L’amore fugge come un’ombra l’amore reale che l’insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l’insegue.
In una società malata che non riconosce la parità di genere, assistere ad una vendetta dapprima beffarda e poi crudele nei confronti di chi voleva oltraggiare due dame, potrebbe far piacere; eppure, dopo la visione dello spettacolo ed il salto emotivo che si prova tra commedia e dramma, la commiserazione per la spietatezza della pena induce riguardo nei confronti di un vecchio balordo.
Sir John Falstaff è un personaggio di William Shakespeare.
Il personaggio comico ama mangiare, bere e corteggiare le donne. Il suo esser spiritoso lo riesce a togliere spesso dai guai nei quali si mette. Shakespeare lo fa apparire nelle due parti di Enrico IV e nelle Allegre comari di Windsor per poi essere soltanto nominato in Enrico V, nel momento dell’annuncio della sua morte. Anche Arrigo Boito rimase colpito da questa figura per la stesura del libretto dell’omonima opera di Giuseppe Verdi.
Dalla commedia alla tragedia il passo per Falstaff è breve.
L’adattamento e la regia, dello spettacolo Falstaff a Windsor portato a Trieste al Teatro Orazio Bobbio per la stagione de La Contrada, è di Ugo Chiti.
Alessandro Benvenuti ne riveste in maniera eccellente, il ruolo del protagonista, con la collaborazione di tutta la compagnia composta da Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti ed Elisa Proietti.
Essenziali e ben equilibrate le scene di Sergio Mariotti, le luci a cura di Samuele Batistoni e le musiche a cura di Vanni Cassori. Nota di attenzione per i costumi, che nel caso del protagonista, rendono il personaggio aumentato di potere comico, al limite della farsa ed il protagonista Benvenuti, svolge il ruolo a lui richiesto con naturalezza e semplicità, rendendo umano e comprensibile anche un’atteggiamento fuori luogo da deliri senili.
La produzione è di Arca Azzurra.
Laura Poretti Rizman
Da giovedì 11 a domenica 14 gennaio
Teatro Orazio Bobbio
Via del Ghirlandaio, 12 – Trieste
regia di Ugo Chiti
con Alessandro Benvenuti, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti e Elisa Proietti
TRIESTE – Dopo i successi di “Nero cardinale” e “L’avaro”, si rinnova la collaborazione fra Chiti, Benvenuti e gli attori di Arca Azzurra per un lavoro dedicato a uno dei grandi personaggi shakespeariani, Falstaff, attingendo sia dai drammi storici Enrico IV e Enrico V, sia alla figura farsesca che emerge dalle Allegre comari di Windsor.
In questo adattamento in scena a Trieste, al Teatro Orazio Bobbio per La Contrada, da giovedì 11 a domenica 14 gennaio 2024, il nostro eroe resuscita a Windsor esprimendo, gigione e irriverente, la natura del suo personaggio: un’arroganza aristocratica con sangue plebeo, popolaresco, che muta dalla rabbia al sarcasmo ma rimane disarmante, quasi patetico, perché non conosce, o non sa, darsi le regole e la consapevolezza dell’età che “indossa”.
Questo Falstaff, per molti aspetti, resta fedele al testo originale delle Comari di Windsor, ne rispetta gli appuntamenti farseschi; si lascia beffare, esce avvilito e percosso dai travestimenti, sembra quasi masochisticamente rimpicciolito, anche se dietro queste mutazioni ribolle la rabbia del personaggio che sembra ancora pretendere il rispetto dovuto all’antico ruolo del cavaliere. Solo l’ultima beffa, l’ennesimo inganno di un’attesa punitiva nel parco, cambia struttura e andamento narrativo. Il mutamento arriva grazie all’intervento di Semola, un personaggio che fin dall’inizio ha fiancheggiato Falstaff facendosi assumere come paggio: servizievole, irridente, mutevole, inquietante, occupa allusivamente la funzione di un fool che solo alla fine (allucinazione o sogno?) assume le vesti e le sembianze del principe Enrico, tornato a bandire Falstaff dal consorzio umano. Niente fate, folletti, fastidi e pizzicotti, ma l’asprezza di una condanna che ribadisce come nell’ordine prestabilito del potere non si trovi posto dove collocare un corpo tanto grande quanto irrazionale e magico.
Una commedia brillante e divertente, ma anche profonda e commovente, che parla di amore, tradimento, potere e libertà.
Biglietti in vendita presso la biglietteria del Teatro (Via del Ghirlandaio, 12 • tel. 040.390613/948471), sulla App gratuita della Contrada, Vivaticket, TicketOne oppure online sul sito contrada.it.
La Contrada si avvale del sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Trieste, della Fondazione CRTrieste; e nella realizzazione delle sue attività può contare sulla collaborazione, tra le altre, di istituzioni importanti come l’Ente Regionale Teatrale, la Coop Alleanza 3.0, l’Università degli Studi di Trieste.