I guardiani dell’acqua

Si è tenuto a Trieste, per la quarta volta nella storia,  nella sede del MIB, un congresso molto importante , sia perchè la speleologia è nata in questa città, sia perchè si parlava casualmente d’acqua.

Un tema ricorrente in questi giorni, quello dell’acqua, che pochi ricordano come un susseguirsi di riti molto antichi,  riti che non casualmente proprio  in questo periodo richiamano all’attenzione di voto la cittadinanza per difendere questo bene prezioso. Un bene di vita, che ci permea  e per il quale non dovremmo “pagare”. Pagare per vivere..che assurdità, sarebbe come dire che si lavora sodo per mettere da parte dei soldi, si fanno dei sacrifici per poter acquistare una casa dove vivere, e su quella stessa casa, costruita con la fatica del proprio lavoro,  si devono poi pagare delle tasse allo Stato per la proprietà, quella nostra, appena acquisita…opps..ma questo già accade…e allora, mi viene da pensare che prima o poi dovremmo anche pagare per poter respirare..mannaggia..allora che senso ha la vita? Esiste davvero il diritto di vivere, è un dono la vita o rimane un onere da dover affrontare giorno per giorno?

Scusate queste divagazioni in merito, ritorno all’argomento principale: il Congresso di speleologia.

Durante la manifestazione è stato presentato un documentario che già sta andando  in onda su qualche rete a pagamento (..opps, di nuovo..), un documentario che affronta il misterioso percorso di un fiume a noi tutti molto caro, il Timavo.

In questo documentario è stata narrata parte delle sua storia, concentrando l’attenzione soltanto su alcune scoperte ed alcuni uomini appassionati di speleologia. Un documentario che ha coinvolto molte realtà di Associazioni speleologiche triestine. Sì, perchè a Trieste non esiste soltano un gruppo, ma molti gruppi che lavorano da anni con passione e con costanza nel nome dell’amore per la scoperta e la natura, ma il documentario non ha parlato proprio di tutte le scoperte e di tutte le persone che hanno dedicato e perso la vita per questo fiume.

Un fiume che si nasconde, come la passione della speleologia. Perchè, a sentire i relatori, soltanto la divulgazione di questa attività nel mondo giovanile, e in particolare la divulgazione sommata alla richiesta di collaborazione nel mondo universitario, permetterebbe di non far morire questa passione garantendo una continua ricerca .

Una ricerca che ad oggi si avvale dell’aiuto di persone che possono di diritto definirsi “Underwater Keepers”, custodi di quell’acqua che appartiene a tutti e  che permette a tutti di vivere.

Siamo fatti d’acqua

dall’acqua nasciamo e con l’acqua viviamo

e non esiste nessuno che possa impedirci di vivere.

Laura Poretti Rizman

XXI Congresso di speleologia

Alla ricerca del fiume nascosto

Watermark

(Immagine in evidenza di Denibaptista)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.