Un’altra Cenerentola

Gli allievi dell’Associazione StarTs Lab diretti da Luciano Pasini sono protagonisti di “Un’altra Cenerentola” in scena da venerdì 16 novembre al 2 dicembre. Lo spettacolo, musicale e ricco di magia è una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con l’Associazione StarTs Lab

Luciano Pasini, questa volta ha superato se stesso con questo spettacolo che rivoluziona Cenerentola associandola a un’altra figlia di un Dio diverso ma non per questo troppo distante dal destino della protagonista della fiaba popolare originaria probabilmente della Cina, o secondo altri dell’antico Egitto.

La favola è stata narrata in ogni parte del mondo, ed è anche stata ripresa in molte versioni, tra le più note quelle di  Giambattista Basile (La gatta Cenerentola), scritta in napoletano e antecedente alle versioni di Charles Perrault e dei fratelli Grimm.

Anche il cinema ha abbondantemente sviluppato il tema tra cartoni animati e cinema di recitazione, sia usando le storie originali, sia traendone spunto per creare nuove Cenerentole alla ricerca del principe azzurro, figura quanto mai dissacrata in quanto oltre alla bellezza, a mio modesto parere, presentava sempre troppa superficialità passando abbandonatemente in secondo piano.

In questa riedizione, colpisce la il parallelismo con una crudeltà odierna peggiore di quanto si potesse immaginare al tempo della prima narrazione della favola.

Una matrigna cattiva è brutta cosa, ma far saltare in aria madri e figli per una guerra non voluta e non capita è ancora peggio.

Un plauso immenso all’ideatore dunque per questo spettacolo che già di suo, per l’impegno dato a formare giovani amanti della recitazione e del canto, varrebbe la pena d’esser nominato tra i giusti.

Bravi i bimbi tutti, tra i quali spiccano voci eccelse di gran potenza, come la cenerentola afgana e la sorellastra che nel coro, inaspettatamente, colpisce con la sua notevole vocalità, nella rappresentazione di pomeridiana di domenica 18 novembre.

Un’altra Cenerentola

di Luciano Pasini
liberamente tratto da “Cenerentola” di Charles Perrault e “Wanting mor” di Rukhsana Khan
regia di Luciano Pasini
musiche a cura di Luciano Pasini
editing Marco Steffé
costumi di Sara Bessich
suono di Borut Vidau
luci di Davide Comuzzi

con gli allievi Sara Aiello, Loris Alberti, Nassima Bakhti, Alessio Bernardi, Evita Bertolini, Vittoria Biloslavo, Caterina Bonetta, Virgilio Bordon, Bianca Borghesi, Giorgio Borghesi, Loris Carboni, Laura Cecchelin, Susanna Cerna, Angela Cotterle, Daniele Cruciani, Sara Despotovic, Daniela Feroleto, Sebastiano Foti, Margherita Girardelli, Leon Kelmendi, Caterina Lanza, Virginia Lanza, Giovanni Lesini, Emma Ligozzi, Simone Lippolis, Sofia Maiola, Sofia Manetti, Matilde Marino, Giulio Marino, Ester Mauri, Sofia Rosie Myers, Caterina Morganti, Gabriele Pacini, Edoardo Pahor, Miriam Pangrazzi, Stefano Parmesan, Letizia Paschina, Beatrice Patisso, Giulia Pergola, Nicolò Perillo, Olivia Perotti, Mattia Sferch, Bianca Sibenik, Matteo Surez, Giovanni Tomasi, Caterina Trevisan, Gioia Turco, Angelica Valerio, Ilaria Vecchiet, Nicolò Venezia, Lorenzo Verga Falzacappa, Anna Vlacci, Giulia Zerjal, Caterina Zoppolato, Filippo Zoppolato

Lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con l’Associazione Culturale StarTs Lab.

“Un’altra Cenerentola” va in scena alla Sala Bartoli da venerdì 16 novembre a domenica 2 dicembre: informazioni su orari degli spettacoli o prezzi dei biglietti ancora disponibili si trovano nei consueti punti vendita oppure in internet accedendo direttamente dal sito del Teatro, www.ilrossetti.it. Per ogni informazione ci si può rivolgere anche al numero 040. 3593511.

Laura Poretti Rizman

 

 

foto fornita da Teatro Stabile del FVG

È una scelta coraggiosa e insolita, ma non azzardata, quella che ogni anno fa il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, quando produce e inserisce nella propria programmazione ufficiale lo spettacolo degli allievi dell’Associazione Culturale starTs Lab.

Questi ragazzi, diretti da Luciano Pasini, per un anno studiano teatro nel modo più coinvolgente e completo: i loro sforzi (svolti con serietà e parallelamente

agli obblighi scolastici e sportivi) sono necessari per presentarsi in scena ed hanno il risultato di condurre ogni anno a un lavoro degno di essere visto, valutato e applaudito da un pubblico eterogeneo.

Sarà così anche per “Un’altra Cenerentola” che va in scena alla Sala Bartoli da venerdì 16 novembre (debutta alle 19.30) a domenica 2 dicembre, inserita fra gli “Eventi speciali” della stagione 2018-2019.

L’allestimento nuovo fa seguito a una lunga schiera di successi, amati da spettatori adulti e “in erba”: dal delizioso “Ventimila leghe sotto i mari” a “ Le avventure di Gian Burrasca”, da “Il mago di Oz” a “Il sogno di Alice”.
Luciano Pasini, direttore del Laboratorio e regista dello spettacolo s’ispira ancora una volta alla letteratura per ragazzi, con “Cenerentola”.

Per la verità, quella interpretata dai giovani attori sarà “Un’altra Cenerentola” perché sul palcoscenico intreccia la “Cenerentola” di Charles Perrault agli accenti reali del romanzo “Wanting mor” di Rukhsana Khan, pluripremiata scrittrice pachistana, emigrata in Canada.
«Cosa unisce la Francia del 1600 all’Afghanistan del terzo millennio?» spiega Luciano Pasini a proposito dello spettacolo. «Un sottile filo rosso tenuto dalle mani di due bambine. Bambini bistrattati, maltrattati, abbandonati a volte addirittura venduti e resi schiavi e spesso l’unico strumento che hanno è il sogno. Sognare di poter incontrare un principe che si innamori di te e ti sposi o sognare di poter studiare, sognare in ogni caso di poter diventare una persona libera e non più dimenticata. Il mio spettacolo non vuole essere un barricadiero teatro di denuncia politica o sociale, tanto più che sarà edulcorato dalla presenza dei personaggi della fiaba di Perrault addirittura in chiave disneiana, ma sono certo che lo spettatore attento saprà cogliere il pensiero che mi ha portato ad occuparmi di Cenerentola».

 

Come sempre, gli allievi attori metteranno in gioco tutti i linguaggi del teatro: la messinscena, così come la loro formazione, fonde infatti musica, canto, coreografia alla recitazione e li impegna in un’espressività “a tutto tondo”.

Fondamentale dunque il contributo delle insegnanti che, assieme a Pasini, aiutano pazientemente il loro talento a sbocciare: Noemi Calzolari si occupa dell’educazione al linguaggio e Daniela Ferletta dell’educazione musicale.
Speciale anche l’impegno dedicato ai costumi, fantasiosi capolavori di Sara Bessich che riescono a connotare anche quella dimensione fiabesca dove è possibile che una fata con “un po’ di velo color del cielo” apra le porte a ogni bambina verso la realizzazione di un sogno.

 

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