Gerarchia e privilegio 🗓

GERARCHIA E PRIVILEGIO
da Primo Levi e Hermann Langbein
melologo per voce e pianoforte
con Diana Höbel – drammaturgia e interpretazione
e Claudio Rastelli – musiche originali ed esecuzione
realizzato in coproduzione con l’Istituto Italiano
di Cultura di Lubiana

Non fa bene al cuore ricordare degli orrori perpretati da uomini contro uomini.

Non fa bene al cuore dover eleggere un giorno a memoria e a monito.

Come se dovesse servire un giorno per dire ad un uomo di non uccidere un altro uomo.

Eppure nonostante siano passati millenni, nonostante la storia scritta, le letture, le religioni di ogni nazionalità ce lo abbiano insegnato, nonostante tutto questo, siamo qui a dover ricordare degli orrori che continuano ad esistere in molte parti del mondo.

Siamo difettosi: forse ci illudiamo anche che l’arte possa, in qualche modo, insegnarci la via ma, se anche ci fosse una piccola probabilità che questo avvenga, sicuramente merita provarci.

Nonostante la fatica e la difficoltà, nonostante il freddo ed il buio intorno, forse merita provarci.

Ed ecco che improvvisamente ti ritrovi in una sala piena di persone: molte parlano inglese.

Sono amici ed ammiratori, studenti e appassionati di teatro. Sono persone che sicuramente inorridiscono di fronte al diario di chi era internato nel campo di sterminio. Mai più. Non è possibile che esistano ancora.

Eppure in molte parti della nostra città sventola ancora uno striscione giallo a memoria di un uomo massacrato per chissà cosa, alcuni di noi ospitano profughi ucraini, altri si spaventano per i troppi immigrati e ne hanno paura. Gli sguardi torvi a volte possono essere scambiati per minacciosi ma chissà quanto dolore dietro quel cammino.

Quanta strada dobbiamo fare per pulirci da tutto questo?

Diana Höbel, ci lascia un mattone nello stomaco che letteralmente ci terrà ancorati alla terra e non ci permetterà di volar via, mentre la musica di Claudio Rastelli accompagna cupamente questi pensieri.

Lo spettacolo è riuscito nel suo intento: la riflessione lavorerà dentro ognuno di noi, o almeno così si spera.

Laura Poretti Rizman

 

Mercoledì 25 gennaio ore 20.30

Teatro dei Fabbri
Via dei Fabbri 2/A – Trieste

 

PER AVVICINARSI AL GIORNO DELLA MEMORIA

UNA RIFLESSIONE IN MUSICA SUI CAMPI DI STERMINIO

DALLE PAROLE DI PRIMO LEVI E HERMANN LANGBEIN

 

“GERARCHIA E PRIVILEGIO”

MELOLOGO PER VOCE E PIANOFORTE

DI DIANA HÖBEL

 

25 GENNAIO 2023, ORE 20.30

TEATRO DEI FABBRI – TRIESTE

 

I campi di sterminio erano sì luoghi infernali, ma erano anche organizzati secondo “principi” che possiamo ritrovare nelle nostre società: paura, gerarchia e privilegio, ribaltamento dell’imperativo categorico, ossia l’utilizzo dell’essere umano come mezzo e non come fine. Su queste dinamiche, così riconoscibili in qualsiasi contesto autoritario, riflette “Gerarchia e privilegio”, melologo per voce e pianoforte di Diana Höbel, con musiche originali composte ed eseguite da Claudio Rastelli, che andrà in scena il 25 gennaio alle ore 20.30, in data unica al Teatro dei Fabbri di Trieste, nella rassegna di teatro contemporaneo AiFabbri2 e per avvicinarsi al Giorno della Memoria.

“Gerarchia e privilegio” è appunto una riflessione sulla struttura e le dinamiche dei campi di sterminio, costruita interamente con le parole di Primo Levi e di Hermann Langbein. Nel comporne la drammaturgia si parte da Primo Levi, ma non dai romanzi, ben noti, bensì dalle riflessioni contenute nei suoi saggi, negli articoli di giornale e nelle recensioni a romanzi altrui. Da questi materiali eterogenei è emersa, costante, una visione più complessa di quanto ci aspettassimo sulla natura dei campi.

«Lo spettacolo nasce da una coproduzione tra gli Amici della Musica di Modena (centenaria società di concerti emiliana) e l’Istituto Italiano di Cultura di Lubiana», dice Diana Höbel. «Si basa su saggi, come “I sommersi e i salvati”, e articoli di giornale scritti da Levi tra gli anni ’50 e ’70, e su frammenti di “Uomini ad Auschwitz”, libro di Hermann Langbein che ho scoperto proprio grazie a una recensione fatta da Levi, che lo apprezzava molto. Nei saggi e negli articoli di Levi, così come nel libro di Langbein, che era un prigioniero politico, dunque una persona abituata a leggere la realtà in modo analitico, vengono fuori le dinamiche di potere su cui si fonda ogni contesto autoritario (i campi di concentramento ne sono l’emblema estremizzato): sono dinamiche che si basano su due fondamenti: la Gerarchia, e il privilegio (che al mantenimento della Gerarchia è funzionale). Comprendere le dinamiche sottese ai campi ci permette di non liquidare quanto accaduto come eccezionale, ma di prendere consapevolezza che un certo tipo di organizzazione sociale ingiusta può produrre queste aberrazioni. La musica originale composta sulle parole illumina il senso delle stesse, mettendo in luce l’assurdo, l’ironia amara di alcuni frammenti di Levi, l’orrore, il paradosso della vita nei campi di sterminio».

Scheduled Arte e spettacolo Trieste

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