Il giardino dei ciliegi

Il teatro Sloveno ha sempre avuto un suo modo di proporsi. Le linee di solito sono rigorose, i colori scelti sono molto definiti e lo stile di recitazione appare spesso vestito d’irreale, tra un  passato e futuro idealizzato. Questo stile si fa spazio tra quelli teatrali proposti in una città ricca di teatro e arte come Trieste e si fa apprezzare anno dopo anno.

In questa stagione il teatro inizia ancor prima dell’ingresso in sala: le mostre che accolgono gli spettatori nel foyer, le video installazioni o conferenze, i cori che arrivano e si mescolano tra le persone, donano un tocco di signorilità che accompagna lo spettacolo.

Questo d’apertura di cartellone in maniera più particolare che mai, ha presentato l’opera e la vita di Anton Pavlovič Čehov attraverso le parole di una drammaturga in un video creato in una saletta ricavata nel sottoscala della gradinata principale, tra le opere esposte.

Così le persone hanno potuto conoscere meglio la vita dello scrittore, il suo stile drammaturgico e la sua nota umoristica, il suo pretendere la sincerità nei confronti della sua opera da parte dei registi che spesso toglievano il sorriso ai protagonisti e nello specifico, la sua ultima opera, Il giardino dei Ciliegi, che sarebbe andato in scena da li a poco.

Una rappresentazione che non si spostava dal salotto dell’abitazione storica e lasciava intuire un giardino di cui non c’era traccia sul palcoscenico, ma che attraverso le parole e la recitazione, era palese nella sua importanza cruciale.

Amori non corrisposti nell’importanza primaria della ricerca della soddisfazione di un bisogno primario insito in ognuno di noi, ovvero quello di essere amati, ma non solo questo trapelava dallo spettacolo: nella rappresentazione si voleva evidenziare il difficile equilibrio tra un passato troppo pesante e un futuro ancora incerto, tra un esser stati e un voler essere o ancor meglio apparire. Nello spettacolo c’era lo scherno della repentina e mutevole condizione di vita di due categorie ben distinte: i nobili in declino e i poveri che si arricchiscono. Un divario economico ma soprattutto culturale che non può che portare scompensi ben immaginabili.

Un’opera di uno scrittore russo che raccontava in anticipo i tempi di mutamento all’interno della sua patria pronta ad un rinnovamento, tradotta in sloveno per un pubblico che ha ben presente la storia recentemente mutata di una terra che ha vissuto anni di diversa libertà, non poteva essere che rappresentata a Trieste in un momento storico che vede tutto il mondo in crisi per dubbi di difficoltà nell’accettazione dell’altro che arriva da lontano e da una condizione di difficoltà potrebbe riuscire a diventare il padrone di un Giardino di Ciliegi, rivendicando i torti subiti dai suoi antenati.

Così come Anton Pavlovič Čehov, oggi noi ci ritroviamo a teatro ad aprire il nostro pensiero.

Laura Poretti Rizman

 

Primoz Forte, Tadej Pisek, Sasa Pavcek-f.ToneStojko fornita da TSS

Teatro Stabile Sloveno 
Anton Pavlovič Anton Pavlovič Čehov

IL GIARDINO DEI CILIEGI
regia: Igor Pison
DAL 28 OTTOBRE AL 13 NOVEMBRE NELLA SALA PRINCIPALE DEL TSS

TUTTI GLI SPETTACOLI SONO SOVRATITOLATI IN ITALIANO
NOVITA’! VIDEOPRESENTAZIONI SOTTOTITOLATE PRIMA DI OGNI REPLICA!

Il Teatro Stabile Sloveno di Trieste aprirà la stagione 2016/2017 nel segno di Anton Pavlović Čehov e del suo ultimo capolavoro, Il giardino dei ciliegi. Il testo risalente al 1903 andrà in scena nell’adattamento realizzato dal regista triestino Igor Pison e dalle sue collaboratrici Eva Kraševec e Tatjana Stanič.
IL TESTO
Il giardino dei ciliegi è stato scritto dal grande drammaturgo russo nella residenza di Jalta sul Mar Nero. I temi dello scorrere inesorabile del tempo, dello sguardo al passato, dell’amore e delle occasioni perdute sono di fondamentale importanza in questo testo, ma nonostante ciò, come ha scritto la dramaturg Eva Kraševec: »Čehov non aveva scritto quest’opera per colmare un proprio vuoto nostalgico, ma per osservare, come in uno specchio, la società che rimaneva legata al proprio passato e risultava, agli occhi dell’uomo moderno, indifesa, ridicola e addirittura bizzarra in questo suo sentimentale attaccamento al perduto. Il giardino dei ciliegi narra quindi i cambiamenti all’interno di una certa società e di un certo ceto sociale, la fine di un’epoca e il senso di inadeguatezza, almeno di una parte di questa società, dinnanzi ai mutamenti. Mettere in scena quest’opera significa pertanto riproporre la riflessione sulla situazione della società attuale, sul suo rapporto con se stessa e con l’avvicendarsi delle epoche
Motivo chiave dell’allestimento è la natura assurdamente comica di questo testo, come ha indicato lo stesso autore in una lettera: “Ne è venuta fuori una commedia, non un dramma, a tratti una farsa.” Per questo motivo Čehov ha vissuto una grande delusione alla prima dello spettacolo a Mosca, perché il regista Stanislavskij nel suo allestimento aveva sottolineato il lato nostalgico e tragico della vicenda, segnando in modo duraturo il testo con un equivoco di interpretazione.
L’ALLESTIMENTO E IL CAST
Il giardino dei ciliegi mette in scena il declino della vecchia nobiltà e del vecchio sistema e l’inizio di una nuova epoca nella Russia prerivoluzionaria. I protagonisti sono caricature sognanti: parlano di cambiamenti, ma non fanno nulla per realizzarli davvero e non sono nemmeno capaci di mantenere la proprietà, i ricordi e i valori ai quali dicono di essere così fortemente attaccati. Come il testo, anche l’allestimento evidenzia, in un contesto diverso, il passaggio dal vecchio al nuovo tempo. Parla delle persone cresciute nel sistema passato, del rimanere indietro nella corsa del tempo, del rimpianto e di una malinconia stranamente comica. Forse anche di Trieste, dato che lo spettacolo nasce nella prospettiva del giovane, ma già solidamente affermato regista triestino Igor Pison.
La famiglia moderna di questo allestimento richiede un cast ridotto rispetto all’originale: l’adattamento mantiene quindi il nucleo familiare, ma senza servitori, portando sul palcoscenico sei personaggi. Nel ruolo principale di Ljubov Andrejevna ci sarà un’ospite d’eccezione, la celebre e amatissima attrice slovena Saša Pavček. Le figlie Anja e Varja saranno Tina Gunzek e Nikla Petruška Panizon. L’interlocutore principale di Ljubov Andrejevna, Leonid Gajev, verrà interpretato da Vladimir Jurc. I rappresentanti del nuovo mondo, il commerciante Lopahin e lo studente Trofimov, saranno Primož ForteTadej Pišek. Pišek, che ha conquistato il pubblico dei più giovani con alcuni fortunatissimi spettacoli per l’infanzia e che nella scorsa stagione ha interpretato il ruolo principale nello spettacolo Il cane, la notte e il coltello, salirà per la prima volta sul palco principale del TSS nella veste di nuovo attore della compagnia stabile del teatro triestino.
Le scene e i costumi sono stati firmati da Petra Veber, assistente alla regia è invece Juš A. Zidar che il mese prossimo firmerà da regista la nuova coproduzione del TSS, lo spettacolo Solstizio d’inverno di Roland Schimmelpfennig, realizzato con il teatro Mestno gledališče ljubljansko.
PRIMA E SERVIZI AL PUBBLICO
La prima dello spettacolo andrà in scena venerdì 28 ottobre, quando il pubblico verrà accolto in sala da una sorpresa musicale. Le repliche proseguiranno fino al 13 novembre e saranno tutte sovratitolate in italiano. Le repliche domenicali potranno contare sempre sull’autobus navetta per il pubblico, in partenza da Sistiana, Opicina e Muggia.
I contenuti del testo, la sua contestualizzazione, non da ultimo il concetto di regia saranno spiegati al pubblico di lingua slovena e italiana non soltanto attraverso i programmi di sala, ma anche nelle nuovissime videopresentazioni che introdurranno a ognuna delle repliche mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo. La prolusione della dramaturg Eva Kraševec è stata registrata da Luca Quaia che è anche l’autore della suggestiva clip promozionale dello spettacolo che è possibile guardare su youtube e sul profilo facebook del teatro.
MOSTRE
Come è già tradizione, con il nuovo debutto inizierà anche il percorso di una nuova mostra al Kulturni dom di via Petronio. Anche in questo caso si tratterà di un omaggio allo spettacolo, dal titolo Il giardino dei sogni, Le donne di Čehov. L’autrice di questa mostra site specific nell’ambito dell’iniziativa Donne inquiete è Laura V d. B. Facchini, la curatrice è Beth Vermeer. Il vernissage della mostra è in programma giovedì 27 ottobre alle ore 20.00.
Sempre nell’ambito dell’attività espositiva, giovedì 10 novembre seguirà un nuovo evento, ovvero l’apertura della mostra sulla toponomastica femminile in Slovenia, organizzata da Elena Cerkvenič. L’apertura sarà alle 10.30 nel foyer della galleria e sarà dedicata principalmente al pubblico scolastico che assisterà anche allo spettacolo Il giardino dei ciliegi.
NOVITA’
Con l’inizio della nuova stagione una novità caratterizzerà anche i momenti di socialità prima degli spettacoli e negli intervalli con la nuova gestione del bar del teatro, la cui attività verrà gestita direttamente dal teatro attraverso due giovani collaboratori.

Slovensko stalno gledališče / Teatro Stabile Sloveno
Anton Pavlovič Čehov
IL GIARDINO DEI CILIEGI
regia: Igor Pison
 
traduzione: Milan Jesih
adattamento: Igor Pison, Eva Kraševec, Tatjana Stanič
dramaturg: Eva Kraševec
scene, costumi: Petra Veber
assistente alla regia: Juš A. Zidar
lettrice: Tatjana Stanič
Con:
Ljubov Andrejevna Ranevska: SAŠA PAVČEK (attrice ospite)
Anja: TINA GUNZEK
Varja: NIKLA PETRUŠKA PANIZON
Leonid Andrejič Gajev: VLADIMIR JURC
Jermolaj Aleksejič Lopahin:  Primož Forte
Pjotr Sergejevič Trofimov: TADEJ PIŠEK
 
FOTO: Tone Stojko
 
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PRIMA  E REPLICHE
giovedì 27 ottobre, ore 20.30 – anteprima per giornalisti e ospiti
venerdì 28 ottobre, ore 20.30 – prima in abbonamento
sabato 29 ottobre, ore 20.30
venerdì 4 novembre, ore 20.30
sabato 5 novembre, ore 20.30
domenica 6 novembre, ore 16.00
giovedì  10 novembre, ore 20.30
venerdì  11 novembre, ore 20.30
sabato 12 novembre, ore 19.00
domenica 13 novembre, ore 16.00
nella Sala principale del TSS
con sovratitoli in italiano
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PREMIO PRIMORSKI DNEVNIK
Ritorna come una piacevole tradizione, per il tezo anno consecutivo, il Premio Primorski dnevnik, che porta il nome del quotidiano della comunità slovena del Friuli Venezia Giulia.
Una giuria interna di giornalisti del Primorski dnevnik, che sono anche abbonati del Teatro Stabile Sloveno, assisterà a tutte le produzioni del teatro dedicate al pubblico adulto e al termine della stagione assegnerà un premio per meriti artistici (ovvero per il miglior attore, regista, scenografo, spettacolo…). Al vincitore verrà assegnato un abbonamento annuale al quotidiano Primorski dnevnik.
Anche gli spettatori del Teatro Stabile Sloveno sono invitati a partecipare e scegliere il vincitore del Premio del pubblico per il miglior spettacolo. Al termine di ognuno degli spettacoli di produzione potranno lasciare il proprio voto nell’apposita urna all’uscita delle sale di Trieste e Gorizia, oppure votare attraverso un coupon che verrà pubblicato sulle pagine del Primorski dnevnik. Tra tutti i partecipanti verrà estratto a sorte il vincitore di un abbonamento per la stagione 2016/2017 del Teatro Stabile Sloveno.
 
Al premio del Primorski dnevnik e al Premio del pubblico concorrono quest’anno 6 spettacoli di produzione:
 
Teatro Stabile Sloveno
Anton Pavlovič Čehov – IL GIARDINO DEI CILIEGI
 
Teatro Stabile Sloveno e Teatro municipale di Ljubljana
Roland Schimmelpfennig – SOLSTIZIO D’INVERNO
 
Teatro Stabile Sloveno in collaborazione con Cooperativa Bonawentura- Teatro Miela
Ödön von Horváth – QUA E LA
 
Teatro Stabile Sloveno in collaborazione con UL AGRFT
Eugène Ionesco – LA CANTATRICE CALVA
 
Teatro Stabile Sloveno
Pier Paolo Pasolini – TEOREMA
 
Teatro Stabile Sloveno e Teatro Stabile del FVG- Il Rossetti
Marko Sosič – PAUROSA BELLEZZA
Teatro Stabile Sloveno
web. www.teaterssg.com

Toponomastica femminile in Slovenia

Elena Cerkvenič, in collaborazione con il Teatro Stabile Sloveno di Trieste, è la promotrice dell’inaugurazione della mostra sulla toponomastica femminile della Slovenia che avrà luogo a Trieste, giovedì 10 novembre alle ore 10.30 negli spazi del Foyer di Prima Galleria del Teatro Stabile Sloveno di via Petronio 4. Parteciperanno all’inaugurazione le alunne e gli alunni del liceo scientifico statale “France Prešeren” e del liceo ad indirizzo umanistico e socio-economico “Anton Martin Slomšek” con le / i loro docenti. Presenterà la mostra la studentessa Jasmina Gruden. La presentazione sarà bilingue.

Ci sono donne che, in vari ambiti, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Slovenia grazie alla loro opera culturale, politica, artistica, letteraria o scientifica – donne del passato che si sono contraddistinte nella società slovena per la loro attività: combattenti per la libertà, scrittrici, artiste, umaniste, mediche e tante altre, degne di essere ricordate. Con questa mostra presentiamo una selezione di fotografie che rappresentano l’odonomastica femminile di alcune città della Slovenia, per far conoscere e apprezzare al pubblico triestino alcune figure femminili di rilievo. Tra i nostri obiettivi vi è, altresì, quello di incoraggiare il Comune di Trieste, nello specifico la Commissione Toponomastica, a intitolare vie, strade, giardini anche a personalità femminili slovene.

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