PORDENONE – Teatro “di parola” al centro del nuovo progetto ideato dal Verdi di Pordenone e dal suo direttore Prosa Natalia Di Iorio attraverso il percorso condiviso dalla Fondazione pordenonelegge.it nell’ambito di una consolidata sinergia fra le due istituzioni. “Tra letteratura e teatro”, quindi: uno speciale percorso del cartellone Prosa 2018/2019 del Teatro Verdi, di scena dal 20 settembre al 16 maggio 2019 nel segno di cinque autori che hanno ispirato cinque importanti produzioni: Ennio Flaiano, Primo Levi, Concita De Gregorio, Arthur Schnitzler e Aldo Moro. «Un arco teso dalla seconda metà dell’Ottocento fino al presente – spiega Natalia Di Iorio, Direttore artistico del Teatro Verdi nel settore Prosa – per dare spazio a una parola che dalla letteratura, alla riscrittura poetica della cronaca, passando per la vera e propria testimonianza storica, si traduce e si incarna nel corpo d’attore. I cinque appuntamenti della rassegna, estremamente diversi l’uno dall’altro, hanno in comune una pratica di lavoro centrata sulla drammaturgia di scena e la vocazione ad attingere a una scrittura non originariamente pensata per il teatro come a un serbatoio di energie potenti. La parola scritta, attraverso le infinite sfumature di una possibile “traduzione” scenica, ci introduce in un nuovo laboratorio in cui le figure dell’attore, dell’autore e del regista ridefiniscono i limiti e le potenzialità di un racconto contemporaneo. Nasce così da quest’anno un nuovo spazio che intendo dedicare al rapporto tra letteratura e teatro, al quale una gran parte della scena italiana negli ultimi tempi sembra ispirarsi. Un’urgenza creativa che, a mio parere, vale la pena di esplorare, a partire da quegli artisti che sembrano manifestare con maggiore evidenza un’immediata necessità di esprimersi attingendo alla letteratura».
La novità di rilievo legata al nuovo percorso del Teatro Verdi è sottolineata dal presidente, Giovanni Lessio: «con il progetto “Tra letteratura e teatro” avvieremo una sperimentazione inedita e importante, ospitando la protagonista e la compagnia che allestisce lo spettacolo e che lo farà debuttare a Pordenone in prima nazionale, prima tappa di un tour italiano. Una vera e propria ‘residenza’ che si affianca all’impegno avviato sul versante musicale con la residenza della Gustav Mahler Jugendorchester. Il Verdi diventa così una sorta di “teatro di produzione” e un punto d’interesse per le formazioni teatrali che vorranno debuttare a Pordenone con la loro novità. Per questo abbiamo scelto di presentare in chiave autonoma “Tra letteratura e teatro”, un’ulteriore programmazione che integra il cartellone stagionale e contribuisce a definire la cifra artistica dii un “teatro-aperto” e multiprogettuale». «È una grande sfida questo progetto – osserva Gian Mario Villalta, direttore artistico di pordenonelegge – È un felice ritorno al confronto secco fra un testo letterario, o giornalistico, e un attore che lo interpreta e lo restituisce in quanto “lettore”: per questo il gioco regge se allo spettatore arriva tutta la forza del testo, rendendolo a sua volta un po’ lettore». Intensamente impegnata in sinergie culturali sul territorio, Fondazione Pordenonelegge.it consolida una collaborazione di riferimento con il Teatro Verdi: lo sottolinea il presidente Giovanni Pavan, dichiarandosi «ancora più felice, questa volta: perché siamo partner di un’istituzione importante per la nostra città, e con la quale abbiamo condiviso percorsi caratterizzanti, come le iniziative comuni sulla poesia. Questo cartellone è’ un esempio di ciò che Pordenone riesce a realizzare quando agisce in concordia di intenti fra realtà culturali che privilegiano il gioco di squadra del territorio. Per la Fondazione Pordenonelegge.it, quindi, un prezioso passo in avanti a favore della valorizzazione culturale della città».
Il compito di inaugurare “Tra letteratura e teatro” è affidato, giovedì 20 settembre alle 20.45 al Teatro Verdi, nell’ambito della 19^ edizione di pordenonelegge e dell’omaggio che ogni anno il Verdi dedica al festival, a Maria Paiato, una delle interpreti più intense della scena italiana. A Pordenone darà corpo alle pagine di “Una e una notte”, raccolta di due racconti scritti nel ’59 da Ennio Flaiano, maestro della satira e maestro nel saper cogliere gli aspetti più paradossali della realtà che ci circonda. Una desolata Roma fa da sfondo alla vita altrettanto desolata di Graziano, cronista vitellone svogliato e di Adriano, alter ego di Flaiano: rapidamente la protagonista riesce a trasformare le parole scritte dall’autore abruzzese in un vibrante assolo teatrale.
“Ex Chimico”, il 3 ottobre in prima nazionale al Teatro Verdi che coproduce l’allestimento, è una rappresentazione laica in bilico tra racconto e immedesimazione. Sonia Bergamasco, versatile e raffinata interprete, sola in scena restituisce alcune tra le pagine più luminose e sorprendenti di Primo Levi, scrittore ormai tra i più celebrati e letti a livello internazionale. Bergamasco, che cura anche la regia, compone un ritratto dell’autore “cucendo insieme” racconti e frammenti dall’opera di Levi che spaziano dalla testimonianza al racconto di fantasia, dalla poesia alla fantascienza e che ci consegnano, nell’estrema varietà dei generi, il timbro inalterato e inconfondibile della sua alta voce morale.
Da una storia tristemente nota alla cronaca – quella di Irina, una donna alla quale un giorno vengono sottratte dal marito le due figlie gemelle che non saranno mai più ritrovate – Concita De Gregorio crea un congegno narrativo rapido, incalzante e pieno di sorprese. “Mi sa che fuori è primavera”, in cartellone al Teatro Verdi il 25 novembre, prende quei fatti, semplici e terribili, e li indaga con la voce di Irina: a firmare la regia è Giorgio Barberio Corsetti, da sempre impegnato a esplorare il confine tra il teatro e le arti visive, che ha progettato questo lavoro insieme a Gaia Saitta, anche interprete in scena.
Arthur Schnitzler, capace di indagare i più intimi meccanismi della psiche, analizza non senza pessimismo la degradazione dei valori individuali e culturali del suo tempo che è ancora il nostro. La sua “Signorina Else“, di scena al Verdi dal 3 al 5 dicembre, è una spietata radiografia della società austriaca negli anni Venti, un misto di superficialità mondana e cupo cinismo, dove una famiglia non esita a sacrificare la figlia sull’altare del dio denaro. Il testo mirabile, tutto incentrato sul tumulto dei pensieri che si affollano nella mente di un’adolescente, è un vibrante monologo interiore, interpretato con straordinaria intensità dalla giovane Lucrezia Guidone, in scena con Martino D’Amico, entrambi diretti con mano esperta e sicura da Federico Tiezzi. Una vera e propria dissezione dell’anima che al Verdi verrà riproposta nella sua versione originaria in un allestimento appositamente realizzato, che permette al pubblico, raccolto intorno agli attori, di avvicinarsi anche emotivamente alla vicenda.
Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, con due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, un fuoriclasse come Fabrizio Gifuni, attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia, si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia di Italia. “Con il vostro irridente silenzio”, in scena al Verdi il 16 maggio, è uno studio sulle lettere dalla prigionia e sul cosiddetto memoriale di Aldo Moro, che si avvale della preziosa consulenza storica di Francesco Biscione e Miguel Gotor. Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di silenziare, mistificare, irridere. A distanza di quarant’anni pochi le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle.
Info e abbonamenti: Biglietteria del teatro 0434.247624 biglietteria@comunalegiuseppeverdi.it
Aperta dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 19.00 fino al 27 luglio, chiusura estiva fino al 19 agosto, riapertura dal 20 agosto. La campagna abbonamenti partirà il 27 agosto, info:www.comunalegiuseppeverdi.it