Tuareg blues

Felice davvero la rassegna musicale presentata aal teatro Miela, a Trieste. Anche per questo concerto si è verificato il tutto esaurito e il teatro era pieno di persone in attesa di ascoltare il chitarrista tuareg e la sua musica ipnotica.

Si è presentato con il suo gruppo, in quattro sul palcoscenico, vestiti con variopinti abiti.

Il batterista ha tenuto un ritmo frenetico senza sbagliare un colpo per tutta la serata e la musica presentava delle sonorità elettriche su basi di ritmi che ricordavano i mantra. Melodie insistenti che da soffuse timbriche prendevano sempre più ritmo per delle esibizioni dove la parte cantata era in secondo piano rispetto a quella musicale. Nel foyer del teatro c’era la possibilità di acquista sia il cd che il vinile del loro ultimo lavoro.

A Trieste si sono presentati per una sola serata di concerto, facendo il tutto esaurito.

All’inizio del concerto Bombino si è esibito con chitarra acustica interpertando la  musica etnica della sua cultura, a lui si è aggiunto un giro di basso e il ritmo veniva dato dalle percussioni, alternando lo strumento del djambee a quello della zucca, che donava un suono molto profondo e che alla fine del pezzo venne regalata al pubblico.

Nel seguirsi delle esibizioni la star è passata all’utilizzo della chitarra elettrica introducendo il genere ipnotico ed aumentando la velocità, quasi a trascinare tutti in trance.

Omara Moctar, a nome d’arte Bombino, è un tareg nigeriano di trent’anni. Da ragazzino gli venne affibiato il nomignolo “bambino” dal suo maestro per i suoi tratti fanciulleschi e da quella volta lo scelse come nome artistico.

La sua musica è impregnata del sapore della sua cultura e del vento della sua terra, ma è anche densa di testi rivolti a chi chiama fratello.

Ascoltare Bombino al di fuori della sua terra vuol dire assaporare comunque il deserto e la sua vita, e allo stesso modo, quando porta la sua musica nel deserto, avvicina il nostro mondo al suo, nella speranza che il pensiero riesca a fondersi nel rispetto e nella comprensione di ogni fratello e sorella, allo stesso, paritario, modo.

.
©Laura Poretti Rizman

.

 

 

Azamane tiliade

Awene azamane
Azamane n tilyaden
Tarha nasnate
Tiglate isgabayyine

Yallawate ayitma
Yoffa anulu gabba
Fel tilyaden nanagh
Tin n anada n azamane

This era
The era of young girls
Their way of loving
Works in a different way

Prayers to you, my brothers
Better to be attentive
For our girls
Those of this era

Aman

Ammane win kawal nine
Sadwal nine tayitey
Sadwalnine innouwagh
Dagh togar tazoudey

Imidiwanine
Doharagh tamoudret

Black, magical water
That grows intelligence
That grows light
Full of joy

Oh, my friends
With whom I grew up

Adinat

Adinat
Nine kawanegh, maha naghrwane
Bas nifrag tidawt garena
Adinat
Adunia tigla

Toyanade
Bas nifrag tidawt garena

People!
Let us see, what is happening to us?
We are no longer able to unite
People!
The world is moving forward
We are unable to follow it
Because we are no longer able to unite

Mercoledì 12 Febbraio 2014 ore 21.30
Teatro Miela
Miela Music-Live
BOMBINO

Foto fornita da Il Miela/Bonawentura
Foto fornita da Il Miela/Bonawentura

La fortunata rassegna Miela Music Live è giunta al suo terzo appuntamento con Omara Bombino Moctar e il suo “Tuareg blues”. Il chitarrista che sta infiammando le platee internazionali rappresentano una miscela esplosiva, perché alla musica e all’energia delle sue performances si unisce la storia di un popolo nomade, più una intensa vicenda personale. Il suo ultimo album, “Nomad”, è stato prodotto nientemeno che da Dan Auerbach dei “The Black Keys” e il suo nomadismo musicale da sahariano diventa internazionale.

Omara Moctar, in arte Bombino è un Tuareg, un berbero di quelle comunità che vivono di pastorizia nomade attraversando i territori desertici dell’Africa settentrionale. Nella musica di questo incredibile e personalissimo chitarrista vita e storia sono infatti tutt’uno da quando nel 1990 questo giovane tuareg all’età di 10 anni prese la via dell’esilio dal Niger, durante la rivolta del suo popolo contro il governo, spostandosi con la famiglia in Algeria. Per i Tuareg la musica e soprattutto la chitarra rappresentano una forma di lotta contro chi vuole ingabbiare questo popolo nomade e indomito nei confini geografici e culturali di uno stato.
Non a caso in Niger la chitarra è stata per lungo tempo proibita ai Tuareg e non a caso è anche lo strumento che Moctar ha scelto di suonare seguendo dall’esilio le influenze occidentali di Knopfler e Hendrix ma diventando anche allievo di uno dei maestri indiscussi del chitarrismo tuareg, Haja Bebe, che per la sua giovane età lo ha soprannominato Bombino, storpiatura dell’italiano bambino. 
Si sviluppa così la storia di questo musicista africano che per sonorità ricorda i vicini maliani Tinariwen e come loro viene scoperto e prodotto da attenti artisti americani ormai affermati sulla scena rock internazionale e amanti del blues del deserto… quello delle origini.
organizzazione: Bonawentura
Prevendita c/o biglietteria Teatro Miela tutti i giorni (esclusi sabato e domenica) dalle 17.00 alle 19.00; www.vivaticket.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.