Songs for Eternity

“La voce incantevole di Ute Lemper sarà al centro di “Songs for Eternity” concerto che riporta al Politeama Rossetti la straordinaria artista tedesca dopo il grande successo registrato nel 2013. Il nuovo concerto, per questa prestigiosa stella internazionale, è simbolo del suo impegno a onorare la cultura del popolo ebraico e stimolare il dialogo su un passato terribile che non va dimenticato. L’emozionante appuntamento è in scena

Ute_Lemper_foto fornita da Teatro Stabile del FVGsabato 18 novembre alle 20.30, ospite del Teatro Stabile del Friuli venezia Giulia”.

È sufficiente il nome di Ute Lemper per far capire agli appassionati di musica che la serata che la vede protagonista è fra quelle da non perdere: la straordinaria artista tedesca, sabato 18 novembre è prestigiosa ospite del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, per un “Evento speciale” in

programma per una sola sera.

Dopo il successo clamoroso registrato dall’artista nel suo ultimo passaggio al Politeama Rossetti (nel 2013, il suo affollatissimo concerto si è concluso fra ovazioni incontenibili), ora Ute Lemper

offre al pubblico qualcosa di speciale e ancor più emozionante.

“Songs for Eternity” per Ute Lemper è, infatti, innanzitutto un messaggio, un impegno da portare

avanti con determinazione, a cui dedica tutto il suo straordinario talento e profonda sensibilità.

«Sono stata invitata il 27 gennaio 2015, il giorno della liberazione di Auschwitz, avvenuta oltre 70 anni fa, a cantare canzoni dei Ghetti e dei Campi di concentramento» ricorda l’artista. «Per questa commemorazione della Shoa a Roma sono stata contattata da Francesco Lotoro che ha dedicato la sua vita alla ricerca di canzoni e musiche scritte nei campi di concentramento. C’è un ampio repertorio e c’è bisogno che venga ricordato per l’eternità. Come tedesca, nata dopo la Guerra, sposata ad un uomo ebreo qui a New York da 20 anni, sono da sempre legata alla storia, terribile, dell’Olocausto. È mia responsabilità e dovere etico onorare la cultura del popolo ebreo e stimolare il dialogo su questo orribile passato. Questa è una missione che ho iniziato già nel 1987, quando fui protagonista del grande progetto discografico di DECCA “Entartete Music” che presentava compositori di origine ebrea e la loro musica, bandita dai nazisti. Con “Songs for Eternity” questa

missione continua, diventando per me sempre più emozionante».

“Songs for Eternity” possiede l’intimità e l’intensità di un dialogo continuo fra l’artista e il suo pubblico, un dialogo fatto di parole, riflessioni e soprattutto di musica. La musica impeccabile di

Vana Gierig al pianoforte, Daniel Hoffman al violino, Gilad Harel al clarinetto, Romain

Lecuyer al basso e Victor Villena al bandoneon, che si esibiscono sul palcoscenico assieme a Ute Lemper e intrecciano le loro note alla sua irraggiungibile voce.

Con loro ci si addentra in una ricerca profonda, in un repertorio che Ute Lemper ha studiato accuratamente, rimanendo catturata sia dalle melodie che dalle storie che si celano dietro ad esse.
È difficile riuscire a immaginare che nei ghetti e nell’incubo dei campi di concentramento ci fosse spazio per la musica, per la creatività: invece una melodia può aiutare a trovare la forza di reagire, di ricordare, di aggrapparsi alla vita. Come accadeva nel campo di Terezin (Theresienstadt) che dal 1941 ospitò 140.000 ebrei, di cui solo 20.000 sopravvissero. La maggior parte dell’elite culturale del tempo passò per quella tragica realtà, dove i nazisti permettevano che si mantenesse – con qualche censura – una certa attività artistica.

Gli ebrei non tacquero: le loro canzoni furono inni alla forza e alla sopportazione, furono denuncia, memoria, speranza…

Vibrazioni che Ute Lemper lascia sgorgare attraverso la sua raffinatissima e intensa interpretazione, attraverso la sua tecnica e la vocalità impeccabili e capaci dei più appassionati, sorprendenti virtuosismi. La sua duttilità trascolorerà dalle sonorità kletzmer al brivido del jazz, da un vitalismo capace di esorcizzare l’orrore, alla denuncia di Kurt Weill e Brecht, per abbandonarsi alla malinconia d’un tango in cui si ricorda quanto era bello danzare… In un concerto che è un’invocazione d’amore, di libertà, di giustizia.

Lecuyer al basso e Victor Villena al bandoneon. Il tour italiano di “Songs for Eternity” è a cura di Just in Time.

“Songs for Eternity” è in programma al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia alla Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti solo sabato 18 novembre alle ore 20.30.

I biglietti per lo spettacolo si possono ancora acquistare presso tutti i punti vendita del Teatro Stabile regionale e naturalmente anche attraverso il sito www.ilrossetti.it.

 

Il programma della serata potrebbe subire delle variazioni.

In scena ammireremo accanto a Ute Lemper, Vana Gierig al pianoforte, Daniel Hoffman al violino,

Gilad Harel al clarinetto, Romain

SHTILER,SHTILER A YIDDISH KIND LILLI MARLEEN

SH.KACSERGINSKY/ALEC VOLKOVISKI HANAH HAYTIN/UNKNOWN SCHULTZE/ LEIP

Ufficio stampa

A ZUMER TOG
DER TANGO FUN OSVIENTSHIM
ICH WANDRE DURCH THERESIENSTADT

MEIN ZAWOE WIEGENLIED HEIMATLOS DER ABEND

SEPTEMBER SONG YOUKALI MAGARITKELECH
A MEIDEL IN DIE JOHREN STRANGE FRUIT

AUF DER HEIDE MAZL/ON A HEYM

YIDDISHE FOLKSONG

VICTOR ULLMANN

 

RIKLE GLEZER/H. YABLOKOF UNKNOWN
ILSE WEBER

JOHANNA SPECTOR
JASCHA RABINOVICS unknown/ BUCHENWALD SELMA MEERBAUM EISINGER

BRECHT / WEILL
DEVAL/ WEILL
VICTOR ULLMANN
VICTOR ULLMANN
ABEL MEEROPOL
WILLY ROSEN
UNKNOWN/ Irke Yanovski udì questa canzone dalle ragazze di Sosnov ad Auschwitz

Fu un grande compositore ma anche un brillante pianista e direttore di Opere.
Allievo di Schoenberg, aveva creato moltissimo materiale musicale prima della sua deportazione a Theresienstadt nel 1942. Purtroppo molto di questo grande lavoro andò distrutto.
La particolare natura del campo di Theresienstadt permise a Ullman di restare attivo musicalmente. Continuò a comporre intensivamente con la convinzione che la vita sarebbe andata avanti dopotutto. Una delle opere che scrisse nel campo fu “L’imperatore di Atlantide”. I nazisti non permisero che venisse messa in scena perché notarono delle somiglianze tra l’imperatore dell’opera e Adolf Hitler. Nel 1944 fu deportato ad Auschwitz Birkenau e fu ucciso nelle camere a gas. Lasciò i lavori che aveva scritto a Theresienstadt perché fossero custoditi ad un amico che li portò in Inghilterra. Negli anni ’70 “L’imperatore di Atlantide” fu presentato per la prima volta ad Amsterdam.
WILLY ROSEN
Al secolo Julius Rosenbaum, nacque a Magdeburg in Germania.
Nel 1942 fu incarcerato nel campo di transito di Westerbork e nel 1944 fu deportato ad Auschwitz, dove morì. Era un cantante molto popolare e un grande intrattenitore. Nel campo diede vita, con alcuni amici musicisti e cantanti, a quello che chiamò ironicamente: “Il miglior CABARET in Olanda!”.
JOHANNA SPECTOR
Fu l’unica della sua famiglia che sopravvisse all’Olocausto nazista dopo essere stata prigioniera in diversi campi di concentramento. Immigrò dopo la guerra negli Stati Uniti e decise di dedicarsi allo studio della musica ebraica. Acquisì il dottorato dall’Università della Columbia e Hebrew Union College. Come professoressa all’Università passò la sua vita insegnando l’antica cultura e musica delle comunità ebraiche non occidentali.

CARLO TAUBE
Studiò musica con Ferruccio Busoni, come Kurt weill. Diventò un performer e un compositore prima di essere deportato a Theresienstadt nel 1941 con sua moglie e suo figlio. Continuò a scrivere musica e a esibirsi nel campo, presentò la sua Terezin Symphony, finchè non fu deportato ad Auscwitz con la sua famiglia, dove morirono tutti.

SELMA MEERBAUM EISINGER

Nacque a Czernowitz. Morì all’età di 18 anni nel campo di lavoro Michailowska. Era ebrea e amava la poesia. Capì presto che la speranza era un sogno, lontano e irrangiungibile.
Ich bin in Sehnsucht eingehuellt… Indosso un cappotto di desideri…
Renee Abramovic, una sua amica, riuscì a scappare nascosta nel retro di una carrozza, e camminando attraverso la Polonia e l’Ungheria, finalmente arrivò in Israele. Nel suo zaino, portava con se il piccolo libro di poesie scritte da Selma.

ILSE WEBER

Nacque nel 1903 a Witkowitz.
Amava scrivere e pubblicò tre libri di Poesie e Storie e un libro di fiabe ebraiche prima del 1933. Nel 1939, fu improvvisamente troppo tardi per emigrare da Praga, dove al tempo viveva con la sua famiglia e i suoi due figli. Nel 1942 tutta la famiglia fu deportata a Theresienstadt. Diventò un’infermiera nel campo e si prese cura dei più deboli. Durante la notte, traduceva l’orrore a cui assisteva di giorno, scrivendo poesie e componimenti. In quegli anni, cantava per i bambini e per gli ammalati, le sue canzoni e le sue bellissime melodie, a volte solo con la sua voce, a volte trovava una chitarra e si accompagnava. Nel 1944 lei e il suoi figli, insieme ai bambini malati di cui si prendeva cura, furono uccise nelle camere a gas di Auschwitz. Le sue canzoni non furono mai trascritte, ma i sopravvissuti furono in grado di ricordarle e riportarle alla vita. Suo marito, che sopravvisse, le pubblicò per la prima volta nel 1991, ricordava 55 delle sue amate e strazianti canzoni.
A ZUMER TOG
Musica di Rikle Glezer / testo di H. Yablokov
Centinaia di ebrei di Vilna, furono portati dal Ghetto al villaggio di Ponar. Questa canzone, è stata scritta da una giovane donna.
A YIDDISH KIND
Testo di Hannah Haytin
Questa canzone fu scritta dopo lo spaventoso massacro di bambini nei ghetti e nei campi di concentramento nel 1943. Le madri portavano i loro figli fuori dal ghetto e li consegnavano a famiglie non ebree, così che abbandonandoli davano loro una speranza di sopravvivere.

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