Tempo di CHET. La Versione di Chet Baker

UNA STAGIONE SUL SOFÀ
Il Nordest in tournée

venerdì 3 aprile, ore 20.00
spettacolo in versione integrale www.teatro-bolzano.it
Tempo di CHET. La versione di Chet Baker

testo Leo Muscato e Laura Perini
musiche originali Paolo Fresu
regia Leo Muscato
scene Andrea Belli
costumi Silvia Aymonino
light designer Alessandro Verazzi
con Paolo Fresu (tromba), Dino Rubino (piano), Marco Bardoscia (contrabbasso)
e con Alessandro Averone, Rufin Doh, Simone Luglio, Debora
Mancini, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Graziano Piazza, Laura Pozone
produzione Teatro Stabile di Bolzano 2018/2019

Tempo di Chet_T.Le Pera, foto fornita da TSFVG

Tempo di CHET. La versione di Chet Baker è la produzione del Teatro Stabile di Bolzano nata dalla fusione e dalla sovrapposizione tra scrittura drammaturgica di Leo Muscato e Laura Perini e partitura musicale curata e interpretata dal vivo da Paolo Fresu.
Diretto da Muscato, lo spettacolo Tempo di CHET. La versione di Chet Baker fa rivivere uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento in un flusso organico di parole, immagini e musica che rievocano lo stile lirico e intimista di questo jazzista tanto maledetto quanto leggendario. Dopo il debutto bolzanino, lo spettacolo conoscerà un’importante tournée nazionale pluriennale.
Paolo Fresu alla tromba e al flicorno, Dino Rubino al piano, Marco Bardoscia al contrabbasso saranno le voci evocative di un cast d’eccellenza composto da Alessandro Averone, Rufin Doh, Simone Luglio, Debora Mancini, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Graziano Piazza e Laura Pozone. La regia di Muscato modula l’incessante oscillare tra passato e presente che fa affiorare fatti ed episodi disseminati lungo l’arco dell’esistenza di Chet Baker, da quando bambino suo padre gli regalò la prima tromba, fino al momento prima di volare giù dalla finestra di un albergo di Amsterdam. Le scene sono di Andrea Belli, i costumi di Silvia Aymonino e il disegno luci di Alessandro Verazzi.
«Ogni apparizione apre il sipario su una fase della vita dell’artista, che ha passato molti periodi lavorando e vivendo in vari luoghi d’Italia, facendo emergere anche il sapore di epoche diverse, di differenti contesti socioculturali e visioni del mondo. Si delinea la figura del grande trombettista, che fra sogni, incertezze, eccessi ha segnato una delle pagine più importanti della storia della musica» commenta il regista.
«Se la sua vita e la sua morte sono ancora oggi avvolte dal mistero, la sua musica è straordinariamente limpida, logica e trasparente, forse una delle più razionali e architettonicamente perfette della storia del jazz» riflette Fresu «Ci si chiede dunque come mai la complessità dell’uomo e il suo apparente disordine abbiano potuto esprimersi in musica attraverso un rigore formale così logico e preciso».

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