La leggenda della musica internazionale a Udine: i Jethro Tull

Jethro Tull, foto fornita da Folkest

Mrs. Tibbets’ little boy
August morning silence breaks
Eyes to heaven, Manhattan toy
Drops in for tea and Eccles cake
Have yourselves a merry little Christmas;
Open parcels, gifts of different kind
A bigger bang will call for bigger bucks
So pay the ransom, don’t look behind

 

 

 

Sotto una la Luna del Cervo, nel cortile del Castello di Udine, un folto pubblico attende l’inizio del concerto dei Jethro Tull.

Leggenda della musica internazionale, i Jethro Tull sono un gruppo rock progressivo inglese che racchiude tutta la multiculturalità del Regno Unito. Il gruppo si è formato nel 1967 a Blackpool, borgo nella contea inglese del Lancashire che affaccia sul mare d’Irlanda, grazie allo scozzese Ian Anderson prendendo il nome dal pioniere della moderna agricoltura, l’agronomo Jethro Tull che visse tra il 1600 ed il 1700.

Il polistrumentista Ian Anderson, ha reso famosa la musica del gruppo soprattutto grazie al suo esibirsi con il flauto traverso, assumendo anche nelle esibizioni dal vivo, atteggiamenti che lo portarono presto a divenire un folletto del rock. Le sue posizioni di sospensione con un piede quasi a simboleggiare un albero ed i finali con le movenze di una mano verso il cielo, potrebbero quasi assomigliare a un richiamo simbolico dell’unicorno, emblema della sua terra d’origine la Scozia, e simbolo di orgoglio e libertà.

L’essenza della musica dei Jethro Tull infatti riporta proprio in un mondo di fiaba e cattura con il suo misticismo, anche se in alcuni tratti musicali, lascia spazio ad altre sonorità. Conoscere la storia della band, la sua nascita nel luogo e il contesto storico che unisce e divide quei luoghi da sempre, è infatti molto importante per comprenderne la musica, che istintivamente ti porta in un mondo parallelo, al confine tra l’Irlanda e la Scozia.

Il flauto traverso di Ian e Ian stesso sono il motore trainante dei Jethro Tull. Lui dirige e coordina, accompagna e chiude ogni brano. La voce è maturata ed il canto ha lasciato spazio al racconto, ma è la musica a fare da padrona e, dopo un timido approccio iniziale, il secondo tempo inizia alla grande, facendo entrare il pubblico in un’atmosfera fantastica.

Sullo sfondo il loro logo ruota lentamente e con la musica che oramai ha scatenato tutti i musicisti, sia negli assoli che nella coralità, si rende ipnotica la serata.

Ian si esprime tra un brano e l’altro, con un tipico umorismo inglese. Racconta aneddoti del passato e salta nella virtualità del presente, affermando, lui come altri suoi colleghi, che dal vivo la musica è meglio.

In una notte magica, dove le ballate diventano favole sulle note dirette da un flauto magico, i musicisti si trasformano perdendo l’età e rendendo al pubblico la magia di un tempo che rimane sospeso.

Laura Poretti Rizman

 

 

 

 

 

 

JETHRO TULL

 LA BAND LEGGENDA DEL PROG IN CONCERTO A UDINE PER FOLKEST 2022

IL 13 LUGLIO

Nasce dalla collaborazione tra i festival Folkest e Nei suoni dei luoghi e dall’accordo con il Comune di Udine il concerto evento del 13 luglio al Castello di Udine.

Reduci dall’uscita a gennaio di The Zealot Gene, primo album in studio dopo 18 anni, e dal successo dei loro ultimi concerti nei teatri italiani, che hanno registrato un sold out dietro l’altro, la band di Ian Anderson arriva ad Udine il 13 luglio, nell’ambito della 44esima edizione di Folkest e nella 24esima edizione del Festival Nei Suoni Dei Luoghi e inserito tra gli eventi di Udine Estate.

Con oltre 50 anni di storia e con più di 60 milioni di album venduti in tutto il mondo, i Jethro Tull sono una leggenda della musica internazionale. Apparvero per la prima volta con questo nome nel 1968 nel famoso Marquee Club di Londra e da lì riuscirono a creare immediatamente un largo seguito, suonando su e giù per l’Inghilterra. Il vero successo – anche un po’ a sorpresa – arrivò al Sunbury Jazz e al Blues Festival nell’estate del 1968. I Jethro Tull registrarono e pubblicarono il loro primo album, This Was, con la formazione originale formata da Anderson, Cornick, Bunker e Abrahams. Dopo la sostituzione di Mick Abrahams con Martin Barre, circa altri 30 musicisti si sono avvicendati nelle fila dei Jethro Tull, marchio che sopravvive fino ad oggi e dura nel tempo: Ian Anderson si esibisce con la band in genere per circa un centinaio di spettacoli ogni anno in tutto il mondo.

La storica prog band britannica ha pubblicato The Zealot Gene questo gennaio (a ben 19 anni dal precedente album). Il disco, anticipato dalle release Shoshana Sleeping e dalla title track, è stato descritto da Ian Anderson come un insieme di riflessioni su temi e concetti biblici. “Anche se nutro un’autentica passione per lo sfarzo e la narrazione fiabesca del Libro Sacro, sento ancora il bisogno di mettere in discussione e disegnare paralleli a volte sacrileghi del testo“.

Un disco che è stato accolto dalla stampa specializzata con grande favore: dignitoso, elegante, profondamente riflessivo. Ci aspetta un grande concerto mercoledì 13 luglio, tra brani nuovi, vent’anni dopo l’ultimo disco, e acclamati cavalli di battaglia ripescati dal repertorio più progressive. 

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