.  Per la nuova produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia debutto il 5 maggio a Trieste e repliche alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti fino al 22 maggio 2016. Lo spettacolo sarà in tournée anche nella stagione 2016-2017”.
foto fornita dal Teatro Stabile del FVG
foto fornita dal Teatro Stabile del FVG
Cena di lusso a casa di un direttore di banca: ospiti illustri, abiti eleganti, brillante conversazione. E proprio mentre il padrone di casa celebra con un discorso i propri successi, un’interruzione educata ma ferma: il signore è accompagnato al commissariato.
Ferenc Molnàr – autore acuto e raffinato – inventa in Souper una pièce pungente, dagli accenti attuali che la direzione del Teatro Stabile regionale ha scelto quale testo per l’ultima produzione da varare nella stagione 2015-2016.
Fausto Paravidino – artista completo, autore e regista di grande talento – dirige in quest’occasione l’intera Compagnia Stabile e firma una messinscena raffinata e piena di sorprese.
Souper di Ferenc Molnàr debutta dunque a Trieste, alla Sala Bartoli, giovedì 5 maggio alle ore 21 e vi replica fino a domenica 22 maggio: alle date in sede seguirà, anche nella stagione 2016-2017, una tournée italiana.
Ne sono protagonisti Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis (attrice ospite), Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos che ammireremo in costumi elegantissimi e in atteggiamenti accenntamente grotteschi.
Con una capacità straordinaria nel costruire dialoghi che, attraverso la massima levità, in un momento spalancano davanti agli occhi dello spettatore mondi ben più grevi, Molnàr – celebre per essere l’autore de I ragazzi della via Pàl – si rivela, in Souper, drammaturgo acutissimo e presago, elegantemente provocatore e capace di dipingere una società in cui la corruzione sembra il tratto essenziale. Una corruzione che non lascia scoperta alcuna ruota dell’ingranaggio, perfettamente oliato, entro cui la Classe Dominante si muove. È un mondo lontano dal nostro quotidiano? A vedere le reazioni dei singoli personaggi ai vari coups de scène che si susseguono nella serata, non sembra proprio. La casta, gli interessi, i tradimenti, i regali, i ricatti, il gioco degli amanti e degli affari non sono affatto così lontani da noi.
«L’attualità è nel testo e non credo che vada particolarmente forzata – commenta infatti il regista – perché l’attualità vera a teatro annoia: vederla in scena ti fa assistere a qualcosa di già vecchio… Invece è più divertente trovare l’attualità nei testi scritti tanto tempo fa: si fa il percorso inverso. Si guarda la nostra attualità del momento e si scopre che non è attualità per niente, che più o meno siamo fatti sempre così! L’effetto che si ottiene è di perdere quella specie di presunzione per cui crediamo di essere speciali… Ad esempio siamo – giustamente – così sconvolti dalla nostra corruzione, che sembra sia stata inventata adesso… E invece c’è una notizia più cattiva: che i meccanismi della nostra corruzione sono così antichi che ci si scrivevano sopra commedie nel primo Novecento facendoci grandi sghignazzate. Ecco la vera componente d’attualità. Mi sembra fra l’altro che, disgraziatamente, questi personaggi di Molnar siano dentro meccanismi di corruzione “legale”, sembrano autopercepirsi come brave persone, non hanno il gusto di sentirsi dei gangster!  Chi ci ricordano? L’operazione che sto facendo è di cercare di permettere a questo testo di parlarci, senza attualizzarlo… I personaggi non si danno più del “voi” ma del “lei”: il resto è rimasto Molnàr».
«In Molnàr – prosegue Fausto Paravidino – ho scoperto un autore formidabile, preciso, che conosce molto bene il teatro e scrive soltanto quello che gli serve. Souper è una pièce precisissima in cui non può succedere mai niente due volte: dura pochissimo, come un fulmine, e ne ha l’effetto. Una storia piccola ma molto sottile, mai banale. In prima lettura parla di un mondo di corrotti: ma anche qui, Molnàr non è uno “schifista” non si diverte a farti vedere come siamo brutti, è un amante fine dell’essere umano»
Ungherese, Ferenc Molnàr (1878-1952) appartiene giovanissimo all’ambiente bohémien del Caffé New York, nel cuore della capitale ed esordisce come scrittore sostituendo una propria novella ad una di Anatole France, che avrebbe dovuto tradurre per la pubblicazione su un giornale. Fra i suoi maggiori successi non si può non citare il romanzo che gli assicura la notorietà mondiale, I ragazzi della via Pàl del 1906, in cui racconta lo scontro fra due bande di adolescenti, preceduto da La città affamata e dal racconto Danubio blu.
Ma è probabilmente il teatro a permettergli di esprimere appieno il suo talento. Crea commedie gustose e intelligenti, a partire dal 1902, con Il signor dottore, per passare poi attraverso veri capolavori, come Il diavolo (1907) – in cui mette a confronto una moglie bigotta con i propri desideri taciuti – o Liliom (1909) che fonde vicende terrene e ultraterrene, una vera innovazione portata da Molnàr nella struttura della commedia.
Concretizza dunque nel teatro la propria abilità di creare efficaci architetture drammaturgiche e la sua eccellente capacità d’inventare dialoghi raffinati, brillanti, ironici ma sfiorati talvolta da una lieve malinconia. Nei suoi lavori raffigura il mondo che lo circonda con spirito critico e un’acutezza senza tempo, ma s’ispira anche a orizzonti più fiabeschi e fantasiosi. Riserva una certa simpatia per i farabutti, pur partecipando sinceramente per chi subisce ingiustizie sociali.
Di origini ebraiche, agli albori della seconda guerra mondiale fugge negli Stati Uniti, dove continua a scrivere e lavorare. Molte delle sue commedie – come Il cigno, divenuto un delicato film con Grace Kelly – sono state adattate da penne celebri, quali Tom Stoppard o Arthur Miller, per la radio ed il cinema.
Souper di Ferenc Molnàr viene messo in scena nella traduzione di Ada Salvatore e nell’ adattamento di Fausto Paravidino che firma anche la regia. Le scene sono di Laura Benzi, i costumi di Sandra Cardini, il suono ed i video di Daniele Natali, le luci di Alessandro Macorigh.
Lo spettacolo è una nuova produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
I ruoli sono così distribuiti: Riccardo Maranzana (il padrone di casa), Maria Grazia Plos (la padrona di casa), Adriano Braidotti (il consigliere), Lara Komar (la signora del consigliere), Francesco Migliaccio (il vecchio dottore), Ester Galazzi (la baronessa), Filippo Borghi (un giovinotto), Andrea Germani (un capitano), Francesca De Benedittis (cameriera).
Souper di Ferenc Molnàr debutta in prima nazionale a Trieste, alla Sala Bartoli giovedì 5 maggio alle 21, le repliche proseguiranno fino a domenica 22 maggio: di martedì e venerdì lo spettacolo si terrà alle 19.30, la domenica alle ore 17, nelle altre recite (mercoledì, giovedì e sabato) inizierà alle ore 21. È inserito nel cartellone Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Per prenotazioni e per l’acquisto dei posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
Friuli Venezia Giulia
foto di Simone Di Luca fornite dal Teatro Stabile del FVG
foto di Simone Di Luca fornite dal Teatro Stabile del FVG
foto di Simone Di Luca fornite dal Teatro Stabile del FVG

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