“Nel corso di una cerimonia che si è tenuta giovedì 2 giugno alle ore 10.30 al Politeama Rossetti, è stato scoperto un ritratto scultoreo dedicato alla memoria di Ugo Irneri che restituì alla città di Trieste il suo splendido teatro dopo molti anni d’abbandono”.
Un ritratto scultoreo dedicato alla memoria di Ugo Irneri sarà scoperto nel Foyer “Vittorio Gassman” del Politeama Rossetti nel corso di una cerimonia che si terrà giovedì 2 giugno alle 10.30 alla presenza dei familiari, dei rappresentanti delle istituzioni e dei vertici del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
L’iniziativa nasce dal desiderio di rendere omaggio a Ugo Irneri – personaggio di elevatissimo profilo, che con la sua intuizione e il suo lavoro ha portato la città di Trieste ad altissimi livelli nel mondo delle assicurazioni e non solo – e di ricordarne in particolare la sensibilità per l’arte nonché il senso di responsabilità e la generosità che ha sempre mostrato verso la collettività.
Ne è chiaro esempio la storia del Politeama Rossetti, oggi fra le icone della città, un teatro amato dagli artisti di tutto il mondo e dal pubblico, da sempre punto di riferimento culturale e artistico di un vasto territorio. Un bene inestimabile che – se non fosse stato per l’intervento di Ugo Irneri e del suo Lloyd Adriatico – sarebbe stato condannato a un destino di rovina.
Costruito nel 1878 su progetto dell’architetto genovese Nicolò Bruno, il Politeama fonde canoni ingegneristici moderni a forme architettoniche eleganti che rispondono all’Eclettismo. Il teatro si impose nella vita culturale della città, forte della sua notevolissima capienza (5.000 posti nell’Ottocento, poi ridotti circa a 1500 fra platea, palchi e due ordini di gallerie), del vasto palcoscenico e della bella sala con la possibilità di aprire il golfo mistico. Ospitò dalle stagioni liriche alle operette, dalle serate futuriste agli spettacoli di rivista, dalla programmazione cinematografica alla prosa e – come suggerisce il nome “politeama” – generi anche molto diversi e curiosi, compresi la boxe, il circo, gli spettacoli equestri e grandi balli cittadini. Vi si esibirono personalità di assoluto rilievo: da Franz Lehar (che vi diresse nel 1927) a Maria Callas, da Sara Bernhardt a Josephine Backer.
Il Politeama fu sottoposto ad un primo restauro dopo i primi cinquant’anni di attività – curato dall’architetto triestino Umberto Nordio – che rese l’edificio più funzionale e più accogliente negli interni (risale ad allora la decorazione del foyer con i quattro rilievi del Mascherini), e proseguì la sua fitta attività fino al 1956, quando fu chiuso per dodici anni.
Un periodo di abbandono che pesò molto sull’edificio, che alla fine degli anni Sessanta era in totale degrado e addirittura a rischio di crollo nell’area del palcoscenico e delle coperture.
Fu allora che l’intervento di Ugo Irneri si rivelò essenziale per restituire alla collettività una struttura importante e preziosa.
Riportiamo il ricordo di Franco Zenari amministratore del Lloyd Adriatico (dal libro “1954-1994 Teatro da Trieste” ed Studio Tesi): «Dopo la demolizione del Teatro Nuovo, non solo lo Stabile, ma in genere la città soffriva per la mancanza di una sala teatrale in alternativa al Teatro Verdi, consacrato alla musica classica, con particolare riferimento alla lirica. (…) L’avv. Nino Pontini (della “Società dei Concerti”) puntò lo sguardo sul Politeama Rossetti che, chiuso da dodici anni, stava andando in rovina, dimenticato da tutti, in stato di completo abbandono. Prese contatto con chi scrive, allora amministratore del Lloyd Adriatico, ed incominciò così l’opera di seduzione di Ugo Irneri: facendo leva sul peso che aveva avuto il Politeama Rossetti nelle vicende dell’irredentismo triestino, sulla passione di Irneri per l’operetta di cui il Teatro di Viale XX Settembre era stato e poteva continuare ad essere il tempio, sul suo spiccatissimo senso civico, non fu difficile raggiungere lo scopo prefisso (…) Va rilevato tuttavia che l’impegno di quasi un miliardo tra acquisto, restauro ed imposte, era molto pesante per il Lloyd Adriatico che, nel 1967, era una compagnia che faceva i primi passi importanti sul mercato nazionale».
Grazie a quell’intervento generoso e fondamentale, in poco più di un anno il Teatro – affidato nuovamente alle cure dell’architetto Nordio – fu restituito alla città ed inaugurato con un concerto sinfonico nel giugno del 1969.
Nell’ottobre dello stesso anno si aprì con una applaudita edizione de “I nobili ragusei” di Marino Darsa, la prima stagione curata dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia al Politeama Rossetti.
Da allora lo Stabile regionale con orgoglio e gratitudine “abita” e fa vivere artisticamente questo prezioso e storico spazio.
«La cerimonia di questa mattina vuole essere una sia pur piccola testimonianza di gratitudine verso un imprenditore illuminato» ha commentato il presidente del Teatro Stabile regionale Francesco Granbassi. «Un uomo che con intelligenza e perseveranza ha creato, veramente dal nulla, un’azienda che ha portato grande benessere al nostro territorio e in tutta Italia. Si tratta di una bellissima storia tutta triestina. E proprio il senso di appartenenza alla comunità, l’amor di patria (il Rossetti è storicamente anche un simbolo patriottico) e l’amore per la cultura hanno spinto Ugo Irneri a diventare il mecenate di un recupero così importante. Ed oggi mi è molto caro ricordare, assieme ad Ugo Irneri, anche suo figlio Giorgio, nel giorno in cui – proprio oggi 2 giugno – compirebbe cent’anni, e il legame speciale che c’era tra padre e figlio. Un luogo comune afferma che dietro un grande uomo ci sia spesso una grande donna, e nel caso di Ugo Irneri era vero. Ma nella sua vita c’è stato anche un grande figlio. Ugo e Giorgio Irneri, all’epoca del restauro del Rossetti, condividevano il timone dell’azienda, il Lloyd Adriatico, che soprattutto grazie alle innovative idee di Giorgio Irneri aveva registrato in quegli anni una crescita prodigiosa, allineandosi alle grandi compagnie assicurative italiane. Abbiamo voluto collocare il busto leggermente volto verso il pubblico che affolla il foyer, affinché Ugo Irneri possa sempre vedere con soddisfazione la folla di persone che ancor oggi, grazie al suo intervento, ha reso felici… La rinascita del Rossetti, a fine anni ’60, è la testimonianza di come il recupero di un edificio possa essere motivo di crescita economica e soprattutto intellettuale per tutto il territorio.
Senza Ugo Irneri probabilmente ci sarebbe il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia; ma sicuramente non esisterebbe “Il Rossetti”».
Il busto è stato realizzato dallo scultore Davide Di Donato da un originale del maestro Nino Spagnoli.