Orpheus

 Sabato sera le Officine Artistiche in gran completo hanno assistito allo spettacolo che ha debuttato al teatro Rossetti: l’associazione nasce nel   2004 con l’obiettivo primario di promuovere la conoscenza e la pratica della danza e della musica africana, non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di organizzare STAGE DI DANZA e PERCUSSIONI AFRICANE con JEAN NDIAYE e ISMAILA MBAYE in occasione dello spettacolo.
I musicisti africani Ismaila Mbaye e Djibril Gningue, accompagnati dal ballerino Jean Ndiaye, hanno riempito la coreografia della protagonista Daniela Giordano.
Lo spettacolo presenta una scena che nella sua apparente semplicità riesce a colmare di simbolismo ogni movimento.
La scenografia data da un telo da dove si intravede il movimento di un corpo che percorre la sua vita in ombre cinesi è studiata nei minimi particolari: il peso di una maternità che vede un  drappo verde lungo come un cordone ombelicale, diviene corda per tirarsi il peso della responsabilità del figlio, la difficile uscita dal drappo, può raffigurare sia la nascita che la morte, nelle loro difficoltà.
Nascere in fondo è iniziare  a morire, e nel salto tra la vita e la morte la differenza viene equiparata.
L’amore per una donna amata equivale all’amore della donna materna per il figlio; come Orfeo, il nostro protagonista si ritrova a impazzire dopo la perdita della sposa ed a rincorrerla nel regno dei morti.
Orpheus legato all’acqua e alla foresta, attraversa il grande fiume bianco per portare la sua sposa nel loro nuovo nido: la sorte ha in serbo per loro una grande prova e così Orpheus segue il sentiero che il nome che porta, racconta da tempo.
Il ritmo della terra e della vita che da essa sorge si esprime nei passi di danza e nei battiti di tamburo, in questa storia dove si rincorre l’amore rifiutando perfino la morte.
Uno spettacolo di rara bellezza che attraverso il minimalismo scenografico si evidenziano molteplici simbolismi a raccontare il percorso di vita di un’uomo che dalla nascita, attraverso il cammino e la gioia, conosce la sofferenza che lo porta fino alla soglia del salto mortale per valicare una soglia misterica.
©Laura Poretti Rizman
foto fornita da Il Rossetti
foto fornita da Il Rossetti
“Debutta il 15 gennaio alla Sala Bartoli, Orpheus di e con Daniela Giordano e con la musica degli artisti africani Ismaila Mbaye e Djibril Gningue e la danza di Jean Ndiaye. Dal mito, un viaggio iniziatico guidato dall’amore che ci parla dell’interdipendenza fra culture, anche le più lontane. Lo spettacolo è nel cartellone altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”.

Si considera un cittadino del mondo, Ismaila Mbaye, percussionista senegalese virtuoso del djembe,  che il pubblico del Politeama Rossetti ha conosciuto come parte del cast di Finis Terrae, produzione che ha inaugurato la Stagione del Teatro Stabile.

Lo reincontriamo, ora, dal 15 al 18 gennaio alla Sala Bartoli, assieme a Djibril Gningue, musicista dal vivo nello spettacolo Orpheus scritto, diretto e interpretato da Daniela Giordano e impreziosito dalle già citate musiche e dal contributo della danzatrice Jean Ndiaye.
Orpheus  così come a inizio stagione, attraverso linguaggi diversi, Finis Terrae – è uno spettacolo che attraverso la contaminazione di codici espressivi, di lingue, di conoscenze invita a comprendere la ricchezza che offre ogni incontro, ogni scambio e dunque induce il pubblico a riflettere sulla necessità di rispetto, tolleranza, dialogo fra culture, popoli e persone.
Un pensiero di un’attualità vivissima in questi giorni tormentati dalla violenza e dall’inumanità e dall’inconfutabile valore universale.
La necessità di creare legami fra culture, la loro interdipendenza, anche fra quelle più lontane è dunque l’assunto da cui muove Daniela Giordano, un’artista dagli orizzonti aperti e dalle grandi capacità di sintesi e intuizione. È attrice, regista, membro e docente dell’International Theatre Institute – UNESCO, che ha fatto dell’interculturalità e della contaminazione il proprio segno. Si deve a lei e al suo impegno, ad esempio, la rassegna “Festa d’Africa – Festival Internazionale delle Culture dell’Africa Contempranea” che si tiene a Roma ogni anno.
Il suo Orpheus è già stato apprezzato in Algeria, Egitto, Marocco oltre che in Italia: trae ispirazione dal mito che vede Orfeo sfidare gli Inferi e la morte con la sua musica, pur di riavere l’amata. Ma si sviluppa come un viaggio iniziatico guidato dall’amore, attraverso un’affascinante koinée di linguaggi tutti seducenti e sapientemente orchestrati dalla Giordano.
La regista spiega così lo spettacolo che ci proporrà: «Partendo dal mito classico, Orpheus è una sublime sintesi di linguaggi visivi e sonori. Orpheus cerca la sua amata, perduta, forse morta, fino agli inferi. In questo itinerario conosce sé stesso. Una riflessione sul contemporaneo e sulla realtà multietnica che ha trasformato la nostra società. Lo spettacolo unisce e utilizza differenti codici culturali dall’Europa all’Africa, dalla poesia al teatro, dalla musica alla danza, sottolineando le convergenze che mettono in evidenza  l’interdipendenza tra  diverse culture».
Orpheus è una produzione CRT SCENAMADRE – FESTA D’AFRICA FESTIVAL.
Lo spettacolo è scritto diretto e interpretato da Daniela Giordano. Danza Jean Ndiaye su coreografie firmate da Lamine Dabo. Le musiche sono composte ed eseguite da Ismaila Mbaye e Djibril Gningue, i costumi sono creazioni di Patrizia Pitzalis e le luci sono di Giuseppe Falcone.
Orpheus va in scena da giovedì 15 a domenica 18 gennaio sempre alle ore 21 tranne domenica, unica pomeridiana, con inizio alle ore 17. Lo spettacolo è in programma alla Sala Bartoli, per il cartellone altripercorsi dello Stabile regionale.
I biglietti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it all’acquisto on line.
Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

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