Il Re di Betajnova 🗓

TEATRO STABILE SLOVENO 
ABBONAMENTO A GORIZIA 


Ivan Cankar 
IL RE DI BETAJNOVA
regia: Tomaž Gorkič   

Kulturni center Lojze Bratuž
lunedì 21 gennaio 2019, ore 20.30 
con sovratitoli in italiano 


Prosegue lo stile registico dark al Teatro Sloveno di Trieste con la nuova rappresentazione per la regia di Tomaž Gorkič, noto regista sloveno, legato nelle sue opere ad interpretazioni introspettive di vago sapore premonitore.

Le scelte di vita umane per riuscire a emergere nel comando sono legate al sangue e alla violenza, ne IL RE DI BETAJNOVA, come spesso nella vita.

Ivan Cankar, autore del testo e noto scrittore sloveno, riporta nei suoi scritti parte dell’impronta ricevuta nella sua vita: nato tra dodici fratelli, vive parte della sua infanzia in povertà, ma grazie al suo dono, riesce ad emergere e diviene un noto scrittore legato al Partito socialdemocratico jugoslavo. Toccò molti generi, dalla poesia ai racconti e romanzi e fino ai testi teatrali e di satira ma è dell’ultimo periodo il suo merito migliore nel penetrare nell’anima dell’uomo, divenendo uno dei principali rappresentanti del movimento neoromantico denominato Moderna, di tendenze anche antipositivistiche. Egli criticò nei suoi libri la politica slovena del suo tempo e scrisse molto sul futuro dei poveri e repressi, basti citare il racconto Tujci (“Stranieri”) del 1902, dove denunciò la precaria situazione degli intellettuali sloveni.

Anche ne Il re di Betajnova, si osserva con occhio attento alle condizioni del popolo, ma il finale rimane nelle mani del potere del denaro e della violenza e del sopruso.

Molto moderno lo stile interpretativo scelto dal regista che ha messo davanti agli occhi di tutti una macelleria di umane personalità.

Lo stupro, la violenza, il sopruso, vestono di nero e tra catene, armi e coltelli, si cammina su un letto di sangue che simbolicamente verrà versato anche sugli innocenti, colpevoli forse di non sapersi ribellare al sistema.

Tomaž Gorkič, per queste sue scelte, consiglia la visione dello spettacolo ad un pubblico di età superiore agli anni sedici.

Nota particolare: causa ad un infortunio, è stato sostituito il ruolo di Franc Bernot, e Dejan Pevčević ne ha vestito i panni egregiamente, entrando nel personaggio ed imparando la parte in poco tempo. Conduttore televisivo molto noto in Slovenia anche per aver partecipato alla trasmissione Ballando con le Stelle edizione slovena, ha saputo donare l’unica parte di dolcezza all’interno del racconto.

Dopo quattro uscite di applausi, il cast si è concesso al brindisi insieme al pubblico, con una torta a tema con tanto di coltello e sangue, offerta con il consueto tocco di gentilezza da parte del Teatro Stabile Sloveno di Trieste.

Le repliche triestine seguiranno fino al 19 gennaio, mentre il 21 gennaio lo spettacolo sarà ospite del programma in abbonamento per Gorizia nella sala del Kulturni center Lojze Bratuž. Tutte le repliche saranno sovratitolate in italiano. Per le repliche domenicali è previsto il servizio di bus navetta, a disposizione di abbonati e spettatori occasionali.

Laura Poretti Rizman

Teatro Stabile Sloveno 
Ivan Cankar

KRALJ NA BETAJNOVI/ IL RE DI BETAJNOVA

regia: Tomaž Gorkič

PRIMA: 11 GENNAIO ORE 20.30-TSS TRIESTE

Venerdì 11 gennaio alle ore 20.00 la prima dello spettacolo Il re di Betajnova verrà introdotta dall’apertura della mostra Cankar a fumetti dell’Istituto Škrateljc. Si tratta di un progetto che unisce diversi autori (Boštjan Gorenc – Pižama, Žiga X Gombač, Andrej Rozman Roza) e illustratori (Tanja Komadina, Damijan Stepančič,Igor Šinkovec)che hanno voluto superare gli stereotipi legati a un personaggio cult come Cankar e ai luoghi comuni della sua poetica. Curatrice del progetto è Lena Jevnik, responsabile dell’iniziativa è Uroš Grilc. La mostra sarà visitabile fino al 30 gennaio 2019, da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 15.00 e un’ora prima di ogni spettacolo

La strada verso il trono è lungae l’uomo deve percorrerla immerso fino alle ginocchia nel sangue e nelle lacrime (I.Cankar, Il Re di Betajnova)
Il 2018 è trascorso nel mondo culturale sloveno all’insegna del centenario della morte dello scrittore e drammaturgo Ivan Cankar. Un personaggio di culto, al quale anche il Teatro Stabile Sloveno ha reso omaggio nell’ambito dell’iniziativa “Cankar a Trieste”, con la quale è stato sottolineato il forte legame dello scrittore con la nostra città attraverso conferenze, visite guidate e una maratona cinematografica. L’apice di questo articolato omaggio verrà tuttavia raggiunto nei primi giorni del 2019 con la prima della nuova produzione del Teatro Stabile Sloveno, il dramma Il re di Betajnova, che debutterà venerdì 11 gennaio alle 20.30 con sovratitoli in italiano. Quest’opera politica e di forte denuncia sociale è stata scritta nel 1902 ed è stata rappresentata a Trieste per la prima volta nel 1908. Sono seguiti ancora due allestimenti a cura del TSS, ovvero nel 1947 e nel 1987. La nuovissima produzione offrirà uno sguardo totalmente inedito del capolavoro di Cankar sul tema della corruzione e della sete di potere attraverso la lente del regista Tomaž Gorkič, capofila della filmografia horror slovena, che in questa occasione collaborerà per la prima volta con il teatro triestino per firmare il proprio debutto come regista di uno spettacolo teatrale. Gorkič può vantare una lunga serie di premi a festival del cinema internazionali e il suo film Idila è stato definito il primo horror sloveno nel vero senso del genere. Ha tuttavia realizzato anche diversi spettacoli di danza per la scena indipendente, ha curato performance, spot pubblicitari e film di animazione. Il suo sguardo rivelerà nuove prospettive nella vicenda che racconta l’ascesa dell’amorale Jožef Kantor, arricchitosi con l’usura e lo sfruttamento del proletariato rurale. Al suo arricchimento economico segue la brama di potere anche in campo politico. Il suo percorso incontra anche resistenze da parte delle vittime del sistema, ma nonostante la ribellione si basi su giuste rivendicazioni, non è necessariamente destinata al successo, così come accade anche nella vita reale. Diritti e sentimenti negati, delitti, corruzione sono i temi di questo dramma noir, del quale il regista ha scritto: “Nelle opere letterarie di Cankar possiamo ravvisare anche gli aspetti più bui di una società in preda allo sfruttamento, all’avida ingordigia, ai maltrattamenti più sadici e ad altre forme di violenza sull’uomo. La casta che ci governa vorrebbe certo nascondere tutto ciò, forse dietro al sorriso beffardo di un venditore disumano che commercia in vite, cedendole al miglior offerente, come imposto dall’inumano codice capitalista.” La storia si ripete, così come questo tipo di vicende, per questo il nuovo allestimento non si riferisce nella sua immagine a un determinato tempo e spazio. Il contenuto rimane inalterato, ma la sua dimensione è quella di un incubo, con riferimenti alle immagini dei quadri di Bosch. Le scene firmate da Petra Veber rappresentano simbolicamente una città, dove l’immagine emotiva supera l’importanza della visione descrittiva. I costumi di Sanja Grgić evidenziano il sottotesto, rivelando la natura complessa e autentica dei personaggi. “In quanto regista cinematografico preferisco derivare le mie intenzioni da un approccio visivo. Non amo guardare attori su scene vuote, dove occorre immaginare il contesto. Per questo motivo scena, costumi e trucco, luci e coreografie sono per me fattori imprescindibili”- ha detto Gorkič, che ha cercato di unire in questa produzione il linguaggio teatrale e quello cinematografico: “Voglio attori fatti di carne e sangue, non mi interessano i manichini parlanti. In alcune scene gli attori dovranno ispirarsi attraverso le coreografie anche a tecniche cinematografiche, creando da soli il montaggio e le inquadrature, come si trattasse di un film dal vivo.” L’intera vicenda viene commentata dalle musiche originali, con le quali il compositore Sašo Kalan ha creato una colonna sonora ambientale, fatta di effetti più che di convenzionali melodie. I movimenti coreografici sono firmati invece da Jana Menger, che con il movimento completa il non-detto della vicenda. Il personaggio iconico di Jožef Kantor verrà interpretato da Primož Forte, il doppio ruolo di Hana e Francka sarà di Nikla Petruška Panizon. Lo sfortunato ribelle Maks avrà il volto di Tines Špik, il possidente Franc verrà interpretato invece da Dejan Pevčević. L’attore triestino Franko Korošec ritornerà sul palco del TSS nei ruoli di Krnec e del Giudice, la nipote di Kantor, Nina, sarà Tina Gunzek. Completano inoltre il cast Maja Blagovič e il noto attore sloveno  Brane Grubar nel ruolo del parroco.La prima andrà in scena venerdì 11 gennaio nella sala principale del TSS di Trieste.

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