PROGETTO RIVER CHANTS
Installazione sonora
Opening: giovedì 25 luglio 2024
ore 18:00, Sala Patuna
In collaborazione con ERPAC FVG, GO! 2025, Galleria Spazzapan
Autrici Ana Shametaj, Giuditta Vendrame
Produzione Kokoschka Revival
Sound Design Renato Rinaldi
Voci Anutis (Alba Nacinovich, Juliana Azevedo, Caterina De Biaggio, Laura Giavon),Maryam Rashid, Ismail Swati, Gruppo vocale femminile Stu Ledi, voci della comunità Bangladese di Monfalcone
Consulenti scientifici Beppa Casarin, Valter Colle, Marjeta Pisk (PhD, assistant professor, from the Research Center of the Slovenian Academy of Sciences and Arts), Pierpaolo Sancin, Luciano Santin, Lino Straulino
Partners Associazione Culturale Kokoschka Revival, Associazione il Laboratorio, ZRC-SAZU (Istituto di Etnomusicologia, Stazione di ricerca di Nova Gorica), Casa della Musica, Associazione Culturale Euritmica, Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi
Supporters Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia – Io sono Friuli Venezia Giulia, Erpac – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, GO! 2025, Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi
E se ‘sta note ciapo na sirena, mi te la vojo domani a regalar
La sirena è una creatura favolosa della mitologia classica, raffigurata con la parte superiore del corpo di donna e quella inferiore di animale, uccello dapprima ed in epoca successiva, di pesce. Il canto melodioso delle sirene ammaliava i naviganti e provocava naufragi.
Attraverso i canti del fiume, le due artiste Ana Shametaj e Giuditta Vendrame, hanno voluto creare un legame tra i popoli e nello scorrere del tempo, utilizzando la poesia che attraverso la sonorità ed l’espressività del canto crea un incanto.
L’installazione sonora, posta nella sala Sala Patuna della Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo, porta il visitatore ad immergersi nella coralità del sentire il fiume come via dei popoli che avvicina il genere umano nello scorrere dei tempi.
Una scelta accurata di brani cantati e uniti al suono dell’acqua, pone regioni del mondo geometricamente lontane nella vicinanza più assoluta e come lo spazio ed il tempo abbandonano i loro confini, così diviene per il suono che si propaga attraverso le finestre aperte, in tutta la via e la piazza di Gradisca d’Isonzo.
Gradisca come luogo d’origine, ma anche di passaggio e di arrivo e, nel caso delle due artiste, di ritorno.
Gradisca che ben conosce le difficoltà dei migranti e sempre Gradisca che si fortifica ma che apre le frontiere, in questo dualismo stretto che allo stesso modo però, dal fiume impara la potenza della natura, incontenibile.
Miti ancestrali di sirene che scorrono delicatamente inosservate dai più, ma che con la loro coda scuotono e vibrano nel suono dell’installazione.
La mostra rimarrà visitabile fino a settembre come da calendario, all’interno della rassegna Onde Mediterranee
Laura Poretti Rizman
Sarà visitabile, in sala Patuna, fino all’8 settembre 2024
Alla Galleria Regionale d’Arte contemporanea Luigi Spazzapan
inaugurata l’installazione sonora River Chants
Il progetto si inserisce nelle iniziative culturali di avvicinamento all’evento “GO!2025 Nova Gorica/Gorizia Capitale europea della cultura 2025”
GRADISCA D’ISONZO – RIVER CHANTS è un nuovo progetto artistico ideato dalla film-maker e regista teatrale triestina Ana Shametaj e dall’artista friulana, con studio a Rotterdam, Giuditta Vendrame.
Le artiste hanno iniziato a collaborare con il progetto Sot Glas (sot dal friulano sotto e glas dallo sloveno voce): installazione realizzata a Kleine Berlin (Trieste), parte del Padiglione Italia, alla 18a Biennale di Architettura di Venezia. Con RIVER CHANTS le artiste continuano ad affrontare e interrogare il confine Italo-Sloveno attraverso i canti popolari, guardando alla musica e al suono come a un canale, a uno sconfinamento e a un paesaggio.
RIVER CHANTS si formalizza in un’installazione sonora che verrà ospitata nella Sala Patuna della Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo, fino all’8 settembre 2024 e che s’inserisce nella programmazione degli eventi artistici di Onde Mediterranee.
Con un impianto a nove canali, l’installazione orchestra diversi canti popolari reinterpretati dalle voci del territorio. Un “cannone sonico” – dispositivo acustico a lungo raggio che viene utilizzato comunemente come strumento di controllo o come mezzo per disorientare i migranti in mare – qui riproduce un brano a cui danno voce membri della comunità Pashtun di Trieste e Bangladese di Monfalcone. Il cannone sonico chiede al visitatore di avvicinarsi, disarmando con la dolcezza del canto la natura del dispositivo stesso e ribaltandone la funzione.
«Dopo l’esperienza positiva di Sot Glas, realizzato in occasione della 18^ Biennale di Architettura diffusa di Venezia, siamo felici di tornare in Friuli Venezia Giulia con un nuovo progetto artistico comune. River Chants ci consente di continuare quel percorso di ricerca, che si traduce in interventi site-specific sul territorio, e di proseguire la nostra indagine artistica sul confine italo-sloveno», hanno spiegato Ana Shametaj, film-maker e regista teatrale triestina trapiantata a Milano e Giuditta Vendrame, artista friulana di Casarsa, che vive a Rotterdam. Le due artiste hanno voluto «ringraziare non solo la Galleria Regionale d’Arte contemporanea Luigi Spazzapan, di Gradisca d’Isonzo, per l’ospitalità, ma anche tutti i partner di questo progetto che sarà visitabile in sala Patuna, fino all’8 settembre». Chiudendo hanno inoltre ricordato che il filone di indagine proseguirà ancora: «Nel 2025 continueremo la ricerca iniziata con River Chants, sul campo, in Bangladesh, attraverso un periodo di residenza artistica, supportata dall’Italian Council, progetto della direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura».
RIVER CHANTS utilizza l’acqua come veicolo per un’idrologia sonora e poetica. La ricerca si concentra sulle tradizioni orali e femminili, con uno sguardo rivolto all’acqua, ai fiumi, ai mari, al loro movimento e ai loro suoni. Questo nuovo affresco sonoro rivelerà gli squilibri, le fragilità e le sfide del contemporaneo: crisi climatica e migratoria, e le intersezioni fra le due sfide, esplorando le relazioni idriche tra geografie distanti e corpi in movimento. Dal 2004, la frontiera italo-slovena è aperta, ma oggi questa “linea” si rende visibile attraverso le comunità migratorie che quotidianamente la attraversano come ultima tappa della rotta balcanica.
La ricerca si sviluppa localmente coinvolgendo le diverse comunità dell’area, attingendo a preziosi archivi, grazie al contributo dei partner coinvolti nel progetto. Attraverso la raccolta di canti, melodie e field recording ricerchiamo testi e suoni che custodiscano una conoscenza profonda e interconnessa all’acqua e alla natura, rivelando un legame oggi da riscoprire e ricucire. Essendo una tradizione orale che segue prevalentemente una trasmissione matrilineare in cui le donne sono portatrici di questi repertori, i canti individuati verranno poi reinterpretati da voci femminili del territorio: dal coro Stu Ledi, dal quartetto Anutis e dalle donne delle comunità pashtun e bangladese.
Per le artiste, lavorare sul comune di Gradisca d’Isonzo è elemento dirimente, poiché per i temi affrontati la presenza del CPR (Centro Per il Rimpatrio) apre questioni etiche e estetiche profonde sul concetto di “Fortezza Europa”, attraverso cui River Chants vuole rispondere con la sensibilità di chi non è cieco e adduce attraverso l’arte la vertigine di una somiglianza umana antica, di cui la migrazione è un fenomeno chiave e doloroso, soprattutto per gli abitanti del territorio di confine.