Un abbagliante e splendida scenografia si presenta agli occhi degli spettatori all’apertura del sipario. La scena si colloca in una stanza di una grande casa con grandi pareti bianche e mobili di legno scuro. Da un lato dei tendaggi candidi lasciano entrare l’aria e la luce mentre di fronte, una porta socchiusa lascia intravedere il nero di una stanza dove giace un figlio morto. A contrasto con il biancore della scena, alcune donne velate vestite di nero, piangono le lacrime che la madre non riesce a versare. La scena risulta essere su di un piano inclinato convergente; la sensazione creata e quella di un imbuto che porta a precipitare verso la platea tutto il racconto.
Pirandello in questa tragedia scritta per la Duse ma rifiutata dalla stessa, racconta il forte legame materno e l’impossibilità di lasciar andare chi si ama, trattenendola in vita nel proprio cuore. A tratti si intravede una lucida follia nel racconto di questa donna che vive nel ricordo di un figlio che vuole in vita. La fortuna della sorte gli dona una nuova vita che porterà il suo sangue.
Storie di madri che in diversi modi, perdono i propri figli: chi lasciandoli partire ritrovandoli cambiati, chi obbligandoli a scelte non volute li allontanano dal loro amore, chi per amore verso altrui donna, e chi, come la protagonista, per tutte queste cose e da ultimo la morte.
Una grande interpretazione della protagonista ma anche di tutta la compagnia, per una regia degna di nota del Teatro Stabile di Bolzano.
Un testo di grande intensità che tocca diversi temi sociali, quali la vita, la maternità nelle sue diverse forme e la nostra frenetica corsa verso una vita non vissuta realmente.
Siamo i poveri morti affaccendati, è davvero una grande verità che Luigi Pirandello ha osservato già nello scorso secolo, e che Marco Bernardi ha evidenziato nella voce di Patrizia Milani.
©Laura Poretti Rizman
“La vita che ti diedi”, un grande Pirandello alla Contrada.
Debutta venerdì 30 gennaio alle 20.30 al Teatro Bobbio “La Vita che ti diedi” uno spettacolo prodotto dal teatro Stabile di Bolzano che riporta Partizia Milani e Carlo Simoni alla Contrada.
“La vita che ti diedi” è un testo che Pirandello ha scritto pensando di affidarlo a Eleonora Duse. Ma la Duse si spense in tournèe a Pittsburg in Pennsylvania senza riuscirvi. Pirandello in una lettera alla figlia Lietta scrive: “Per ora ti dico che la tragedia mi sembra la cosa più alta e più pura che sia uscita dalla mia fantasia” e infatti è la storia di una madre costretta ad affrontare una delle prove più difficili che il destino possa imporre come la perdita di un figlio.
La donna non accetta la sua morte e immersa in un “lucido delirio” si comporta come se quel figlio fosse ancora vivo. Ma il figlio, che era stato lontano per sette anni, rientra a casa solo per morire. Ecco che il dolore della madre si intreccia con quello della sua amante che lo aveva portato ad allontanarsi da casa. Una madre affranta e una donna incinta dovranno in qualche modo affrontare la perdita di un uomo che hanno amato e che non potrà più essere di nessuna delle due.
Marco Bernardi firma la regia di uno spettacolo che ha ricevuto ampi consensi nei teatri italiani in cui è andato in scena.
Ad affrontare un testo particolarmente impegnativo Patrizia Milani, Carlo Simoni, Gianna Coletti, Karoline Comarella, Paolo Grossi, Sandra Mangini, Giovanna Rossi, Irene Villa, Riccardo Zini. Le scene sono di Gisbert Jaekel, i costumi di Roberto Banci, i suoni di Franco Maurina, e le luci di Massimo Polo.
Lo spettacolo debutta venerdì 30 gennaio alle 20.30 e rimane in scena fino a mercoledì 4 febbraio, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30, martedì e festivi 16.30.
Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 – orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 – orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it) anche attraverso il sito www.contrada.it. Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; contrada@contrada.it; www.contrada.it.