GORIZIA – La seduzione, la capacità al tempo stesso di raccontarla e di rappresentarla sono al centro dell’edizione 2017 del Premio Giacomo Casanova, promosso dall’Associazione culturale Amici di Giacomo Casanova con l’Azienda Castello di Spessa e Banca Popolare di Cividale: «per aver pionieristicamente avvicinato i lettori dei giornali alle seduzioni della musica ‘non colta’, testimoniandone e divulgandone la forza, l’impatto sociale e l’incidenza nell’evoluzione del nostro tempo, il Premio Casanova 2017 va a Mario Luzzatto Fegiz, artefice e interprete di un mestiere seducente come pochi altri. Fegiz ci ha sedotto con recensioni, interviste, aneddoti legati alle icone leggendarie del pop, della canzone d’autore e della buona musica. E, così facendo – recitano le motivazioni del Premio – è diventato egli stesso icona di una professione che ha il delicato compito di mediare fra l’arte musicale contemporanea e il grande pubblico. Per l’irresistibile seduttività delle pagine che ha scritto, e per i ‘mémoires’ – così sapidamente ‘casanoviani’ – contenuti nella recentissima autobiografia “Troppe zeta nel cognome” (Hoepli), Mario Luzzatto Fegiz è insignito del Premio Casanova 2017». Il vincitore sarà premiato venerdì 30 giugno nel corso della cerimonia, in programma al Castello di Spessa. Alla personalità di Giacomo Casanova, universalmente conosciuto per la sua abilità di seduttore ma uomo di una “multilateralità stupefacente per noi moderni” – commentò Hermann Hesse – è indissolubilmente legato il territorio di nordest racchiuso fra Trieste e Capriva del Friuli. Il Castello di Spessa ospitò per due mesi il multiforme e cosmopolita intellettuale, nell’autunno del 1773. E alla sua permanenza a Spessa l’illustre veneziano dedica varie pagine della Storia della mia vita, le sue famosissime memorie: proprio per questo, dal 2003, l’Associazione Amici di Casanova, il Castello di Spessa e Banca Popolare di Cividale hanno istituito il Premio Giacomo Casanova, giunto nel 2017 alla sua 15^ edizione. Un riconoscimento promosso da tre realtà di riferimento per il territorio, che alle migliori energie e ai talenti più significativi vogliono restituire merito e onore attraverso un Premio e una serata istituiti per riconoscerli e valorizzarli. Antonia Arslan, Andrea Vitali, Giannola Nonino, Daniela Barcellona, Giuseppe Piccioni, Anna Maria Mori, Giorgio Pressburger e Quirino Principe sono solo alcuni dei vincitori delle precedenti edizioni, che hanno spaziato fra letteratura, cinema e teatro
Al Premio Casanova Mario Luzzatto Fegiz ha voluto offrire una vera ‘chicca’, la performance intitolata “La seduzione della musica”. Sarà proposta in anteprima venerdì 30 giugno alle 20.30, e precederà il talk sui temi enologici condotto da Daniele Cernilli, al quale interverranno il giornalista Bruno Pizzul, storica ‘voce’ dello sport e del calcio italiano, con l’enologo Enrico Paternoster, il giornalista e autore Antonio Tavarozzi, la blogger Chiara Marchi. Mario Luzzatto Fegiz sarà premiato dal presidente del Consiglio Regionale FVG Franco Iacop, affiancato dal ‘patron’ del Castello di Spessa Loretto Pali e da Michela Del Piero, presidente della Banca Popolare di Cividale che sin dalla prima edizione ha affiancato i promotori per sostenere un progetto profondamente radicato nel territorio e quindi in sintonia con la mission dell’Istituto.
Mario Luzzatto Fegiz, classe 1947, è nato a Trieste: critico musicale, saggista, redattore e inviato del Corriere della Sera è figlio dello statistico Pierpaolo Luzzatto Fegiz. Ha debuttato nel 1969 nel programma radiofonico di Rai Radiouno Per voi giovani. Nel 1971 fu assunto al Corriere della Sera dal direttore Giovanni Spadolini, con l’incarico di occuparsi delle notizie discografiche e di critica musicale. Per il quotidiano ha seguito come inviato il Festival di Sanremo. Per molti anni e fino al 2009 ha condotta la rubrica radiofonica Fegiz Files su Radiodue. In televisione ha lavorato per Rai, Mediaset e La7. Ha affiancato Carlo Massarini in Mister Fantasy (1981/84) ed è stato giudice in vari programmi (come Music Farm su Rai 2). È stato direttore editoriale della casa Sperling & Kupfer e docente, a Milano, dell’Istituto per la formazione al giornalismo. Ha recensito circa 2.500 concerti, ha una collezione personale di 18 mila dischi, prevalentemente di vinile. Fra i suoi libri Morte di un Cantautore, prima ricostruzione della tragica fine di Tenco. L’artista che odia? «Michael Jackson». Il più amato? «Fabrizio De André» (da un’intervista di Elia Perboni). Dal 2012 porta in scena nei teatri italiani lo spettacolo da lui scritto e recitato Io odio i talent show, per la regia di Maurizio Colombi, basato sulle difficoltà di un critico musicale nell’era digitale e dei talent show. Dalla performance è tratto il libro omonimo libro, edito da Guido Veneziani. Il giorno del suo settantesimo compleanno, il 12 gennaio 2017, è stata pubblicata per la Hoepli la sua autobiografia Troppe zeta nel cognome, il cui titolo è tratto da una frase pronunciata negli anni novanta da Pippo Baudo, che ne ha curato la prefazione.