I libri bisogna viverli, rileggerli, sentirli propri, personalizzarli, farli diventare una parte di noi come noi diventiamo una parte di quello che hanno dentro.
“I cento libri che rendono più ricca la nostra vita” di Piero Dorfles, editore Garzanti
Continua nella nostra regione la presentazione del libro di Piero Dorfles, I cento libri che rendono più ricca la nostra vita che Dorfles ha presentato a Trieste lo scorso aprile 2014.
Trieste è la sua città di nascita ma Dorfles da tempo vive e lavora a Roma, dove ha trovato successo lavorativo divenendo molto popolare in tivù come conduttore della trasmissione “Per un pugno di libri” insieme a Patrizio Roversi, Neri Marcorè, Veronica Pivetti e Geppi Cucciari. Piero Dorfles, giornalista e critico letterario, è anche relatore e da poco ha tenuto proprio nella sua città natale, una conferenza per il Circolo della Cultura e delle Arti, a confronto con il professor Elvio Guagnini, a titolo “Leggere e comunicare, il critico e il suo pubblico”. Il libro non è il suo primo lavoro letterario, in quanto molti sono i suoi libri sul tema della comunicazione, soprattutto quella radiotelevisiva.
Il libro è un pretesto per esprimere, una volta di più, l’importanza della lettura nel bagaglio culturale odierno. Per Dorfles tutti noi dovremmo aver letto almeno i cento libri elencati nel corso della nostra vita: ë ben chiaro che gran parte di questa istruzione dovrebbe arrivare dalla scuola stessa, sia sotto forma di insegnamento ma soprattutto sotto forma di consigli di lettura spinti da una forte capacità da parte degli insegnanti di sollecitare la curiosità tra gli allievi nei confronti del testo e della successiva discussione in merito.
Scorrendo il libro tutte le persone appartenenti alla generazione degli anni sessanta si possono ritrovare almeno in parte, ma ecco che già nelle generazioni successive, il confronto muta enormemente. Probabilmente i programmi educativi sono mutati nel tempo e gli stessi che hanno avuto la fortuna di aver letto su indicazione o su imposizione a volte, i libri indicati, già si rendono conto che i propri figli e i propri nipoti, neppure sanno di cosa trattano quei testi. La lettura è stata sostituita da mezzi di comunicazione diversi acquisendo grandi capacità ma perdendo altrettanti valori.
L’uscita del libro di Dorfles riporta l’attenzione all’importanza della lettura per una crescita morale della società stessa. Osservando la sua vita, nello svolgersi dei suoi impegni lavorativi, ci rendiamo ben presto conto che questa è la sua missione: a quest’uomo dobbiamo dir grazie, per perseguire questo suo intento con passione e talento, offrendo a tutti, ma soprattutto ai giovani, l’amore per l’arte, la letteratura e la cultura.
Un mondo aperto alla lettura del pensiero altrui è certamente un mondo migliore.
©Laura Poretti Rizman
Presentazione del libro a Trieste, al Circolo della Stampa, 1 aprile 2014
video©Laura Poretti Rizman
UNA CHIACCHERATA CON PIERO DORFLES
E’ un onore ricevere la sua intervista. Inizio con il chiederle come mai questo importante viaggio attraverso la letteratura che lei offre attraverso la scelta di 100 libri fondamentali, non riesce ancora ad evolvere l’universale coscienza umana, nonostante il fatto che, se uno li legge, il medium per evolversi, lo trova… Come mai la gente legge poco e spesso ciò che legge non lo capisce?
in Italia si legge poco. Chi dovrebbe incentivare e promUovere la lettura non lo fa: la famiglia, la scuola, la comunicazione di massa. Questo perché la cultura non è percepita come un valore e come un fondamentale strumento di progresso, non solo intellettuale, ma anche sociale ed economico. Naturalmente, non basta leggere per acquistare coscienza civica e capacità progettuale. Perché la lettura sia formativa bisogna che sia critica e analitica. E perché questo avvenga bisogna che la lettura sia un’abitudine, sia ampia e sia accompagnata da rtiflessioni.
Lei è un giornalistau e critico letterario italiano. Il suo impegno con il famosissimo programma televisivo “Per un pugno di libri” mi induce a chiederle cosa pensa in merito alla condizione scolastica attuale in Italia.
La scuola italiana è di ottimo livello, e i nostri licei non hanno uguali. Ma è soggetta a continue riforme, che l’hanno burocratizzata, hanno ridotto l’autonomia dei professori e hanno introdotto criteri mercantili nel rapporto con gli studenti, costringendo i dirigenti a fare scelte deteriori per attirare gli utenti.
Cosa prova quando ritorna nella sua città natale?
Trieste, negli ultimi anni, ha cambiato volto: le asmpie isole pedonali, i locali all’aperto, i giovani che li affollano le danno un aspetto vivace e vitale. E il mare e il Carso a due passi la rendono sempre piacevole. Resta però una città povera di iniziative, provinciale e mal collegata. In definitiva, dà l’idea di un posto più adatto a una breve vacanza che a una residenza lavorativa.
Ringraziandola per questa intervista, le chiedo quali saranno i suoi prossimi impegni lavorativi.
Non ho impegni precisi, in qauesto momento: la trasmissione di Raitre riprenderà soltanto a gennaio, e fino allora saró spesso in giro per l’Italia per presentazioni, convegni e conferenze. Una anche al CCA di Trieste. Per il resto, ho in cantiere alcuni saggi brevi di letteratura comparata, che spero, prima o poi, di raccogliere in volume.
Un cordiale saluto, Piero Dorfles
intervista©Laura Poretti Rizman