Niente può salvarci la vita come ridere di noi stessi.
Emiliano Luccisano
Due ore di one man show è stata quella proposta al Teatro Orazio Bobbio il 6 ottobre scorso.
Emiliano Luccisano è salito sul palcoscenico per inaugurare la stagione degli eventi speciali del cartellone 2023 2024 della Contrada di Trieste con il suo spettacolo Boom con un monologo senza sosta.
Un monologo che canzona il nostro vivere quotidiano, nel quale tutti noi ci rivediamo e ridendo con l’artista per le sue gag, ridiamo di noi.
Emiliano Luccisano abbozza solamente ai personaggi che il grande pubblico ha avuto ed ha la possibilità di conoscere attraverso i suoi canali ed i mass media; il suo spettacolo è un travolgimento totale nell’osservazione della società e dei suoi comportamenti più assurdi.
Grande prova di attorialità dimostrando di saper stare sul palcoscenico senza grandi effetti speciali o musiche di sorta evidenzia una grande personalità artistica che concentra su di sé tutta l’attenzione del pubblico.
Laura Poretti Rizman
VENERDì 6 OTTOBRE “BOOM” DI E CON EMILIANO LUCCISANO ALZA UFFICIALMENTE IL SIPARIO DEL TEATRO ORAZIO BOBBIO CON IL PRIMO DEGLI SPETTACOLI TRA GLI “EVENTI SPECIALI”
Il 6 ottobre sarà Emiliano Luccisano ad inaugurare gli eventi speciali della nuova stagione della Contrada di Trieste, alle 20.30, al Teatro Orazio Bobbio, con “Boom”, la satira della quotidianità, uno dei monologhi più divertenti degli ultimi anni. Classe 1987, si definisce comico, autore e regista. Arriva a Nordest, per la prima volta a Trieste, per raccontare con ironia un po’ di romanità, partendo da Centocelle, il quartiere di Roma che gli ha dato i natali, la vita reale ma anche e soprattutto quella virtuale, quella dei social network, che ci fa “scoppiare”.
Alla domanda come stai? risponde: «Sono ancora vivo! Di questi tempi e con questi ritmi…Da Napoli a Trieste, sto arrivando! Zaino in spalla.»
Si racconta: «Sono cresciuto a Centocelle, la periferia romana che negli anni ’80 non era più quella pasoliniana ma piena di quella criminalità banalotta di quartiere.»
La popolarità la misura in milioni di visualizzazioni anche se ha una storia che inizia molto prima di TikTok o di Instagram. È una storia di accademia, di laboratori, di giornate intere passate a scrivere prima per gli altri e poi per se stesso (autore per anni, fra i vari anche di “Made in Sud” e “Dado” e vincitore del premio della Satira 2015).
Una vita che improvvisamente, come quella di tanti, è stata costretta sui social network dall’inizio della pandemia, quando si è ritrovato solo a girare video sui sedili della sua Panda assegnando a se stesso i tre personaggi della tripartizione verdoniana, «il normale, il coatto e il fessacchiotto, che poi sarebbero la trasposizione del buono, del brutto e del cattivo dei western». che per lui poi si è rivelata una fortuna. Da lì il successo e l’invito a girare l’Italia, di palco in palco.
Come descrive Boom? «Il titolo fa intendere che è uno spettacolo esplosivo ma in realtà il concetto da cui parto è che io, come tanti, sono scoppiato. Abbiamo troppi mondi da gestire, quello reale, quello virtuale, il metaverso….tutto ciò crea una serie di isterismi perchè non siamo pronti a gestire tutto questo e mescoliamo il mondo reale con quello virtuale e combiniamo delle metacavolate».
Viviamo una situazione quotidiana in cui l’italiano medio è bombardato da post, tendenze, contenuti, foto, ricette fino a scoppiare. «Abbiamo iniziato a complicare anche le cose più semplici, io parlo tanto del cibo ad esempio e del fatto che abbiamo iniziato ad usare questo hashtag “#foodporn” che è quello più usato al mondo, con queste foto in cui tutto fila, tutto cola, dove il cibo è seducente, suadente e uno non sa neanche più quale organo si deve attivare!».
E poi allora la body positive, la body neutrality, il bodyshaming…se mangi e quanto mangi, in che giorni, quante volte.. lo gestisce l’algoritmo del web, come tutta la tua vita.
Alla fine concludiamo la telefonata con la classica domanda: un romano in Friuli Venezia Giulia, a Trieste, per la prima volta, cosa ti aspetti? «Mi hanno già mandato una serie di schede guida su come ordinare il caffè, c’ho il terrore! Mi sa che me lo porto da casa perchè mi sembra complicatissimo…e poi mi hanno detto “porta il kway che c’è un po’ di vento e vai a fare benzina in Slovenia” ».
Aspettatevi venerdì una raffica di battute che stigmatizza la quotidianità di ciascuno di noi, per ridere di noi stessi, perchè è sempre meglio che piangere.
Prenotazioni e prevendita sulla App della Contrada, su Contrada.it e Vivaticket.it, al Ticket Point di Corso Italia e alla biglietteria del Teatro Bobbio.