La modestia

 

Uno spettacolo davvero di difficile comprensione quello presentato da Luca Ronconi al Teatro Politeama Rossetti.

Uno spettacolo che apre le porte alla comprensione abbattendo il muro del pregiudizio, ma allo stesso tempo presenta una mescola di storie intrecciate in luoghi distanti ma apparentemente uguali, abitati da personaggio allo stesso modo uguali che, seppur cambiando accento, sembrano appartenere alla stessa storia.

Passa dunque un messaggio di comunione nel vivere nonostante le appartenenze, in un mondo dove i muri cadono, con una previsione che rasenta la banale aspettativa, ma che allo stesso tempo evidenzia una forte dissincronia e incomprensione.

.
©Laura Poretti Rizman

.

foto La Selva fornita da Il Rossetti
foto La Selva fornita da Il Rossetti

“Debutta il 5 aprile al Teatro Stabile regionale lo spiazzante testo di Rafael Spregelburd La modestia diretto – per il Piccolo Teatro di Milano – da Luca Ronconi. Ne è interprete un quartetto di ottimi attori italiani impegnati ad affrontare una struttura inconsueta e a personaggi mai scontati: Francesca Ciocchetti, Maria Paiato, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi”

Va in scena da venerdì 5 a domenica 7 aprile al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, La modestia di Rafael Spregelburd che per il Piccolo Teatro di Milano – che ne è produttore assieme al Festival dei Due Mondi di Spoleto e il Mittelfest di Cividale – si inserisce in un progetto di “esplorazione delle forme del contemporaneo”.
Un’esplorazione condivisa con il direttore artistico e regista dello spettacolo Luca Ronconi e che induce a “rappresentare l’irrapresentabile”. È quanto dobbiamo attenderci da questo autore argentino, giovane e premiatissimo, che ci regalerà uno degli spettacoli più spiazzanti e affascinanti che il Politeama abbia mai ospitato.

La modestia presuppone un’incredibile molteplicità di piani di lettura e di spunti strettamente intrecciati e ricorre alla soluzione assolutamente inusuale di rappresentare due vicende diverse e lontane intrecciate in una simultaneità di luoghi e di tempi. Due storie: una si svolge a Buenos Aires ai giorni nostri, l’altra in un Paese dell’Est, in un recente passato. La stranezza è che entrambe vengono messe in scena nel medesimo spazio (un interno borghese) e dagli stessi attori che senza cambiare costume, senza cesure, passano – scena dopo scena – da un contesto all’altro, da un ruolo all’altro.

La vicenda che avviene in Argentina ha ritmi vorticosi e una struttura spezzata: mette in scena due avvocati alle prese con le responsabilità di un naufragio, un’amante in pena per la figlia che teme possa essere rapita dal marito sicuramente coinvolto in loschi giri d’affari e una moglie invece frustrata, vanamente occupata in opere meritorie che rivolge agli immigrati di Buenos Aires…
La storia che ha come sfondo il Paese dell’Est Europa, invece, scorre più tradizionalmente: narra di uno scrittore fallito ammalato di tubercolosi e poverissimo, la cui moglie tenta in ogni modo di salvare. Giunge addirittura ad attribuirgli uno scritto incompiuto del proprio padre e a far credere a un medico (esule dalla Russia) che i diritti di questo capolavoro saranno suoi se curerà gratuitamente l’uomo, in modo che possa portare l’opera a compimento. Lo scrittore non trova la forza di ribellarsi a questa falsa attribuzione… In ciò la rappresentazione della dissoluzione della morale moderna, chiave de La modestia e delle altre sei brevi commedie che compongono l’Eptalogia di Rafael Spregelburd.
«L’Eptalogia – spiega l’autore – nasce da un mio incontro con La Ruota dei Sette Peccati Capitali di Hieronymus Bosch, un dipinto esposto su un tavolo al Museo del Prado a Madrid. Al di là del fascino che Bosch ha sempre esercitato su di me con i suoi paesaggi fuori dal tempo, ove tanto l’inferno quanto il paradiso suscitano analogo terrore, questo dipinto pare rimandare a un antico modello: quello dello spettatore “attivo”. Occorre compiere un piccolo sforzo (ovvero girare intorno al quadro) per poter ammirare la riproduzione di ciascun peccato dal corretto punto di osservazione. È una fatica simbolica ma enorme al tempo stesso. Mi piace immaginare che a voi, spettatori seduti di fronte a La modestia, sarà immediatamente chiesto di compiere uno sforzo simile». Come Bosch constata la frana inarrestabile di un Ordine e del suo mondo – quello medievale – ed esprime la disperazione per quella catastrofe attraverso la sua pittura, costringendo l’osservatore a prenderne consapevolezza, così fa Spregelburd con il suo potente discorso morale, con la sua drammaturgia inconsueta e interessante, e attraverso una struttura che induce lo spettatore a intervenire attivamente mantenendo il filo delle due vicende, riconoscendo i passaggi dall’una all’altra…
I titoli dei testi dell’Eptalogia designano i sette peccati contemporanei, con una corrispondenza interna, spesso ludica e ghignante, ai peccati tradizionali: La modestia  ad esempio corrisponde alla Superbia. Più che di una sostituzione, sembra trattarsi di una sommatoria: ereditiamo i sette del passato e ne generiamo sette nuovi.

«Colpisce – dice Ronconi – la sensazione di spaesamento che pervade i personaggi: nessuno si sente mai a casa propria, né in senso logistico, né in senso identitario. Il teatro di Spregelburd fa pensare a un certo cinema che abbiamo conosciuto e apprezzato grazie a registi e sceneggiatori come Alessandro Gonzales Iñarritu e Guillermo Arriaga. Una cifra tipicamente sudamericana che ci è divenuta familiare e che viviamo come profondamente contemporanea» su queste sensazioni ha lavorato con quattro interpreti d’eccezione del teatro italiano: Paolo Pierobon, Maria Paiato, Fausto Russo Alesi e Francesca Ciocchetti, bravissimi nel restituire incessanti cambi di ruolo e personaggio vivendo uno spiazzamento che li pone continuamente in discussione.

La Modestia va in scena per il cartellone Prosa dello Stabile regionale da venerdì 5 a domenica 7  aprile: due recite sono serali (20.30) mentre quella di domenica è solo pomeridiana con inizio alle ore 16.

La Modestia di Rafael Spregelburd va in scena per la regia di Luca Ronconi e nella traduzione di Manuela Cherubini. Le scene sono di Marco Rossi, i costumi di Gianluca Sbicca e le luci di A.J. Weissbard. In scena applaudiremo (in ordine alfabetico) Francesca Ciocchetti, Maria Paiato, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi. Lo spettacolo è stato coprodotto da Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto, Associazione Mittelfest su progetto di Santacristina Centro Teatrale.

Informazioni e biglietti per lo spettacolo sono disponibili presso i consueti punti vendita dello Stabile regionale, sul sito www.ilrossetti.it. Per informazioni si può contattare anche il centralino del Teatro allo 040.3593511.

La Stagione 2012-2013 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste. Si ringraziano tutti i Soci, in particolare il Comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Trieste.

L’ufficio stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.