Porcile

“Porcile di Pier Paolo Pasolini per la regia di Valerio Binasco, nuova coproduzione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana e del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia debutta martedì 24 novembre alle 20.30 al Politeama Rossetti. Lo spettacolo è inserito nel cartellone Prosa e contemporaneamente fra le iniziative ispirate a Pier Paolo Pasolini nel 40° anniversario della scomparsa. Repliche fino a domenica 29 novembre”.

Porcile_Una-scena-dello-spettacolo_Foto-Luca-Del-Pia, foto fornita da Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Porcile_Una-scena-dello-spettacolo_Foto-Luca-Del-Pia, foto fornita da Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

«Non c’è redenzione, non c’è possibilità di salvezza in questo mondo soggiogato in modo, oramai, antropologico. Non c’è speranza in questo porcile dove tutti mangiano tutto, dove il solo deve essere il tutto» asserisce Valerio Binasco nelle sue note di regia a Porcile.

Lo spettacolo coprodotto dal Teatro Metastasio Stabile della Toscana e del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia debutta martedì 24 novembre alle 20.30 al Politeama Rossetti, ed è inserito nel cartellone Prosa e contemporaneamente fra le iniziative ispirate a Pier Paolo Pasolini nel 40° anniversario della scomparsa. Repliche fino a domenica 29 novembre.

L’approccio di Valerio Binasco a Pasolini è emotivo e antiaccademico.
Sceglie di raccontare Porcile come una ‘storia’, senza concettualismi, attenuando e mettendo in secondo piano satira, metafora e stile e cercando ciò che di realistico e umanamente semplice Pasolini ha nascosto dentro alle sue scene, come se fosse una commedia quasi ‘normale’, con “qualcosa di molto naif e borghese come una trama”, resa da Binasco molto evidente, piena di profondità psicologica e, a tratti, commovente.

Uno spettacolo tenero, con personaggi disperati e smarriti da scovare sotto le abili maschere e i trucchi letterari in cui li ha costretti Pasolini. Non superficialità negazionista, dunque, ma profondo rispetto e voglia di confronto e incontro sulla scena, non un allestimento come pretesto per fare un discorso filosofico, ma necessità di leggere l’opera come un dramma vero. Anche se è scritto in modo anaffettivo e molto parodistico, Binasco cerca in esso le tracce di qualcosa di più intimo e fragile, in cui c’è perfino una pietà che si avvicina alle soglie della tragedia classica, solo alle soglie però, perché in Porcile non ci sono eroi.

Lo spettacolo è percorso dalla suspance attorno al mistero di Julian, il protagonista, e si concentra sulle dinamiche fra questi, il padre e la madre – cui danno corpo Francesco Borchi, Mauro

Malinverno e Valentina Banci – e sulla giovane Ida, vera vittima della storia, interpretata da Elisa Cecilia Langone.
Ogni personaggio è connotato da un’ossessione che lo “sporca” di sentimento: Julian è sporco della sua mostruosità, soffre per la sua diversità inconfessabile e del senso di colpa che ne prova, finché non comprende che anche tale mostruosità è amore e riesce ad accettarla e liberarsi dal tormento. S’avvia a una morte priva di consolazione e d’eroismo. A “sporcare” il padre e la madre, è l’amore per Julian e l’incapacità di capire il suo disagio, che sembra li disgusti addirittura più di un crimine nazista. Ida, invece, si “sporca” amando Julian e decidendo di salvarlo. Un mondo di altre figure ruota attorno ai protagonisti, con la funzione di fare risaltare lo sguardo più intimo, disarmato, umano che Pasolini vi cela. Applaudiremo l’amico fidato del padre Hans-Guenther, Franco Ravera, l’ex criminale nazista Herdhitze, Fulvio Cauteruccio, il contadino Maracchione, Fabio Mascagni, e il servitore di casa, Pietro D’Elia.

E Binasco rintraccia quello sguardo intimo in un tema che non è tra i topoi della poetica pasoliniana: l’amore per il Padre. È un amore immaginario, una mancanza, un incontro disatteso, un’agnizione clamorosamente assente in tutta l’opera pasoliniana. Non ci sono quasi mai padri nelle sue opere, solo in teatro se ne intravedono due, in Porcile e in Affabulazione, e sono padri dentro a una tragedia, quella di non riuscire mai ad incontrare il figlio, non ne sono capaci e si struggono per questo.

Le scene dello spettacolo sono di Lorenzo Banci, i costumi di Sandra Cardini, le luci di Roberto Innocenti.

Lo spettacolo nasce dalla collaborazione fra Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Festival dei 2 Mondi di Spoleto, nella cui cornice ha debuttato lo scorso luglio con deciso successo.

Porcile replica mercoledì 25, giovedì 26 , venerdì 27 e sabato 28 novembre alle 20.30 e domenica 29 alle ore 16.

Per abbonamenti e per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

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