Goli Otok – Isola della libertà

Goli Otok, ovvero l’isola calva nel mar Adriatico, a confine tra il Quarnero e la Dalmazia, usata da Tito nel periodo della Jugoslavia per deportare i dissidenti politici è stata raccontata a teatro da Elio de Capitani intervistato da Renato Serti, che ha davvero intervistato un internato e dalla sua testimonianza ne ha tratto un libro.

Un’isola che già si presenta arida e inaccessibile all’uomo in quanto nessuna vegetazione riesce a crescerci sopra causa le folate violente di Bora che spruzzano salsedine in ogni suo spazio. Un’isola piccolissima che ora ospita perfino un ristorante, ma che ai tempi del regime jugoslavo non offriva nulla, neppure l’acqua.

La violenza era l’arma deterrente e la possibile via di salvezza. Rinnegare i propri principi per porsi al fianco del regime era un’altra possibilità di fuga, ma questo implicava la spia nei confronti di compagni di battaglia e disonore nei confronti della propria coscienza. Non tutti erano così forti da resistere, non tutti erano così forti per non cedere alla facile soluzione.

Il racconto di quei luoghi e di quei crimini incatenano il pubblico alla poltrona. Ora di quell’isola si può parlare, mentre fino a soli pochi anni fa nessuno osava neppure nominarla.

Uno spettacolo che non è solo espressione artistica e letteraria, ma soprattutto storica e civile.

Un gran spettacolo che ci si augura possa proseguire la sua tourneè in tutta quell’Italia che di quei luoghi ad oggi ne sa troppo poco.

 

 

©Laura Poretti Rizman

 

Goli otok_De Capitani_Sarti_ph Massimiliano Boga_2-7391, foto fornita da Il Rossetti
Goli otok_De Capitani_Sarti_ph Massimiliano Boga_2-7391, foto fornita da Il Rossetti
“Debutta al Politeama Rossetti Goli Otok – Isola della libertà, dal testo che Renato Sarti ha tratto dalla testimonianza di un internato. Elio De Capitani e lo stesso Sarti sono protagonisti e registi del toccante spettacolo che indaga su una crudele pagina della storia recente. Lo spettacolo è ospite della stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”.

Presentato in forma di lettura scenica nel novembre 2012, Goli Otok ha colpito nel segno sia per la precisione della ricostruzione storica di episodi quasi sconosciuti, sia per la  toccante ed efficace sintesi drammaturgica di Renato Sarti e l’interpretazione incisiva ed emozionante di Elio De Capitani. È stato naturale – per il Teatro dell’Elfo – assicurare all’operazione la forma definitiva di spettacolo: un’allestimento molto applaudito e che ora approda al Politeama Rossetti.

Lo spettacolo va in scena da mercoledì 13 a domenica 17 maggio, per la stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Il testo nasce dai ricordi e dalla testimonianza di Aldo Juretich, un anziano nato a Fiume negli anni Venti, e trasferitosi poi a Monza. Dopo la Seconda Guerra mondiale visse la terribile esperienza di Goli Otok, il peggiore dei campi di internamento di Tito, in cui furono rinchiusi – dopo la rottura del Cominform fra la Jugoslavia e l’URSS – quei traditori che rimasero fedeli a Stalin.
Nell’inferno di Goli Otok finì così una parte importante della gloriosa ed eroica Resistenza jugoslava: semplici resistenti ma anche eroi di Spagna, comandanti partigiani, membri di primo piano del Partito Comunista Jugoslavo, scrittori, poeti, artisti e persino ex agenti dell’Udba, la spietata polizia segreta che denunciava, arrestava, massacrava gli avversari di Tito.
Fra mille altre sofferenze (fame, sete, malattie, atroci violenze) il principio fondamentale su cui si reggeva il sistema di Goli Otok era quello del “ravvedimento”. Il prigioniero doveva rivedere la propria posizione e per dimostrarlo c’era un modo molto semplice: massacrare gli ex compagni, i propri amici, a volte i fratelli, i figli, i padri. Le mogli degli internati che rimanevano a casa, per dimostrare di non essere staliniste dovevano divorziare dal proprio marito e se non lo facevano erano licenziate, costrette ai lavori più umilianti e a vedere i figli espulsi dalle scuole per indegnità.
Una volta finito l’internamento a Goli Otok, per gli ex prigionieri cominciava un secondo inferno: quello del rientro e del completo isolamento nella società. Prima di riacquistare la propria libertà erano praticamente costretti a firmare un documento in cui dichiaravano che non avrebbero mai fatto cenno alla loro storia. Come cani randagi erano tenuti a debita distanza dagli altri e loro stessi si guardavano bene di parlare con amici e conoscenti per non coinvolgerli in una spirale di sospetti che durò molti decenni, persino dopo la morte di Tito.
Per Aldo Juretich, questa fase perdurò anche dopo essere riuscito a trasferirsi in Italia: «Il sospetto è più forte della certezza. Una volta che sei finito nelle grinfie della polizia segreta quella non ti molla». Juretich, nonostante l’esperienza vissuta, era rimasto ancora saldamente legato a quei principi (traditi e disattesi) che lo avevano spinto ad aderire alla lotta partigiana, al Partito Comunista: l’internazionalismo, la pace, la libertà.
Nel testo Aldo (interpretato da Elio De Capitani, regista e attore eccellente, che ricorderemo straordinario nel 2010 in Angels in America) viene visitato da un medico (Renato Sarti), pure lui di origine croata, il quale, dopo aver letto il libro Goli Otok, di Giacomo Scotti, riesce a convincerlo a raccontare la sua terribile esperienza. Al di là di un inevitabile coinvolgimento emotivo – anche se solo per un brevissimo lasso di tempo –  il dottore stesso finirà nel gorgo di quell’inquietante passato, di cui poco o nulla si sa.
Goli Otok – Isola della libertà nasce da un progetto di Elio De Capitani e Renato Sarti. Il testo è di Renato Sarti mentre la regia è firmata da entrambi, Elio De Capitani e Renato Sarti, che applaudiamo anche in scena.
Le musiche sono di Carlo Boccadoro, le luci di Nando Frigerio.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro dell’Elfo in collaborazione con Teatro della Cooperativa
Si ringraziano  Giacomo Scotti (autore del libro Goli Otok), Ada Juretich, il Mittelfest 2011 (dove il testo è stato letto per la prima volta), Michela Aiello, Nora Picetti e Riccardo Molino che hanno aiutato a raccogliere la testimonianza di Aldo Juretich.
Goli Otok – Isola della libertà debutta al Politeama Rossetti – Sala Assicurazioni Generali martedì 13 maggio alle ore 20.30 e replica in orario serale fino a sabato 16 maggio. Domenica 17 maggio lo spettacolo va in scena alle ore 16.
I biglietti sono disponibili presso i consueti circuiti e punti vendita dello Stabile regionale. Ulteriori informazioni sul sito del teatro www.ilrossetti.it e al tel 040-3593511.

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