25 Novembre: Sciopero Generale Contro la Violenza sulle Donne

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ad un mese dal nostro appello, lanciato il 14 giugno scorso, oggi possiamo contare su quasi mille adesioni. E questo solo grazie a te e a tutte quelle donne – ma anche parecchi uomini – che, come noi, hanno creduto e credono nella possibilità di fare qualcosa per smuovere la coscienza di questo paese.

Le mail che arrivano, tutti i giorni, ci dicono che non si tratta più solo di una chimera ma anzi ci raccontano di centinaia di persone che vogliono condividere con noi questa piccola-grande utopia.

Abbiamo raccolto tutte le idee e i suggerimenti che ci avete inviato, grazie a tutte voi ora abbiamo la data su quando promuovere la nostra azione: il 25 novembre, proclamata dall’ONU giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e ormai riconosciuta da tutte le organizzazioni sociali e politiche nel mondo.

Per quanto riguarda le modalità, lo sciopero si articolerà  su tre azioni congiunte e/o separate (l’una non esclude le altre).

1. Lenzuola e/o pezzi di stoffa rossi esposti dai balconi e/o dalle finestre

2. 15 minuti di silenzio, in piedi, interrompendo qualunque attività di lavoro si stia svolgendo

3. Manifestazioni territoriali di piazza organizzate localmente (con eventuale corteo)

L’idea è quella di stare dentro il 25 novembre –  che quest’anno cadrà di lunedì – ma in un modo completamente diverso dal solito. Diciamo in un modo più “militante”, attivo e visibile come “scioperanti”: primo, per non far cadere l’attenzione sul femminicidio (ormai diventato trafiletto da ultima pagina nei quotidiani); secondo, per allontanare da noi l’immagine di vittimismo che il tema, purtroppo, sottintende.
Non a caso abbiamo scelto la parola “sciopero”, e cioè una forma di protesta altamente sociale e politica di autotutela con l’obiettivo di esercitare pressioni sulla “controparte”. Insomma, noi riteniamo che le donne non debbano più essere uccise, maltrattate, offese perché libere e padrone della loro vita, né in Italia né altrove, e che occorrano azioni forti e congiunte come questo “sciopero” che parla non solo di violenza sulle donne, non solo delle nostre sempre più precarie condizioni di lavoro, ma pone il legame tra le due cose.

Su tutte le altre informazioni relative alla diffusione e gestione dello “sciopero”, restiamo in stretto contatto – noi ci saremo anche durante il mese di agosto – tenendo conto che:

stiamo attivando un sito di cui presto ti daremo le coordinate;  prevediamo un logo e magliette da indossare durante i 15 minuti di astensione dalle proprie attività lavorative; pensiamo a flash-mob e sit-in locali, a foto e video da girare e mettere in rete durante quella giornata.

Così che ognun@ trovi la forma migliore per partecipare.

Informaci/informateci su piazze/spazi/luoghi dove le persone che desiderano lasciare il proprio lavoro/casa, possono incontrarsi e manifestare insieme, e metteremo tutte le info sul sito. A prestissimo, allora, e ovviamente, DIFFONDI più che puoi, anche mentre sei in vacanza!

Grazie, Adriana, Barbara e Tiziana
scioperodonne2013@gmail.com

One thought on “25 Novembre: Sciopero Generale Contro la Violenza sulle Donne

  1. Di seguito, l’indizione dello sciopero delle donne per il 25 novembre, da parte dello Slai Cobas per il sindacato di classe.
    Potete scaricarlo, completo di piattaforma da qui, per adattarlo alle singole realtà lavorative. Per ulteriori informazioni scrivere a anchioscioperodonne@inventati.org. Per dettagli tecnici scrivere invece a slaicobasta@gmail.com

    Slai Cobas per il sindacato di classe
    Sede legale v. Rintone, 22 Taranto – T/F 0994792086 – 3475301704 – slaicobasta@gmail.com – C.F. 90177580736
    TA. 31.10.13
    All. 1
    Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Coord. Amm.vo
    Al Dipartimento Funzione Pubblica
    Al Ministero del lavoro e delle Politiche sociali
    AL MIUR – Ministero Istruzione Università e Ricerca
    Alla Commissione di Garanzia
    Alla Confindustria -Roma
    alla Confcommercio – Roma
    Alla Confesercenti- Roma
    alla Confcooperative – Roma
    Alla lega cooperative – Roma
    alla Confagricoltura – Roma
    epc
    alla commissione pari opportunità viceministro M.C. Guerra
    alla Presidente della Camera, Boldrini
    OGGETTO: PROCLAMAZIONE SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DELLE LAVORATRICI IN DATA 25 NOVEMBRE 2013. Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, in riferimento alla decisione assunta dalle assemblee delle donne a Roma nelle giornate del 18 e 19 ottobre, comunica con la presente nota la
    proclamazione dello “sciopero delle donne” che si svolgerà a livello nazionale e per l’intera giornata del 25 novembre 2013 (in coincidenza della giornata mondiale contro la violenza sulle donne), in tutti i settori lavorativi privati, cooperativi e pubblici e riguarderà tutte le lavoratrici indipendentemente dal loro contratto di lavoro.
    La motivazione dello sciopero riguarda sia la questione dei femminicidi e stupri, sia la condizione di lavoro e di vita delle donne
    Si allega la piattaforma dello sciopero decisa dalle promotrici dello sciopero
    Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, accetta le limitazioni imposte dalle leggi e dai contratti di lavoro.
    Si fa presente che ai sensi dell’art. 28 L. 300/70 nessuna lavoratrice che aderisca allo sciopero deve subire limitazioni o essere oggetto di interventi disciplinari per aver esercitato questo diritto tutelato da leggi e Costituzione.

    SLAI COBAS per il sindacato di classe
    coordinatrice nazionale
    Calderazzi Margherita

    per com. 74121 Taranto via Rintone, 22 – slaicobasta@gmail.com – T/F 0994792086 – 347530170

    *******************************************************

    COSA NON VOGLIAMO:
    – NO all’intensificazione della presenza/controllo di Forze dell’ordine: polizia, carabinieri, ecc. nelle città, nelle strade – non vogliamo che gli stessi che nelle carceri, nei Cie, usano anche stupri e molestie, offese sessuali contro le donne, che ci manganellano nelle lotte, siano messi a “difenderci”;
    – NO a Task force che alimentano un clima securitario, di controllo sociale che si traduce in minore libertà, meno diritti per le donne. SI, invece, ad “illuminare” e rendere luoghi pieni di vita, ogni zona delle città e dei paesi, favorendo l’apertura 24 ore su 24 di locali, centri, parchi, e la gestione libera di essi da parte di organismi di donne.
    – NO alla trasformazione dei processi per stupro in atti d’accusa e indagine sulla “morale” delle donne;
    – NO a consultori o centri confessionali trasformati in luoghi di controllo/repressione delle scelte delle donne

    E COSA VOGLIAMO:

    – “case delle donne” in ogni città, e quartiere di grande città, gestiti dalle donne, di denuncia e di lotta, con servizi gratuiti di avvocati, medici, psicologi, esperti scelti dalle donne.
    – interventi immediati contro i maschi denunciati per violenze, stalking, molestie sessuali, maltrattamenti.
    – Via subito dai posti di lavoro, da posti istituzionali chi esercita molestie, violenze sessuali.
    – Divieto di permanenza in casa di mariti, conviventi, padri, fratelli denunciati per violenze, maltrattamenti;
    – Procedura d’urgenza nei processi per stupro e femminicidi e accettazione delle parti civili di organizzazioni di donne –
    patrocinio gratuito per le donne – Classificazione del reato di stupro tra i reati più gravi del sistema penale
    – Semplificazioni e procedure d’urgenza per le cause di separazione e divorzi, patrocinio gratuito alle donne
    – Divieto dell’uso del corpo femminile a fini pubblicitari e dell’uso sessista del linguaggio
    – Abolizione nelle scuole e università di testi sessisti, con contenuti discriminatori, via i professori che li propagandano.

    Contro le discriminazioni, oppressioni che sono alla base delle violenze sessuali e femminicidi
    – Lavoro per tutte le donne – Reddito minimo garantito a tutte le donne, perchè la dipendenza economica non sia di ostacolo alla rottura di legami familiari
    – Trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari – Pari salario a pari lavoro
    – Divieto di indagine su condizione matrimoniale, di maternità, di orientamento sessuale, per assunzioni o licenziamenti
    – Diritto di cittadinanza e uguali diritti lavorativi, salariali e normativi per le donne immigrate
    – Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario – abbassamento dell’età pensionabile delle donne, come riconoscimento del doppio lavoro
    – Nessuna persecuzione delle prostitute, diritti di tutte ai servizi sociali e al reddito minimo garantito
    – Difesa e ampliamento del diritto di aborto, abolizione nella L.194 dell’obiezione di coscienza e gratuità degli interventi e delle strutture, consultori laici gestiti e controllati dalle donne.- Accesso gratuito per le donne ai servizi sanitari e sociali

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