Mastro Don Gesualdo

Una storia che racconta una vita difficile dove il raggiungimento del successo economico è stato anteposto a ogni forma di amore e considerazione nei confronti dell’altro.

Un uomo che ha sudato per crearsi un patrimonio che non lo salverà dalla solitudine infinita e dalla paura della perdita economica a scapito della vita stessa.

Una grandissima interpretazione da parte di Enrico Guarneri che assieme a tutta la compagnia ha saputo dar voce a uno dei personaggi più importanti dell’opera di Giovanni Verga.

Un testo recitato con forte inflessione siciliana, per affondare maggiormente le radici nel luogo da dove la scrittura parte. Una collocazione semplice e elegante nella scenografia che ben evidenzia la scarna ma immensa potenza del territorio e delle sue abitazioni.

Un pannello posteriore al palcoscenico accoglie le immagini della natura siciliana, a sfondo di quanto interpretato.

Un letto in primo piano, di una piazza e mezza, esprime continuamente la solitudine e la magnificenza. Integro, ben fatto, ma vuoto, accoglie a tratti, soprattutto nell’ultimo tratto della sua vita, il corpo esausto del Mastro che rimpiange il tempo passato e l’amore avuto dall’unica donna che non ha saputo contraccambiare.

Arido nell’animo, privo di qualunque sentimento, esagerato nei toni della voce e nella potenza dei suoi gesti, Mastro Don Gesualdo è l’immagine perfetta dell’arrivista di tutti i tempi. Colui il quale alza il tono della voce maggiormente è colui il quale ha ragione, così come chi ha più prestigio è colui il quale ha maggior potere economico. Il rispetto viene donato maggiormente a queste persone delle quali non ha soltanto paura, ma se ne rispetta i modi e frutti del loro operare. La nostra società, così come la società del tempo passato, non ha il coraggio di riconoscere i meriti alla trasparente bontà d’animo, ma preferisce esaltarne le parti buie. Mastro Don Gesualdo è la parte buia di ogni potere, presente ad oggi intorno a noi. Un potere che spesso, esternamente fa apparire la parte dorata, ma nell’interno della sua abitazione vive essendo detestato, temuto e odiato dagli altri appartenenti alla sua famiglia. Una famiglia di dolore, dove il primo a soffrirne davvero nella mancanza d’amore è proprio colui che infligge modi così violenti.

Un connubio registico e scenografico perfetto che nella espressione musicale creata da Massimiliano Pace, chiude un cerchio esatto.

©Laura Poretti Rizman

 

 

 

foto fornita da La Contrada
foto fornita da La Contrada

 “Mastro Don Gesualdo” con Enrico Guarneri alla Contrada.

Debutta venerdì 20 febbraio alle 20.30 al Teatro Bobbio “Mastro Don Gesualdo”.

Un’occasione più che preziosa per ritrovare, a teatro, uno dei testi più famosi di Giovanni Verga che è stato spesso magistralmente presentato nei teatri e in televisione.

Mastro Don Gesualdo”, pubblicato nel 1889 è ambientato a Vizzini, in Sicilia, nella prima metà dell’ottocento, in pieno periodo risorgimentale. Storia di un ex muratore che con la sua tenacia è riuscito ad arricchirsi acquisendo il titolo di “mastro” ma che cerca anche di elevarsi socialmente con un matrimonio con una nobile decaduta, che però lo porterà ad acquisire uno status ben diverso da quello in cui sperava. Il “Don” che acquisisce con le nozze, infatti, lo porterà a distanza dalla sua gente ma anche da coloro che nobili lo sono dalla nascita e che vedono in quel “mastro” un titolo che ne fa un’intruso tra loro. La sua vita privata è altrettanto difficile con una donna che non lo ama e non fa nulla per nasconderlo e una figlia che non lo rispetta. Mastro Don Gesualdo ignora di non essere il vero padre della ragazza e investe in lei tutto ciò che può affinchè abbia un’ ottima educazione ed esaudisce ogni suo desiderio, ottenendo in cambio una figlia scostante che si innamora di un cugino. La ragazza verrà data in sposa ad un nobile palermitano ma il suo rapporto con il padre resterà precario anche quando questi, ormai malato e costretto ad abbandonare il proprio paese in rivolta per i moti del ’48, si trasferisce a Palermo nello stesso palazzo della figlia. Morirà così Mastro Don Gesualdo, solo e abbandonato da tutti, testimone impotente dello scempio delle ricchezze ottenute con il duro lavoro di tutta una vita.

foto fornite da La Contrada
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Sarà Enrico Guarnieri a dare vita al ruolo del titolo, affiancato da Ileana Rigano e Francesca Ferro.

La regia è affidata a Guglielmo Ferro, figlio di Turi Ferro (interprete del Mastro Don Gesualdo del 1967), che ha curato anche la riduzione del testo.

Le scene sono di Salvo Manciagli, i costumi di Carmen Ragonese e le musiche di Massimiliano Pace.

Lo spettacolo debutta venerdì 20 febbraio alle 20.30 e rimane in scena fino a mercoledì 25 febbraio, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30, martedì e festivi 16.30.

Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 – orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 – orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it) anche attraverso il siwww.contrada.it. Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; contrada@contrada.it; www.contrada.it.

 

 Enrico Guarneri, in scena alla Contrada con “Mastro Don Gesualdo”, incontra gli studenti di Trieste.

 

È fissato per  venerdì 20 febbraio alle 20.30 al Teatro Bobbio il debutto di “Mastro Don Gesualdo” di Giovanni Verga.

La Contrada, ancora una volta, ha organizzato degli incontri speciali di approfondimento in alcuni istituti cittadini che saranno tenuti proprio dal protagonista dello spettacolo Enrico Guarneri.

Due le mattinate di incontri: sabato 21 febbraio alle ore 10  all’Istituto Carli e martedì 24 febbraio dalle ore 9 e alle ore 11 presso l’Istituto Carducci.

Due preziose giornate che potranno portare i giovani a scoprire ancora più nel dettaglio un testo teatrale che vedranno anche in scena alla Contrada e che è inserito nei loro programmi di studio.

Pubblicato nel 1889, Mastro Don Gesualdo è uno tra i romanzi più conosciuti di Giovanni Verga. È scritto in una lingua che rispecchia sapientemente la realtà siciliana che illustra.  Uscì a puntate sulla Nuova Antologia dal 1 luglio al 16 dicembre del 1888 e poi in volume pubblicato da Treves.  Secondo romanzo del “Ciclo dei vinti” è il frutto di un lavoro incessante durato per sette anni, con le prime bozze che risalgono al periodo immediatamente successivo alla pubblicazione de I malavoglia, tra il 1881 e il 1882.

Lo spettacolo in scena alla Contrada si avvale della firma di Guglielmo Ferro alla regia e di un cast capitanato da Enrico Guarneri con Ileana Rigano e Francesca Ferro.

Lo spettacolo debutta venerdì 20 febbraio alle 20.30 e rimane in scena fino a mercoledì 25 febbraio, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30, martedì e festivi 16.30.

Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 – orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 – orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it) anche attraverso il sito www.contrada.it. Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; contrada@contrada.it; www.contrada.it.

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