Tropicana

Fino all’ultimo resto di noi, io resto.

Come si collegano i carciofi di Sant’Erasmo ai Fiori di Bach? Chi conosce le qualità di entrambi potrebbe rispondere: Alla perfezione! Infatti questo testo che è scritto dalla giovane scrittrice e interprete, Irene Lamponi, è una perfetta amalgama di mondi che scavalcano le generazioni. Da una parte le madri e le donne di un periodo storico appena passato, con musiche e oggetti che interagiscono con un mondo che sta arrivando, fatto di fumettistiche scene e di musiche rivoluzionarie come il rock di Lou Reed nella sua ironica Perfect Day.

Sulle spalle delle donne tutto il peso delle difficoltà della vita. In un’equazione di tre a uno, un singolo uomo prova a restare vicino ad una situazione pesante, ma non sempre ci riesce.

L’espressione di insicurezza si legge come forza, da parte di chi sa bene cosa sia la solitudine anche quando è in compagnia.

Non c’è nulla di buono nel rimanere bloccati.

L’amicizia tra donne e la forza dei legami madri\figlie permea tutto lo spettacolo in una storia dove apparentemente, si attende un padre assente che si rispecchia anche nel comportamento di fuga del giovane amante. In fondo la storia che sta iniziando con la figlia non è molto diversa da quella conclusa della madre. Finchè c’è serenità, salute, bellezza e amore si può rimanere accanto alla donna amata, quando queste caratteristiche iniziano a scemare ecco che la via dell’abbandono risulta essere la più facile di fronte alle difficoltà della vita.

Ironico l’inserimento della canzone dei Tre Allegri Ragazzi Morti La mia vita senza te non è così diversa come poetico è stato inserire Asleep degli The Smiths come ninna nanna.

Uno spettacolo divertente nella sua tragicità, che attraverso il testo, la mimica e la musica, colpisce nel segna conquistando il pubblico.

Un plauso ai protagonisti e degna di nota la regia.

“Tropicana” è scritto da Irene Lamponi, diretto da Andrea Collavino ed è interpretato da Elena Callegari (Lucia), Cristina Cavalli (Meda), Irene Lamponi (Nina) e Marco Rizzo (Leo). Le scene sono di Ruben Esposito, i costumi sono di Daniela De Blasio, firma le luci Andrea Torazza, e la produzione è della Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse.

Rimane in scena alla Sala Bartoli del Teatro Politeama Rossetti fino al 19 febbraio.

Laura Poretti Rizman

TROPICANA foto fornita dal Teatro Stabile del FVG

“Parla di rapporti familiari e rende comicamente anche i momenti più drammatici Tropicana di Irene Lamponi, autrice e interprete trentenne, in scena alla Sala Bartoli dal 14 al 19 febbraio per la stagione altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. La regia è di Andrea Collavino”.

I rapporti familiari sono qualcosa di fondamentale, delicato e bellissimo, nella vita di ognuno, e si paga certo in sofferenza, se diventano lacunosi.
Lo fotografa efficacemente “Tropicana” di Irene Lamponi, autrice appena trentenne che fra risate e lacrime, trova la chiave e il linguaggio per raccontare una storia familiare attraverso gli occhi di una ragazza cui mancano figure di riferimento credibili.

“Tropicana” è in scena alla Sala Bartoli da martedì 14 febbraio alle 19.30 a domenica 19, per il cartellone altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

La commedia ha il potere di tratteggiare pene e confusioni che appartengono largamente alla nostra società, e di parlare senza retorica a giovani e adulti: sarà infatti difficile non trovare qualcosa di sé in Lucia, Nina, Meda e Leo, i protagonisti della pièce.
Fra loro c’è un’ombra, un personaggio attorno alla cui assenza tutto ruota: è Mauro, marito di Lucia e padre di Nina, che ha lasciato la sua famiglia per un nuovo amore da cui presto nascerà un bimbo. Lucia da in lato somatizza in abulia e attacchi di panico questo dolore, dall’altro inganna sé stessa, convincendosi che il marito ritornerà, e si appoggia in tutto alla figlia. Nel vuoto di Mauro, trova un posto in casa Meda, una vicina che soffre di solitudine, ma che finisce per invadere l’ambiente familiare. L’arrivo del nuovo fidanzato di Nina, Leo (e poi il suo repentino distacco), rompe il flebile equilibrio fra le tre donne che iniziano ad esprimere i propri reciproci sentimenti, addossarsi colpe o rimorsi. Questa spirale di dolore trova un arresto solo quando, sia Nina che Lucia, ammettono l’una all’altra di soffrire per l’assenza di Mauro. Ritrovato un punto d’unione, madre e figlia iniziano a ricostruirsi, Meda e Leo rientrano in famiglia, ed anche una telefonata di Mauro lascia sperare che si possa iniziare – su basi diverse – una nuova vita in equilibrio.

È coraggiosa ed emblematica la scelta di Nina di non fuggire: il testo infatti propone un’altra possibilità. Quella di affrontare il nemico, rimediare al malessere attraverso la cura, che si trova sorprendentemente proprio “dentro i rapporti”. Il loro nuovo cammino, così, non genererà rimorsi ma soluzioni.

Costruita in modo ironico e toccante, e a partire da un punto di vista fresco e partecipe, la commedia è nata all’interno di “CRISI”, un laboratorio di drammaturgia permanente condotto da Fausto Paravidino, avviato al Teatro Valle Occupato di Roma, in cui si è potuto sperimentare nuovi modelli creativi condividendone gli sviluppi con attori, autori, registi e spettatori.

Trentenne, veneziana, Irene Lamponi si è formata al fianco di registi come Emma Dante, Jurij Ferrini, Fausto Paravidino, Claudio Tolcachir, Andrea Lanza. Nel 2010 avvia progetti teatrali indipendenti entrando a far parte della compagnia “AltroQuando” di Genova, e iniziando a mettersi alla prova come drammaturga. Scrive quattro testi teatrali “Labbra”, “Tropicana”, “Cieli Neri” e “La pace denunciata”, quest’ultimo assieme allo scrittore olandese Ilja Leonard Pfeijffer. I suoi spettacoli, oltre che in Italia, sono stati rappresentati in Belgio, Olanda e Cina.

«È uno spettacolo in cui si ride molto e insieme si piange» dice Andrea Collavino, regista della pièce. «I personaggi si fanno del male perché non capiscono cos’è che li fa soffrire, ma fanno di tutto per risolvere i loro problemi perché vogliono vivere anche se non lo sanno. Ci sono testi teatrali che si leggono e si amano, così, a prima vista, senza bisogno di spiegare più di tanto perché. È così che mi è accaduto leggendo “Tropicana”. (…) La materia “rapporti familiari” riguarda tutti, ma ciò che trovo singolare nel testo di Irene Lamponi è la capacità di rendere comicamente i momenti tragici, di dare universalità alla vita che si svolge tra le pareti domestiche. Davanti a questi personaggi ci chiediamo continuamente perché. Perché queste persone stanno insieme? Perché Nina non se ne va? Perché Leo resiste? Perché ciò che fa male fa anche bene? E l’elenco si allunga mano a mano che la storia procede. È ciò che il buon teatro deve fare secondo me: rendere naturale il porsi domande scomode, e poi vedere un riflesso di sé stessi in tutti i personaggi rappresentati».

“Tropicana” va in scena alla Sala Bartoli martedì 14 e venerdì 17 febbraio alle 19.30, mercoledì, giovedì e sabato alle 21 e chiude le repliche domenica 19 febbraio alle ore 17.

“Tropicana” è scritto da Irene Lamponi, diretto da Andrea Collavino ed è interpretato da Elena Callegari (Lucia), Cristina Cavalli (Meda), Irene Lamponi (Nina) e Marco Rizzo (Leo). Le scene sono di Ruben Esposito, i costumi sono di Daniela De Blasio, firma le luci Andrea Torazza, e la produzione è della Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse.

Per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

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