Chiunque veda e dipinga un cielo verde e un pascolo azzurro, dovrebbe essere sterilizzato.
Adolf Hitler
Molte tra le persone del pubblico si sono recate a Teatro per vedere la grande attrice televisiva e cinematografica che ha riscontrato tanto successo dovuto anche alla sua simpatia prorompente. Molti però sono gli attori che non riescono ad identificare nella realtà il personaggio che propongono e così la curiosità era alta. Oltretutto recitare su di un palcoscenico non sempre equivale a recitare dietro ad una cinepresa che ti permette di rifare la scena molte volte fino ad ottenere un risultato perfetto.
Veronica Pivetti ha confermato però le aspettative, superandole di molto. Non solo ha dimostrato di essere una gran attrice anche su di un palcoscenico teatrale, ma ha soprattutto dimostrato doti canore inaspettate.
Lo spettacolo è molto curato, seppur apparentemente di gran semplicità, ma proprio in questo sta la sua eccellenza. Le scene apparentemente scarne e grigie, si animano di poco, ma riescono a trasformare i momenti mantenedo il senso del periodo storico di buia dittatura.
La regia ha voluto introdurre un linguaggio attuale in un contesto storico passato, che ha ottenuto un grande effetto.
I costumi erano molto curati e di gran qualità, così gli effetti luci e soprattutto la calibrazione del suono. Perfino gli attrezzisti che a malapena si intravedevano mentre spostavano le scene, erano vestiti come fossero comparse.
Una compagnia di attori che viaggia nel tempo, lasciando tracce di guitti di strada e di rapper, una musica che ci ricorda i carrozzoni portanti gli spettacoli nei villaggi, fluiscono verso una Berlino che sta mutando e che con fatica il mondo dell’arte contrasta. I salti nel tempo voluti dal regista destabilizzano ma rendono evidente il rischio sempre presente di cadere in trappola in una rete dittatoriale dove la mancanza di libertà massifica l’indipendenza di pensiero.
L’arte ancora una volta è la salvezza in un mondo dove a cicli alterni si cerca di renderla omogenea e controllata.
Il simbolo della mela rossa ad apertura di spettacolo, il fastidio all’imposizione d’essere in maniera assoluta perfetti, la ribellione alle conformità, la presa di posizione contro i soprusi, hanno chiuso un cerchio perfetto.
Mentre le luci della sala si spengono ed alcune fan rincorrono Giorgio Lupano per gli autografi di rito, io aspetto Veronica Pivetti per complimentarmi con lei, stimandola sia per la sua professionalità che per il suo impegno come donna a simbolo costante di una parità di genere.
Lo spettacolo Viktor & Viktoria, è il miglior modo di chiudere un cartellone ben riuscito, magari cantando insieme alla compagnia il ritornello : Il mondo cambia e cambierà la scena, Viola è il colore della libertà!
Laura Poretti Rizman
commedia con musiche liberamente ispirata all’omonimo film del 1933 di Reinhold Schünzel
versione originale Giovanna Gra
regia Emanuele Gamba
con Veronica Pivetti, Giorgio Lupano, Yari Gugliucci
e con Pia Engleberth, Roberta Cartocci, Nicola Sorrenti
scene Alessandro Chiti
costumi Valter Azzini
luci Alessandro Verazzi
musiche originali e arrangiamenti Maurizio Abeni
aiuto regia Vittorio Testa
a. ArtistiAssociati / PIGRAsr
Da venerdì 13 aprile a lunedì 16 aprile al Teatro Orazio Bobbio la Contrada mette in scena l’ultimo appuntamento della stagione: Veronica Pivetti, insieme a Giorgio Lupano, si cimenta nell’insolito doppio ruolo di Viktor/Viktoria, nato sul grande schermo e per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale.