Il Festival Viktor Ullmann prosegue giovedì 9 novembre alle ore 17.30 al Museo della Comunità Ebraica Carlo e Vera Wagner di via Del Monte a Trieste con la proiezione, a ingresso libero, del documentario di Marco Cavallarin,“Dolce usignolo dall’ala ferita” dedicato alla figura dell’etnomusicologo e compositore ebreo piemontese Leone Sinigaglia.
Secondo appuntamento della seconda parte della IV edizione del Festival Viktor Ullmann – rassegna dedicata, unica in Europa, alla musica concentrazionaria, degenerata e dell'esilio – che, dopo il concerto d'apertura del 7 novembre all'auditorium Vendramini di Pordenone dell'Orchestra San Marco diretta da Davide Casali, prosegue giovedì 9 novembre alle ore 17.30 al Museo della Comunità Ebraica Carlo e Vera Wagner di via Del Monte 7 a Trieste con la proiezione, a ingresso libero, del documentario di Marco Cavallarin,“Dolce usignolo dall’ala ferita” dedicato alla figura di Leone Sinigaglia, etnomusicologo e compositore ebreo piemontese, vittima della persecuzione antiebraica.
La rassegna proseguirà domenica 12 novembre alle ore 20.30 all'auditorium di Casa della musica di via Capitelli 3 a Trieste dove sarà di scena il Gruppo del Centro di Musica Contemporanea di Milano "New Made Ensemble" diretto da Alessandro Calcagnile che presenterà il "Pierrot Lunaire" di Schoenberg e, in prima esecuzione assoluta, un brano del compositore Landini, "This heart thy center is, this flash the spheare" scritto per violino, clarinetto e pianoforte.
Organizzato dall’Associazione Musica Libera di Trieste, il Festival Ullmann è l’unico festival in Europa dedicato alla musica concentrazionaria (così definita perché composta nei campi di concentramento e nei ghetti), alla musica degenerata (la musica proibita nella Germania nazista e nell’Italia fascista perché ritenuta decadente e dannosa) e alla musica d’esilio. L’intento del festival è riscoprire quelle pagine musicali per far rivivere il genio creativo dei loro compositori e riflettere sulla Shoah da un diverso punto di osservazione.
Informazioni e programma completo sul sito www.festivalviktorullmann.com
“Dolce usignolo dall’ala ferita”
Documentario di Marco Cavallarin.
La vita e l’opera del musicista e musicologo torinese Leone Sinigaglia (1868-1944).
Produzione Patma Video.doc, 2015
Durata: 30 minuti
Documentario su Leone Sinigaglia, etnomusicologo e compositore ebreo piemontese, vittima della persecuzione antiebraica. Figura tragica e intensa, ebreo fortemente italiano, compositore sensibile, Leone Sinigaglia si prodigò per la scoperta e la conservazione del patrimonio folklorico musicale piemontese e per il miglioramento delle condizioni di vita della classe operaia.
Il rapporto tra Sinigaglia e la tradizione musicale piemontese è profondo. Musicista colto e raffinato, Sinigaglia inizia una ricerca di canti popolari a partire dal 1902 e in pochi anni raccoglie circa 500 melodie sulla collina torinese intorno a Cavoretto.
L’interesse attuale per il suo lavoro non risiede però solo nella quantità ma anche nella qualità di una ricerca svolta con estremo rigore filologico e che fa di Sinigaglia un precursore della moderna
etnomusicologia e un punto di riferimento ineludibile per chi desideri esplorare il mondo della musica popolare piemontese.
Riferimento dichiarato di Sinigaglia è Costantino Nigra, ministro di Cavour, letterato e autore de “I canti popolari del Piemonte”, (1888). Sinigaglia è tuttavia consapevole che la società contadina è profondamente mutata dall’epoca di Nigra e che la sua ricerca si svolge su un repertorio che e già in via di estinzione. Di qui la volontà di trascrivere e conservare espressa con una poetica metafora: “Noi raccogliamo il dolce usignolo dall’ala ferita, che abbandonato a se troverebbe in breve, nell’oblio, la morte; raccogliamolo, ridoniamogli la vita.”
Leone Sinigaglia (1868-1944), torinese, proveniva da un’agiata famiglia ebraica. La madre era milanese e a Milano Sinigaglia conobbe i compositori Arrigo Boito e Alfredo Catalani, frequentò Verdi, Puccini e Toscanini. A Torino studiò pianoforte, violino e composizione, ma gli studi che più lo formarono furono quelli di Vienna. Dal 1894 al 1899 studio composizione con Mandyczewski,incontrò e strinse amicizia con Brahms e Dvořak da cui imparò l’attenzione per il canto popolare che lo spingerà in seguito alle ricerche nell’ambito piemontese. Dopo il 1938, alla promulgazione delle leggi razziali e fino al 1943, Sinigaglia si ritirò con la sorella Alina nella casa di campagna a Cavoretto. Nella primavera del 1944 era nascosto nell’ospedale Mauriziano di Torino; in seguito a una delazione venne arrestato dalla polizia fascista ma morì d’infarto in quel momento stesso, il 16 maggio del 1944.
La sorella Alina scrisse all’amico Luigi Rognoni, per annunciargli la morte e aggiunse: “Ti raccomando la musica di Leone per l’avvenire.”
Marco Cavallarin, ex insegnante di lettere nei licei di New York, Parigi e Asmara, appassionato di etnomusicologia, studioso di storia ebraica del Novecento e di storia coloniale italiana, è autore di numerosi saggi storici e regista di documentari, tra i quali Shalom Asmara (menzione speciale al Festival Kolno’a di Roma), Chalutzim (Pionieri in Eretz Israel), Dolce Usignolo dall’ala ferita (Leone Sinigaglia), Cunama Cunala Cubulà, attualmente impegnato nella realizzazione di un lungometraggio su Ernesto Rossi, i suoi burattini e il progetto di Europa. Vive a Milano dove si occupa di promozione culturale e di tutela della Memoria.