Caravaggio

Andare a vedere Vittorio Sgarbi a teatro non vuol dire solo recarsi ad assistere ad uno spettacolo teatrale. Vittorio Sgarbi è conosciuto al grande pubblico come un personaggio che attraverso l’arte è riuscito ad avere un successo mediatico creando un personaggio pittoresco, ma lui è il più grande critico d’arte che noi abbiamo in Italia e soprattutto è un grande estimatore d’arte: lui ama l’arte e per farla arrivare a tutti ha utilizzato un linguaggio volgare, del popolo. Non a caso il pubblico si aspetta proprio questo e lui lo accontenta ma parimenti riesce soprattutto a istruire vincendo nel suo intento. Attraverso il suo esprimere amore per la bellezza artistica del patrimonio italiano, si schiera nella difesa con tutto se stesso e non soltanto nei luoghi della sua nascita ma anche in altri territori cercando di mantenere l’italianità artistica nel territorio. Non a caso l’impronta di Vittorio Sgarbi si trova ovunque. Personalmente la mia vita è stata costellata da passaggi attraverso i quali ho sentito la netta presenza di questa persona e non parlo solo nella mia città all’inaugurazione di magazzini artistici o alla presentazione di libri con la presenza e la vicinanza dei vescovi ma anche in altre zone dove mi trovavo a passare per diletto, per visita o per turismo.
In ricoveri sperduti trevigiani ho assistito a elogi di suore anziane che lodavano il suo operato, a Mantova ho apprezzato una mostra sul disagio mentale scoprendo che era curata da lui, e così via.
Un volto familiare, al quale sento di dover dire grazie nonostante la sua scontrosa grazia, per tutto quello che ha fatto a favore dell’arte.
Lo spettacolo, in tournée italiana, arriva da Padova ed oggi è presentato al teatro Orazio Bobbio di Trieste racconta l’opera di uno dei più grandi artisti italiani, Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio. Articolato in una combinazione alternata di musica immagini e parole, lo spettacolo lascia gran parte della scena ad una lezione esemplare sull’opera del grande pittore. Tutto lo spettacolo è un continuo collegamento tra artisti moderni, fotografi, poeti, scrittori, politici, architetti e naturalmente pittori: da Pasolini alla Padanía, dai particolari dei volti dipinti a quelli cinematografici o fotografici, tutto è magistralmente collegato e spiegato con una semplicità disarmante che fa arrivare il messaggio, anche quello che stride e infastidisce perché va a ledere i fondamentali basamenti illusori che ci costruiamo.
Tutto è popolano, di una semplicità che improvvisamente acquista evidenza, ora, e tutto è legato da una musica che attraverso il suono di un violino o di altri strumenti antichi, porta un sapore gitano, di quelli che si potevano ascoltare nelle strade o nelle osterie.
L’istantanea realtà di un attimo rubato acquista potenza nella comprensione, il lento logorio del tempo sulla vita conduce alla morte anche dell’ottimismo, il dubbio sull’esistere non lascia risposta.
Caravaggio in fondo è avanti a noi, oltre la nostra comprensione.
Un genio d’altri tempi e fuori dal suo tempo, incompreso nel suo luogo e nel suo tempo, come in fondo molti al pari suo.
Lo spettacolo replica domani alle 20.30

Laura Poretti Rizman

Sgarbi Caravaggio-Fabbrini-Valentino, foto fornita da La Contrada

14 e15 gennaio 2017, 20.30

CARAVAGGIO

DI E CON VITTORIO SGARBI

Arriva il 14 e 15 gennaio 2017 alle 20.30 al Teatro Bobbio di Trieste un fuori abbonamento da non perdere: “Caravaggio” uno spettacolo di e con Vittorio Sgarbi.

Vittorio Sgarbi ci condurrà, attraverso la vita e la pittura rivoluzionaria di Michelangelo Merisi, in uno spettacolo teatrale arricchito dalla musica di Valentino Corvino, e dalle immagini delle opere più rappresentative del pittore lombardo curate dal visual artist Tommaso Arosio. La regia è di Angelo Generali.

Una guida e un attore, con un copione da seguire e un palcoscenico da occupare. Soprattutto un mondo da far scoprire, andandoci “dentro”, così che il teatro diventa, d’un colpo, cornice di dipinti che s’animano in video, dando corpo a ombre e luci, colori e chiaroscuri, forme e intenzioni.
Caravaggio come non s’è mai visto, insomma. E anche un Vittorio Sgarbi inedito. L’incontro tra il critico d’arte e il pittore che solo nel Novecento si cominciò a comprendere appieno, avendo vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento e avendo rivoluzionato tecnica e punto di vista, precorrendo i tempi e influenzando l’arte successiva, dal Barocco fino allo stesso Pasolini, è uno spettacolo fatto di rigore, parole e suggestioni visive e sonore. Protagonista assoluta la pittura di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, che parla direttamente alla nostra coscienza di cittadini del secondo millennio.

“Caravaggio è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito – racconta Sgarbi –  tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio.” 

Questo “Caravaggio” sul palcoscenico è capace di trattare i capolavori del maestro come una narrazione sensoriale,  gli stupori e le paure inscritte nella sua pittura parleranno a tu per tu con ciascuno degli spettatori.

Informazioni: 040.948471/390613 contrada@contrada.it; www.contrada.it; Ticket Point 0403498276/3498277.

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