Narrarsi a Trieste, dicembre 2013

Narrarsi a Trieste, dicembre 2013

Si è tenuta a Trieste presso l’Hotel Columbia, l’incontro tra donne della città di Trieste del ciclo Narrarsi a Trieste.

La partecipazione è stata  molto attiva e dopo il saluto della Cristina Lipanje, la parola è passata di persona in persona per un racconto artistico ed attivo a favore della città.
Di seguito le immagini della serata, a cura di Laura Poretti Rizman.

 

foto©Laura Poretti Rizman
foto©Laura Poretti Rizman
foto©Laura Poretti Rizman
foto©Laura Poretti Rizman
foto©Laura Poretti Rizman
foto©Laura Poretti Rizman
foto Lucia Krasovec
foto Lucia Krasovec Lucas

Narrarsi a Trieste

 

venerdì 20 dicembre 2013 ore 1930

Hotel Colombia | via Geppa 18 |Trieste

Saluti di Cristina Lipanje | imprenditrice

interventi

Jacqueline Grandia, artista, udi “ottomarzo” Muggia
Fabiola Faidiga, artista visiva, Gruppo78
Lucia Krasovec Lucas, presidente Aidia sezione di Trieste
Makrì Milic, filosofa
Monika Milic, architetta, Curatorio Museo Revoltella
Federica Parri, psicologa e psicoterapeuta, Mdt
Annamaria Percavassi, insegnante, Presidente Trieste Film Festival
Mirella Pipani, insegnante, Fai
Laura Poretti, artista, Espansioni, FuturoDonna, Freaksonline
Marina Sessi, radiologo
Rosalba Trevisani, insegnante, grafologa

Modererà l’ incontro:
Ester Pacor, storica, coordinatrice de”il caffè delle donne” dell’ Udi di Trieste 
 

Cosa significa narrarsi a Trieste?

Narrare significa permettere a ciò che sta dentro di noi di fluire all’esterno, affinché l’interiorità si esterni.
Ciò che è informe e morbido si struttura, si organizza, diventa comprensibile. E ciò che è intrecciato diventare successione, traccia.
La narrazione è il pensiero mobile, intessuto con i sentimenti e le sensazioni, intuizioni e immagini; sono i ricordi, un riso sfrenato, i colori, il piacere e il dolore del corpo che si sviluppano alimentandosi da sè.
La narrazione è sempre per qualcuno a cui la trasmetto, non accade solo nel chiuso della mia interiorità, ma ha bisogno di qualcuno disposto ad ascoltarla.
Ascoltare la narrazione significa accoglierla in un teso e attento silenzio.
La narrazione è il punto d’unione tra l’individuo e il gruppo, tra l’uno e i molti, tra il conosciuto e lo sconosciuto, perciò collega e unisce.

Narrarsi significa che la narrazione è tale in quanto parte da un’ individualità.
Con i ricordi, i sentimenti, i colori, le sensazioni, le forme e i pensieri impasto la mia narrazione.

Narrasi a Trieste: nel nostro caso la narrazione non è fantastica e distaccata, ma collocata nel qui ed ora, nel tempo e nello spazio, è quindi determinata storicamente. Avviene a Trieste.
La narrazione è quindi saldamente ancorata, limitata, inclusa ed intessuta, imbevuta di attualità e di passato.

Che cosa significa qunque „narrarsi a Trieste“?

Significa promuovere e mantenere il movimento di pensieri e sentimenti, significa collegare l’individuo con la società, riempire gli abissi tra ciò che ci è vicino e ciò che è lontano.
La narrazione per sua natura appartiene a tutti, perciò nessuno, individuo o gruppo può appropriarsene e farne „La narrazione“.
Ma nella storia non è stato sempre cosi’. Non hanno narrato i bambini, le donne e chi, in generale, chi non contava molto.
La narrazione può inoltre degenerare, se essa dimentica l’ascolto. Ascoltare vuol dire essere disposti a ridurre il proprio spazio e il tempo per l’altro, rinunciare per un po’ alla propria narrazione.
La narrazione e l’ascolto sono perciò indissolubilmente collegati e da quest’interazione si sviluppa il dialogo.
Narrarsi a Trieste in fondo vuol dire anche narrare ogni giorno di nuovo, collegare, ascoltare, promuovere e mantenere il dialogo.

Makri Milič – 11 novembre 2011

Makri Milič – 11 novembre 2011

Kaj pomeni pripovedovati se v Trstu?

Pripovedovati pomeni dopustiti, da kar je v nas, pride na površje, tako da se notranjost pozunanji.
Kar je brez točno določenih mej, nejasno in mehko, postane zaokroženo, oprijemljivo, organizirano, razumljivo.
Kar je bilo v sebi prepleteno, postane sosledje, zaporedje, sled.
Pripoved je gibajoča se misel, pretkana s čustvi in občutki, prebliski, podobami; so spomini, radoživ smeh, barve, ugodje in bolečina telesa, ki rastejo iz sebe in se samodejno dograjujejo.
Pripovedovanje je vedno za nekoga, ki mu pripoved posredujem, zato potrebuje nekoga, ki jo je pripravljen poslušati.
Poslušati pripoved pa pomeni jo v napeti in pozorni tišini sprejeti.
Pripoved je tako stičišče med posameznikom in skupino, med enim in mnogimi, med poznanim in neznanim, zato pripoved povezuje in združuje.

Pripovedovati se pomeni, da ponudim svojo pripoved, ko jo iz spominov, čustev, občutkov, misli, barv in oblik zgnetem.

Pripovedovati se v Trstu  pomeni, da pripoved ni v našem slučaju lebdeča, domišljijska, a je časovno in prostorsko, torej zgodovinsko določena. Dogaja se v Trstu.
Pripoved je torej prizemljena, vpeta, zasidrana, omejena in sklenjena, vključena in vtkana, napojena z aktualnostjo in s preteklostjo.

Kaj pomeni torej pripovedovati se v Trstu?

Pomeni spodbujati, ohranjati in vzdrževati gibanje misli in čustev; pomeni povezovati posameznika z družbo, zapolniti brezna med domačim in tujim, med preteklim in sedanjim.
Pripovedovanje je last vseh nas, po svoji naravi pripada vsem, zato si je ne sme nihče, naj si bo to posameznik ali skupina, prilastiti in jo spremeniti v Pripoved. V zgodovini ni bilo vedno tako: ne poznamo pripovedi otrok in žensk ter na splošno tistih, ki niso šteli veliko.
Pa še ena nevarnost tiči v pripovedovanju, da ta pozabi na poslušanje. Poslušati pomeni biti pripravljeni odstopiti svoj prostor in čas, odpovedati se za trenutek svoji pripovedi.
Pripovedovanje in poslušanje sta zato neločljivo povezana in v medsebojnem oplajanju tvorita dialog. Pripovedovati se v Trstu pomeni nenazadnje tudi to, vsak dan znova pripovedovati, povezovati, poslušati, spodbujati in ohranjati dialog.

Makri Milič – 11. 11. 2011

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