L’Omelia del Bocconiano

Il prof. Carlo Altomonte docente dell' Università Bocconi di Milano

Trieste, 25 febbraio 2012

Trieste: un pomeriggio di sole e poi di stelle, una sala stracolma, da destare invidia. Dulcis in fundo: un giovane professore della Bocconi, per niente “sfigato”.

Chi scrive arriva in ritardo, purtroppo. Il docente sta snocciolando le ultime verità di fede (corredate dagli immancabili grafici), ed anche gli “implementare” ormai scarseggiano: ne conterò soltanto due, una miseria. Scampoli di lezione privata: salvare le banche era indispensabile, cosa avremmo fatto se, causa siccità monetaria, il nostro tesserino di plastica (il bancomat ndr) fosse rimasto inerte per quindici giorni? Saremmo diventati tutti cattivi, ammicca il bocconiano – e certo, la quiete sociale val bene, tra le altre cose, un rifinanziamento a tassi ridicoli, destinato a ristagnare nei forzieri virtuali degli istituti di credito. Verrebbe da ribattergli che ai greci questo ineccepibile salvataggio è costato ben più di due settimane a stecchetto, ma tanto vale soprassedere: le messe non si interrompono, e non ci va di fare la figura dei Franti.

Il pubblico seguita ad ascoltare, rapito: l’Europa dovrebbe cercare di dire la sua finché è in tempo, visto che, fra pochi decenni, sarà del tutto marginale, e la Cina avrà riacquistato il ruolo che ricopriva fino al 1850, quello di prima economia mondiale – tuttavia, bisogna tener conto di come si sono messe le cose, del fatto che indietro non si torna, e che, insomma, il liberismo è l’unico sistema possibile. Ancora qualche dato, ad colorandum (anzi, ad… implementandum); poi fioccano le domande. A chi si aggrappa all’etica il professore risponde, con un tantino di sufficienza, che nessuno può essere accusato del mancato rispetto di regole inesistenti – e pazienza se l’assenza di regole è dovuta proprio allo strapotere della finanza: le forme sono salve.

A proposito di Cina, qualcuno chiede se, considerato quanto è successo negli ultimi anni, non sia stato inopportuno ammettere anzitempo il gigante asiatico nell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Cala un religioso silenzio, in attesa del responso – che arriva: sì, potevamo anche tenerla fuori, ma in quel caso il mio iPad verrebbe a costare 850 dollari invece che 600… ed io preferisco pagarlo 600! Questa frase, direbbe un inglese, è il climax della serata – oppure, se si preferisce, l’”andate in pace” della nostra messa da requiem.

Adesso finalmente comprendiamo perché la Cina fa parte del WTO: perché un ordinario quarantenne possa risparmiare, quando va a fare shopping, una briciola del suo mensile. Gli operai licenziati, le delocalizzazioni selvagge, il welfare non più sostenibile, e dunque da sradicare, sono danni collaterali – anzi, neppure danni: sono il migliore dei mondi possibili.

Bravo, professore: te li sei meritati l’applauso e la cattedra.

Esco a prendere una boccata d’aria: domani, al risveglio, saprò che la Consob ha rimosso il divieto di vendite allo scoperto, che il sostegno ai redditi più bassi non è più in programma e che mister Palio Marchionne, dopo aver ottenuto ciò che voleva, minaccia di chiudere due stabilimenti italiani. Ma il problema, si sa, sono l’articolo 18 e i lavoratori “fannulloni e ladri” (Marcegaglia) che portano a casa mille euro al mese.

Tutto va per il meglio, grazie a Dio e ai bocconiani.

Norberto Fragiacomo
Segretario Lega dei Socialisti Nordest

NdR: La prima conferenza del ciclo “La crisi, la Regione e l’Europa”, sul tema “Origine e natura della crisi” si è svolta venerdì 24 febbraio 2012 alle ore 17, presso la sala Tessitori di piazza Oberdan n°5 a Trieste. Ha parlato il prof. Carlo Altomonte, docente dell’ Università Bocconi di Milano e consulente della Commissione europea e del Parlamento Europeo. Quarant’anni non ancora compiuti, Carlo Altomonte insegna Scenari economici internazionali, Economics of European integration, European Economic Policy. L’iniziativa è promossa da Dialoghi Europei con la collaborazione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale Cultura, Sport, Relazioni internazionali e comunitarie.

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