Moro. I 55 giorni che cambiarono l’Italia

Lo stato deve essere fertile e sano come la terra,Aldo Moro era il sogno di una presidenza sana. Hanno ucciso il sogno. In Italia è meglio non sognare.  

 

Questa pezzo di storia italiana, viene raccontata senza veli da Ulderico Pesce che nello spettacolo Moro.I 55 giorni che cambiarono l’Italia, veste i panni del fratello della guardia del corpo dell’onorevole.

Sulla scena moltissimi televisori, di quelli vecchio formato, portanti il tubo catodico. Un lenzuolo bianco avvolge molte cose, ma una volta steso serve a riportare in vita immagini ben note che negli anni hanno segnato il passo di un mondo politico che pian piano veniva svelato.

L’immagine dell’assassinio di Aldo Moro e della sua scorta hanno dato inizio ad una forma di giornalismo crudo e scioccante, in uno stile evitato fino a quel momento  dai media. Le due macchine messe di traverso con i corpi a terra e riversi sul volante, rimarranno impresse nella mente degli italiani. Il lenzuolo bianco da dove sbucava l’orologio regalo prezioso del nonno dell’agente di scorta, resterà a memoria di una caduta nella mancanza di fiducia verso il potere.

Molte le accuse documentate nello spettacolo, dove nessuno rimane escluso, ma è all’ex presidente della repubblica Francesco Cossiga, che vengono poste domande senza risposta.

Una tra tutte è il perchè abbia eliminato la squadra speciale di polizia di Emilio Santillo, l’ispettore di polizia che scoprì la loggia massonica P2 nel 1974, a favore dell’istituzione dell’UCIGOS, che secondo il racconto teatrale, risulta legata al potere politico.

Parole più grandi del nostro comprendere, ma che una volta raccontate risuonano dentro di noi spaventandoci e facendoci arrabbiare, come se non lo fossimo già abbastanza.

Per ordine di Cossiga, continuando la sua narrazione, Pesce nelle vesti del fratello dell’agente della Polizia di guardia a Aldo Moro, racconta che tutte le armi della scorta di Aldo Moro, dovevano essere depositate nel bagagliaio. Racconta del blocco delle linee telefoniche, della inseparabile valigietta mai trovata e di molti altri casuali anneddoti avvenuti in quell’oscuro periodo. Racconta della lettera spedita da sua madre e mai aperta, del dolore che essa ha provato per la morte del figlio che l’ha consumata lentamente.

Viene narrata la storia dell’agente di polizia e della sua famiglia di agricoltori, che assistono e accompagnano la sua vita; ma le piante sentono il dolore degli uomini e così, piano piano, muoiono.

Nella scena finale, viene alzato il lenzuolo dove appaiono stampati vicino alla fotografia divenuta famosa del rapimento di Aldo Moro, i volti di altri agenti di scorta coinvolti in attentati altrettanto noti.

©Laura Poretti Rizman

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©Laura Poretti Rizman

mar 11 e mer 12 novembre 2014
ore 21.00
Teatro Miela
Altri percorsi
MORO. I 55 GIORNI CHE CAMBIARONO L’ITALIA

foto fornita da Il Miela Bonawentura

di Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce
regia Ulderico Pesce
interpreti Ulderico Pesce
interventi in video del Giudice Ferdinando Imposimato
produzione Centro Mediterraneo delle Arti

“Con MORO. I 55 giorni che cambiarono l’Italia di Ulderico Pesce e Ferdinando Imposimato – in scena l’11 e il 12 novembre alle ore 21 – si rinnova nella stagione 2014-2015 la sinergia fra Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Teatro Miela/Bonawentura. Seguiranno 6 titoli di autore contemporaneo nella medesima cornice e inclusi nella programmazione altripercorsi dello Stabile regionale. Il primo appuntamento vede Ulderico Pesce indagare coraggiosamente su scomode verità e silenzi che costellano il Caso Moro”.
Avviata con successo nella stagione 2013-2014, si rinnova anche quest’anno la collaborazione fra Bonawentura/Teatro Miela e il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: una sinergia riuscita sia sul piano del dialogo e del confronto artistico, sia su quello logistico.
Saranno sette gli spettacoli, tutti di drammaturgia contemporanea, che andranno in scena al Teatro Miela rientrando allo stesso tempo nella programmazione del cartellone altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: il primo di questi porta la firma di un artista coraggioso e interessante come Ulderico Pesce quale regista e interprete, e che ha anche composto il testo assieme al giudice Ferdinando Imposimato.
Si tratta di MORO. I 55 GIORNI CHE CAMBIARONO L’ITALIA in scena al Teatro Miela l’11 e il 12 novembre: lo spettacolo, costruito fra memorie e rivelazioni, mette in luce molte “stranezze” sul caso Moro.
«Il mio sangue ricadrà su di voi, sul partito, sul Paese. Chiedo che ai miei funerali non partecipino né Autorità dello Stato, né uomini di partito. Chiedo di essere seguito dai pochi che mi hanno voluto veramente bene e sono degni di accompagnarmi con la loro preghiera e con il loro amore» scrive Aldo Moro in una delle sue ultime lettere: un attacco durissimo che sarà un leitmotiv di MORO. I 55 giorni che cambiarono l’Italia.
Pesce si è imposto di raccontare a teatro storie vere, spesso scomode, che gli hanno procurato addirittura qualche denuncia: anche questo testo appare subito coraggioso. L’autore ne dichiara immediatamente l’intento: «Più che di spettacoli sul caso Moro c’è la necessità di sapere la verità sulla sua morte. Questo nostro lavoro vuole prima di tutto contribuire alla scoperta della verità e alla sua divulgazione». E per indagare in questa verità Pesce intreccia le rivelazioni del giudice Imposimato – titolare dei primi processi sul caso Moro, che in diversi contributi video interagisce con lo spettacolo – alla denuncia rabbiosa e disperata di Ciro Iozzino, il vero protagonista in scena, fratello di uno dei poliziotti della scorta di Moro freddati il giorno del rapimento, il 16 marzo 1978. Lo spettacolo procede fra memorie e rivelazioni e mette in luce molte “stranezze” sul caso Moro: iter particolari nelle indagini, decisioni politiche inspiegabili, segreti di Stato che pesano come macigni su chi – una madre, un Paese intero – dopo trent’anni attende ancora la verità.
In scena dall’11 al 12 novembre 2014 alle ore 21 al Teatro Miela, MORO. I 55 giorni che cambiarono l’Italia di Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce diretto e interpretato dallo stesso Ulderico Pesce con interventi in video del giudice Ferdinando Imposimato, è una produzione del Centro Mediterraneo delle Arti.
I biglietti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it all’acquisto on line. La biglietteria del Teatro Miela è a disposizione del pubblico a partire da un’ora prima dello spettacolo. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

organizzazione: Il Rossetti Teatro Stabile del FVG / Bonawentura

Interi € 19.00, ridotti € 16.00, last minute € 12.00. Prevendita (biglietteria Il Rossetti), www.vivaticket.it

 

 

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