Maria Stuarda 🗓

Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi sono le protagoniste di “Maria Stuarda” di Schiller in scena al Politeama Rossetti dal 19  gennaio. Il regista Davide Livermore ha ideato uno spettacolo che porta la sfida nella sfida, facendo lanciare ad un angelo una piuma che deciderà di sera in sera la sorte delle attrici nell’interpretazione di Elisabetta I oppure di Maria Stuarda.

Quando la piuma di un angelo cade decide la sorte di un uomo, chi vive chi regna.

Un’angelo bianco sul quale si abbatte un gioco di luce potente e fulmineo. Inizia così lo spettacolo. I giochi di luce a cura di Aldo Mantovani saranno di corollario ad un insieme di effetti potenti che scuoteranno il pubblico.

Lo spettacolo per scelta registica si concentra sui temi della giustizia e del rapporto fra donne e potere.

Spaventa la durata dello spettacolo: tre ore piene, ma le recensioni che si trovano in rete sono ottime.

Particolare attenzione alla forma traduttiva a cura del figlio d’arte Carlo Sciaccaluga, a sua volta regista teatrale, attore e traduttore italiano.

E’ nell’attesa che il diavolo crea la sua opera.

Il sipario è chiuso da un telo rosso sul quale, quasi fosse un graffito di un writer della street art, si evidenzia una scritta come fosse fatta con un uncino di ferro riportante la diatriba tra due poteri forti, non a caso interpretati da due donne che hanno fatto la storia dell’Europa e dell’Inghilterra. Così come nell’arte di strada, si fa una contestazione contro la società o contro la politica, anche in questo caso la contestazione, avvalorata anche da una scelta musicale, porta in evidenza una lotta  per sovvertire un potere.

Rosso come il sangue, la passione, la rabbia. Rosso come il sangue e come l’amore. Amore confuso con la passione e con il sesso, ma che esplode in conseguenze che pulsano di reazioni focose e irascibili.

Elizabeth o Maria: chi è veramente la Regina d’inghilterra? La tradizione contro l’innovazione. Una guerra di potere e di religione, un’affermazione di una superiorità che persisterà nei secoli contro una possibilità di comunione con altri stati nella primordiale creazione di un’unità.

Il destino è noto, la storia si sa, è scritta dal più forte. Non c’è mai ragione quando pesano fatti di sangue sulla coscienza, eppure questa rappresentazione ha voluto in qualche modo scandagliare gli animi nel nome di una passione che troppo spesso prende il sopravvento nelle decisioni di potere e quindi il rosso capeggia ovunque nella sfondo a ricordare questa vendetta che non copre soltanto una scelta politica.

Una scelta che si avvale anche di una mimica interessante che a tratti rallenta il passo mentre il vorticare dei pensieri e delle parole vengono snocciolate sotto un’incalzante virtuosismo musicale.

La bellezza e la sensualità contro la forza del potere: una rappresentazione che vede in scena non soltanto due superbe interpreti principali, ma anche un corollario di attrici ed attori che non sono da meno nelle varie interpretazioni, a tratti in opposizione al genere e nell’interpretazione di più ruoli a rendere lo spettacolo completo sotto vari aspetti. Il mirabile cast è composto da Gaia Aprea, Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, William Davison e Sax Nicosia.

Non si può impedire agli esseri umani di pensare quello che vogliono pensare.

Una particolare attenzione è stata posta nella scelta sonora che a tratti ha anche sovrastato il dialogo, volutamente.

Un gioco di echi e rimbombi, uniti alla potenza di una chitarra elettrica e voce ausiliata da effetti sonori ed amplificazione, sotto la direzione musicale di Mario Conte, sono stati interpretati in maniera molto rock dall’artista Giua, che unitamente agli effetti visivi di giochi di luce ha donato allo spettacolo un’impronta di netta avanguardia teatrale portando un filone dark rock  se non addirittura vicino al punk, che altro non è che un movimento di rottura nei confronti del perbenismo musicale, insofferente ai meccanismi e alla disciplina della vita quotidiana e refrattario alle politiche conservatrici e ben si evidenzia anche nella scelta di costume.

Un anello fa un matrimonio, molti anelli fanno delle catene.

Negli abiti degli artisti dunque, creati da Anna Missaglia, un tocco che ricorda moltissimo un periodo del mondo di David Bowie con i suoi abiti neri e l’utilizzo di pellami molto eleganti ma con un contrasto evidente nell’utilizzo dei toni colorati delle chiome, mentre a netto contrasto un’elezione di genere negli abiti delle regine che non a caso portano il nome di uno dei più prestigiosi  marchi stilistici italiani: Dolce & Gabbana. Le croci che simbolicamente rappresentano l’amore di Dio per la salvezza degli uomini, appaiono su entrambe le regine. L’una veste un abito di giganti rose rosse velate dal cupo nero della morte che incombe, ma rossa è anche la meravigliosa croce gigantesca che appare scintillante appesa al collo, l’altra riporta un luciccante bagliore di strass e corona, dapprima velata da una giacca nera con ricamate delle croci. Croci e Rose, sono entrambe simboli dell’espressione artistica di questi due grandi stilisti.

Devi essere vittima o carnefice.

Due donne che lottano per un potere mascherandosi con la protezione al loro popolo. Due donne forti che essendo deluse dagli inganni, usano gli uomini a loro piacimento e che vivono solamente per il potere della Corona.

Una scenografia lineare, quella di Lorenzo Russo Rainaldi,  fa risaltare un lampadario modernissimo che forma, in maniera artistica a sua volta degli incroci e dei bivi.

La Donna non è debole! Non voglio che si parli della debolezza della donna in mia presenza!

Schiller con quest’opera si discosta dalla verità storica evidenziandone l’antitesi tra politica e amore. E’ sempre Friedrich Schiller che porta Elisabetta I ad affermare “Perchè non posso essere io quella che cede? Non sono nata per fare la Regina” , ma sarà davvero stato un suo dubbio? Non lo sapremo mai ma possiamo facilmente pensare che sia davvero stato un suo pensiero.

Davide Livermore dirige questo confronto in maniera esemplare portando agli occhi di tutti le ragioni di entrambe queste due potenti dive storiche.

Lo spettacolo rimane in scena al Politeama Rossetti di Trieste fino al 22 gennaio.

Venerdì 20 novembre alle ore 18 alla Sala Bartoli, si terrà un incontro dedicato allo spettacolo a cura di Paolo Quazzolo, con la partecipazione delle protagoniste.

 

Laura Poretti Rizman

“MARIA STUARDA”
di Friedrich Schiller
regia Davide Livermore
costumi regine Dolce & Gabbana
costumi Anna Missaglia
allestimento scenico Lorenzo Russo Rainaldi
musiche Mario Conte, Giua
direzione musicale Mario Conte
disegno luci Aldo Mantovani
regista assistente Mercedes Martini
traduzione Carlo Sciaccaluga

Laura Marinoni Elisabetta Pozzi
Maria Stuarda, Elisabetta Elisabetta, Maria Stuarda

in ordine alfabetico

Gaia Aprea
Anna Kennedy nutrice di Maria / George Talbot conte di Shrewsbury / un ufficiale

Linda Gennari
Mortimer nipote di Paulet / Angelo del destino / il Paggio servitore di Elisabetta

Giancarlo Judica Cordiglia
William Cecil barone di Burleigh / Melvil, maggiordomo di Maria

Olivia Manescalchi
Cavaliere Paulet custode di Maria / Conte di Aubespine ambasciatore di Francia /
William Davison segretario di stato

Sax Nicosia
Robert Dudley conte di Leicester

Giua chitarra e voce

direttore di scena Michele Borghini | capo macchinista Marco Fieni
macchinista Mattia Galeazzi | elettricista Toni Martignetti | fonici Edoardo Ambrosio, Luca Nasciuti
attrezzista Desirée Tesoro | sarte Cristina Bandini, Viviana Bartolini
costumi realizzati da D’Inzillo Sweet Mode srl | ideazione trucco e parrucco Bruna Calvaresi parrucchiere e truccatrici Barbara Petrolati, Elena Greco
ufficio produzione Nadia Fauzia | ufficio allestimenti Bruno Brighetti
fotografie di scena Alberto Terrile
produzione Teatro Nazionale di Genova
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, CTB Centro Teatrale Bresciano

 

Laura Marinoni (Elisabetta I), Gaia Aprea, Elisabetta Pozzi (Maria Stuarda)-ph Alberto Terrile, foto fornita da ufficio stampa

Spettacolo di grande importanza e fascino, basato su uno dei testi fondamentali della cultura europea, arriva da giovedì 19 gennaio alla Sala Assicurazioni Generali “Maria Stuarda” di Friedrich Schiller, nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova assieme allo Stabile di Torino e al CTB che porta la prestigiosa firma di Davide Livermore per la regia e un cast di prima grandezza, capitanato da Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi.
Lo spettacolo, fra i più attesi appuntamenti di Prosa della Stagione 2022-2023 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, replica fino a domenica 22 gennaio.

In “Maria Stuarda” Friedrich Schiller rappresenta il confronto serrato e tragico tra Maria Stuart, cattolica regina di Scozia, e la protestante Elisabetta I. In gioco c’è la corona d’Inghilterra e lo scontro sarà implacabile: le parole sono armi, capaci di uccidere. Politica, religione, potere: intrighi e passioni – pubbliche e private – si mescolano in questo violento affresco storico che Davide Livermore ambienta in una scena claustrofobica, dominata da una grande scalinata: un non-luogo in cui tutto è possibile e nella cui astrazione ritroviamo il senso della rappresentazione. Sarà corte, prigione, parco, lo spazio in cui i due opposti si specchiano e si fondono.

Attraverso questo capolavoro del 1800 Davide Livermore – che il pubblico ha apprezzato anche in televisione recentemente per le sue raffinate opere per l’inaugurazione scaligera – porta avanti un’indagine sul concetto di giustizia ed un’aspra riflessione sul rapporto tra donne e potere. La regina Elisabetta, infatti, perde progressivamente le sue caratteristiche di donna pur di vincere la sfida con la rivale. Attraverso Elisabetta, è ancora il patriarcato a riconfermare sé stesso. Al contrario, dichiara Livermore «vorremmo lasciarci ispirare da un “principio femminile del diritto”, una legge più umana, più comprensiva e dunque più giusta. Vorrei vedere il potere esercitato da una donna, e non da una regina che è proiezione del maschile». Un tema oggi attualissimo.

Ad affrontarsi sulla scena incarnando le due diverse donne, regine, visioni del mondo – che sono rappresentate da Maria ed Elisabetta – saranno due attrici bravissime e carismatiche come Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi negli splendidi costumi firmati per loro da Dolce & Gabbana.

E – sfida nella sfida – non si saprà fino all’ultimo istante a quale delle attrici toccherà il ruolo di Maria o di Elisabetta: a decidere la sorte sarà un gioco teatrale, che nel prologo dello spettacolo indicherà chi delle due attrici sarà la regina destinata a regnare e chi quella destinata a perire. La scelta del ruolo sarà affidata dunque – già in scena – alla caduta di una piuma: solo allora le due protagoniste indosseranno il costume e la sorte della loro regina per quella sera.

In scena con le due strepitose protagoniste un cast che Livermore ha definito composto interamente di primi attori: Gaia Aprea, Giancarlo Judica Cordiglia, Linda Gennari, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia, nei costumi di Anna Missaglia e impegnati a restituire la bella e attenta traduzione di Carlo Sciaccaluga, concepita proprio per questa messinscena e costruita su endecasillabi liberi, proprio perché Livermore intende continuare nel suo percorso di avvicinamento tra Opera e Prosa. La musica ha quindi una propria centralità nella messinscena e scaturisce dalla creatività di due musicisti molto differenti come Mario Conte, compositore e sound designer, e Giua, cantautrice e chitarrista, che sarà sul palco insieme agli attori. Lo spettacolo è così accompagnato da una partitura dark e contemporanea che traccia una linea fra Purcell a Dowland (musicista che ha scritto per Elisabetta I) e a Davide Rizzio, amante di Maria Stuarda e compositore di song bellissime.

Venerdì 20 gennaio alle ore 18 alla Sala Bartoli si terrà l’incontro dedicato a “Maria Stuarda” a cura di Paolo Quazzolo, docente di Storia del Teatro all’Università degli Studi di Trieste: parteciperanno Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi. L’incontro è organizzato in collaborazione con il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste. L’ingresso è libero fino ad esaurimento della disponibilità di posti.

“Maria Stuarda” debutta alla Sala Assicurazioni Generali giovedì 19 gennaio alle 20.30 e replica alla stessa ora fino a sabato 21 gennaio, domenica 22 la replica è pomeridiana con inizio alle ore 16. Per biglietti e prenotazioni si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.

“MARIA STUARDA”
di Friedrich Schiller
regia Davide Livermore
costumi regine Dolce & Gabbana
costumi Anna Missaglia
allestimento scenico Lorenzo Russo Rainaldi
musiche Mario Conte, Giua
direzione musicale Mario Conte
disegno luci Aldo Mantovani
regista assistente Mercedes Martini
traduzione Carlo Sciaccaluga

Laura Marinoni Elisabetta Pozzi
Maria Stuarda, Elisabetta Elisabetta, Maria Stuarda

in ordine alfabetico

Gaia Aprea
Anna Kennedy nutrice di Maria / George Talbot conte di Shrewsbury / un ufficiale

Linda Gennari
Mortimer nipote di Paulet / Angelo del destino / il Paggio servitore di Elisabetta

Giancarlo Judica Cordiglia
William Cecil barone di Burleigh / Melvil, maggiordomo di Maria

Olivia Manescalchi
Cavaliere Paulet custode di Maria / Conte di Aubespine ambasciatore di Francia /
William Davison segretario di stato

Sax Nicosia
Robert Dudley conte di Leicester

Giua chitarra e voce

direttore di scena Michele Borghini | capo macchinista Marco Fieni
macchinista Mattia Galeazzi | elettricista Toni Martignetti | fonici Edoardo Ambrosio, Luca Nasciuti
attrezzista Desirée Tesoro | sarte Cristina Bandini, Viviana Bartolini
costumi realizzati da D’Inzillo Sweet Mode srl | ideazione trucco e parrucco Bruna Calvaresi parrucchiere e truccatrici Barbara Petrolati, Elena Greco
ufficio produzione Nadia Fauzia | ufficio allestimenti Bruno Brighetti
fotografie di scena Alberto Terrile
produzione Teatro Nazionale di Genova
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, CTB Centro Teatrale Bresciano

 

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