XIX Trieste Rock Summer Festival 🗓

Grandi ospiti e due esclusive italiane al XIX Trieste Rock Summer Festival. Dal 4 al 7 agosto 2022 al Castello di San Giusto saranno di scena gruppi storici del Progressive e del New Progressive contemporaneo come Soft Machine e Ozric Tentacles Electronic (uniche date in Italia) e, per la prima volta al festival, Delirium International Progressive Group. Un particolare omaggio sarà reso a Franco Battiato con uno spettacolo dello storico tastierista del Maestro e le immagini dal vivo dell’artista siciliano che interpreta i brani musicati dal vivo grazie allo scorrere delle immagini tratte da alcuni videoclip

 

Sarà interamente dedicata al Progressive Rock italiano e internazionale e vedrà alternarsi sul palco del Castello di San Giusto formazioni storiche e gruppi del New Progressive contemporaneo anche con due esclusive italiane e una prima esibizione assoluta al Festival il Trieste Rock Summer Festival 2022. La filosofia alla base del tradizionale e atteso evento musicale estivo, giunto alla XIX edizione e inserito nel calendario di Trieste Estate, è quella di celebrare, attraverso un festival internazionale, la musica rock e progressive con un ciclo di concerti di grande qualità e artisti storici capace di attirare un numeroso pubblico di giovani (e non solo) da tutta Europa.

Apriranno il festival giovedì 4 agosto i Delirium International Progressive Group che – per la prima volta al festival -, in due ore e mezza di spettacolo, riassumeranno in musica la propria storia attraverso quarantacinque anni di percorso: dai festival pop a Sanremo (’70-’71-’72-’73) e moltissimi concerti in Italia e all’estero (Germania, Olanda, Francia e Lituania). L’ultimo album, “L’era della menzogna”) è uscito anche in vinile nel 2015 per Black Widow Records.

Venerdì 5 agosto saranno di scena gli Ozric Tentacles Electronic (unica data in Italia). Considerati una delle band più influenti emerse dalla scena dei festival del Regno Unito, gli Ozric Tentacles si sono formati durante il solstizio allo Stonehenge Free Festival del 1983 e sono diventati punti di riferimento psichedelici a Glastonbury e in altri festival. La visione creativa del polistrumentista Ed Wynne, i paesaggi sonori unici e tristi degli Ozrics collegano i fan del rock progressivo, della psichedelia e della cultura della musica dance. La formazione degli Ozric Tentacles Electronic comprende Ed Wynne e Silas Neptune che eseguiranno brani dell’ampio catalogo di Ozric Tentacles e del più recente album Space For The Earth (K-Scope, 2020).

Sabato 6 agosto sarà la volta – ancora in esclusiva italiana – dei Soft Machine, storica formazione nata a metà del 1966 e formata da Robert Wyatt (batteria, voce), Kevin Ayers (basso, chitarra e voce), Daevid Allen (chitarra) e Mike Ratledge (organo). Ricostituitasi nel 2016, la band è stata in tournée nel Regno Unito sia lo stesso anno che nel 2017 esibendosi anche in Italia, Macedonia, Francia, Belgio e Olanda. Nel 2018 la band è entrata in studio per registrare il primo album sotto il nome di Soft Machine in 37 anni “Hidden Details”. L’attuale formazione è compsta da  John Etheridge (chitarra: con i Soft Machine dal 1975, da allora èil principale solista della band), John Marshall (batteria, membro più longevo della band, unitosi ai Soft Machine nel 1972),
Teo Travis (sax tenore e soprano, flauti e piano elettrico Fender Rhodes, ha tenuto tournée con Gong, Robert Fripp, David Gilmour e David Sylvian) e Fred Thelonious Baker (uno dei migliori bassisti della Gran Bretagna, si è esibito con molti musicisti e gruppi sulla scena di Canterbury).

Infine domenica 7 agosto a chiudere la rassegna sarà Filippo Destrieri con lo spettacolo-omaggio a Franco Battiato “Il padrone della voce”: un viaggio spazio-temporale di un’ora e mezza attraverso la voce e la musica “Prog” di Battiato, compiuto  partendo dai mitici anni ’70, sotto forma di concerto live con computer e tastiere e Daniela Sassi, voce recitante.

Lo spettacolo artistico-musicale “Il Padrone della Voce”con Filippo Destrieri, computer e tastiere e Daniela Sassi, voce recitante, già dal titolo ricorda immediatamente Battiato e “La Voce del Padrone”. Durante lo spettacolo, interpretato dal tastierista Filippo Destrieri, per vent’anni collaboratore del grande Franco Battiato in tutte le sue produzioni discografiche e concerti live, verrà illustrata la grande padronanza che Franco aveva delle proprie possibilità vocali.

“Abbiamo deciso di intraprendere questo antico progetto, che è appunto quello di rielaborare alcuni brani di Battiato dei mitici anni ’70 partendo dalle tracce della sua voce –  quando, qualche anno fa – spiega Filippo Destrieri – purtroppo realizzammo che non avrebbe mai più cantato… Si tratta quindi di un dovuto e sentito omaggio alla meravigliosa e a dir poco miracolosa voce di Franco Battiato, un tributo dove canta solo lui, tramite l’esecuzione dal vivo di alcuni suoi brani e con la proiezione di diversi videoclip, alcuni dei quali abbinati ai brani stessi, impreziositi da aneddoti sulla sua vita e letture grazie alle quali scopriremo, oltre che l’artista, un Battiato uomo, simpatico e affabile”.

I concerti del 4 e 7 agosto avranno un costo di 15 euro più diritti di prevendita, mentre i biglietti per quelli del 5 e 6 agosto sono disponibili al costo di 20 euro più diritti di prevendita. Per tutti i concerti sarà necessario prenotare tramite Ticket Point – dal sito https://biglietteria.ticketpoint-trieste.it/ o nella sede di Corso Italia, 6 o ancora telefonando allo 040 349 8276; per i tagliandi rimanenti la biglietteria del castello sarà aperta dalle 20; l’inizio tassativo dei concerti dei gruppi spalla è fissato alle ore 20.45.

I numeri del Trieste Rock Summer Festival

Sono state oltre 200.000 le persone che nel corso di questi anni hanno assistito complessivamente al festival, tanto da essere definito dalla rivista Jam la “capitale” italiana del Rock progressive. Un successo che si conferma di anno in anno che ha visto arrivare a Trieste artisti del nome di Rick Wakeman, Steve Hackett, Focus, Grand Mother of Inventions, PFM, Creedence Clearwater Revived, Carl Palmer in ELP tribute with Fog, Animals, Ian Paice, Banco del Mutuo Soccorso, Alan Parson, New Trolls, Delirium, Clive Bunker, Glenn Hughes, Osanna, Ray Wilson, Gong, Claudio Simonetti&Daemonia, Van Der Graaf Generator, Caravan, Omaggio a Battisti, Saint Just con Jenny e Alan Sorrenti, Elio e gli ossi Duri, The Enema Bandits play the music of Frank Zappa, Universal Band, Steve Rothery plays Marillion, Ian Paice e Purple Night  e PinkOver.

Il festival gode della co-organizzazione del Comune di Trieste nell’ambito della rassegna Trieste Estate ed è promosso dall’Associazione Musica Libera.

Soft Machine – Una breve storia

I Soft Machine (identificati come The Soft Machine fino al 1969 o 1970) sono stati formati a metà del 1966 da Robert Wyatt (batteria, voce), Kevin Ayers (basso, chitarra, voce), Daevid Allen (chitarra) e Mike Ratledge (organo). Allen, Wyatt e il futuro bassista Hugh Hopper avevano suonato per la prima volta insieme nel Daevid Allen Trio nel 1963, accompagnati occasionalmente da Ratledge. Wyatt, Ayers e Hopper erano stati membri fondatori dei The Wilde Flowers, le cui formazioni successive avrebbero incluso futuri membri di un’altra band di Canterbury, i Caravan.

Questa prima formazione dei Soft Machine è stata coinvolta nel primo underground britannico, con un’importante presenza all’UFO Club e successivamente in altri club londinesi come lo Speakeasy Club e il Middle Earth. Nell’aprile del 1967 registrarono sette demo con il produttore Giorgio Gomelsky nei De Lane Lea Studios, che rimasero inediti fino al 1971. Suonarono anche nei Paesi Bassi, in Germania e sulla Costa Azzurra. Nei mesi di luglio e agosto 1967, Gomelsky organizzò spettacoli in tutta la Costa Azzurra e il più famoso concerto della band si tenne nella piazza di Saint-Tropez. Questo successo li portò a essere invitati a esibirsi alla “Nuit Psychédélique”, spettacolo alla moda organizzato dal produttore Eddie Barclay al Palazzo dello Sport di Parigi, dove eseguirono un’interpretazione di quaranta minuti del brano “We Did It Again”, cantando il ritornello in continuazione e ottenendo un effetto simile alla trance. Questo li rese immediatamente beniamini del pubblico “in” parigino, con conseguenti inviti ad apparire in importanti programmi televisivi e alla Biennale di Parigi nell’ottobre 1967. Al ritorno dal soggiorno in Francia, ad Allen (australiano) fu negato il rientro nel Regno Unito, così il gruppo continuò come trio, mentre lui tornò a Parigi per formare i Gong.


Soft Machine – Il primo album

Condividendo lo stesso management di Jimi Hendrix, la band viene premiata con il ruolo di supporter nel tour nordamericano della Jimi Hendrix Experience per tutto il 1968. Il primo album dei Soft Machine, un classico del rock psichedelico/prog, viene registrato a New York in aprile, alla fine della prima tappa. Tornati a Londra, il chitarrista Andy Summers, in seguito membro dei Police, si unisce al gruppo dopo lo scioglimento dei Dantalian’s Chariot (precedentemente Zoot Money’s Big Roll Band). Dopo alcune settimane di prove, il nuovo quartetto iniziò un tour negli Stati Uniti con alcuni spettacoli da solista prima di riunirsi con Hendrix per un’ultima serie di date nell’agosto-settembre 1968. Summers, tuttavia, era stato nel frattempo licenziato su insistenza di Ayers, che se ne andò a sua volta amichevolmente dopo l’ultima data del tour all’Hollywood Bowl a metà settembre, e per il resto del 1968 i Soft Machine non ci furono più. Wyatt rimase negli Stati Uniti per registrare demo da solista, mentre Ratledge tornò a Londra e iniziò a comporre seriamente.

Nel dicembre 1968, per adempiere agli obblighi contrattuali, i Soft Machine si riformano con l’ex road manager e compositore Hugh Hopper al basso, che si aggiunge a Wyatt e Ratledge, e si accingono a registrare il loro secondo album, Volume Two, che inaugura una transizione verso un suono puramente strumentale che assomiglia a quello che verrà poi chiamato jazz fusion. Nel maggio del 1969 questa formazione funge da gruppo spalla non accreditato in due brani dell’album di debutto solista di Syd Barrett, The Madcap Laughs. Il trio di base è stato ampliato a settetto con l’aggiunta di quattro trombettisti, anche se solo il sassofonista Elton Dean è rimasto per qualche mese; il quartetto Soft Machine risultante (Wyatt, Hopper, Ratledge e Dean) ha realizzato gli album Third (1970) e Fourth (1971), con vari ospiti, soprattutto jazzisti (Lyn Dobson, Nick Evans, Mark Charig, Jimmy Hastings, Roy Babbington, Rab Spall). Fourth fu il primo dei loro dischi completamente strumentali e l’ultimo con Wyatt.

La loro propensione a costruire suite estese da composizioni di dimensioni regolari, sia dal vivo che in studio (già in Ayers del primo album), raggiunse il suo culmine nell’album Third del 1970, insolito per l’epoca, in cui ognuno dei quattro lati presentava una suite. Third rimase in stampa per più di dieci anni negli Stati Uniti, ed è la registrazione più venduta dei Soft Machine.

In questo periodo i Soft Machine ottengono un successo senza precedenti in tutta Europa ed entrano nella storia diventando la prima “rock band” invitata a suonare ai Proms di Londra nell’agosto del 1970, uno spettacolo che viene trasmesso in diretta dalla TV nazionale e che in seguito viene pubblicato come album dal vivo.

L’era post Robert Wyatt (1971-72)

In seguito a divergenze sulla direzione musicale del gruppo, Wyatt lasciò (o fu licenziato) la band nell’agosto del 1971 e formò i Matching Mole. Fu brevemente sostituito dal batterista australiano Phil Howard. Questa formazione tenne un lungo tour in Europa alla fine del 1971 (testimoniato dall’uscita di “Drop” nel 2008) e partecipò alla registrazione dell’album successivo, ma ulteriori disaccordi musicali portarono al licenziamento di Howard dopo la registrazione del primo lato dell’LP Fifth prima della fine del 1971 e, qualche mese dopo, nel 1972, anche all’uscita di Dean. Nel 1971 furono sostituiti rispettivamente da John Marshall (batteria) e da Karl Jenkins (ance, tastiere), entrambi ex membri dei Nucleus di Ian Carr, per la registrazione di Six (1973), e il suono del gruppo si sviluppò ancora di più verso la jazz fusion.

L’era di Karl Jenkins parte #1 (1972-78)

Nel 1973, dopo l’uscita di Six, Hopper se ne andò e fu sostituito da Roy Babbington, un altro ex membro dei Nucleus, che aveva già contribuito con il suo contrabbasso in Fourth e Fifth e si dedicò con successo al basso elettrico (a 6 corde), mentre Karl Jenkins assunse progressivamente il ruolo di band-leader e principale compositore. Dopo aver pubblicato Seven (1973) senza altri musicisti, il gruppo cambia etichetta discografica passando dalla Columbia alla Harvest. Nell’album Bundles del 1975 si verifica un significativo cambiamento musicale, con il chitarrista fusion Allan Holdsworth che aggiunge al sound del gruppo la chitarra come strumento melodico di grande rilievo, che a volte ricorda la Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin, differenziando l’album dalle precedenti pubblicazioni dei Soft Machine che raramente avevano visto la presenza della chitarra.

Nell’ultimo album ufficiale in studio Softs (1976), Holdsworth viene sostituito da John Etheridge. Ratledge, l’ultimo membro originale della band, se n’era infatti andato durante le prime fasi di registrazione. Altri musicisti della band nel periodo successivo furono i bassisti Percy Jones (dei Brand X) e Steve Cook, i sassofonisti Alan Wakeman e Ray Warleigh e il violinista Ric Sanders. Le loro esibizioni e il disco del 1977 (intitolato ironicamente Alive and Well) furono tra gli ultimi per i Soft Machine come gruppo; la loro ultima esibizione (fino alla reunion del 1984) rappresentò l’unico concerto dei Soft Machine del 1978.

L’era Jenkins parte #2 (1980-81; 1984)

Il nome Soft Machine viene utilizzato per il disco Land of Cockayne del 1981 (con Jack Bruce e, di nuovo, Allan Holdsworth, oltre a Ray Warleigh e Dick Morrissey ai sassofoni e John Taylor al piano elettrico) e per un’ultima serie di date al Ronnie Scott’s Jazz Club di Londra nell’estate del 1984 con Jenkins e Marshall alla guida di una formazione ad hoc composta da Etheridge, Warleigh, il pianista Dave MacRae e il bassista Paul Carmichael.

Soft Machine Legacy (2004-2015)

“Soft Machine Legacy” è stato lanciato in Turchia nell’ottobre 2004. L’intrigante formazione con Elton Dean, Hugh Hopper, John Etheridge e John Marshall riuniva 4 collaboratori di lunga data in diverse epoche del leggendario gruppo Soft Machine, ma che non avevano mai suonato prima insieme. Con l’entusiastico management di MoonJune a New York, il gruppo ha rapidamente stabilito un programma di registrazioni e tournée in Europa, eseguendo un repertorio di nuovi brani originali e alcuni pezzi d’epoca. Tra i momenti salienti, le partecipazioni all’Umbria Jazz Festival e al Leverkusen Jazz Festival (trasmesso in televisione).

Nel 2006 si è verificata la scomparsa di Elton Dean, il cui posto è stato preso dal giovane Theo Travis, che ha un rapporto continuativo con band e artisti progressive come Gong, Robert Fripp, David Gilmour e Steven Wilson ed era quindi perfettamente in sintonia con la musica del gruppo.

Dopo una lunga malattia, Hugh Hopper è scomparso nel 2008. Si decise di continuare con Roy Babbington, riunendo così i 3/5 della formazione del 1975-77 che registrò l’acclamato album “Softs”. Questa formazione ha tenuto numerose tournée in Italia, Francia, Giappone, Paesi Bassi e Regno Unito. Nel 2012 la band ha partecipato al Frankfurt Jazz festival con ospite Keith Tippett al pianoforte: una formazione di successo che ha tenuto diversi concerti nel Regno Unito. Nel 2015, in occasione di un tour in Giappone, la band si è esibita in diversi spettacoli con Gary Husband alla batteria in sostituzione dell’indisposto Marshall e con ospite Keith Tippett al pianoforte.

La bellezza dell’eredità dei Soft Machine – e dei Soft Machine Legacy – è che quasi mezzo secolo dopo la nascita del gruppo originale, tale eredità è tutt’altro che stagnante, ma continua ad evolversi fino ad oggi. Fin dalla sua formazione, il gruppo Soft Machine Legacy ha ampiamente dimostrato di non essere un mero esercizio di nostalgia, che si limita a ripescare pigramente il catalogo dei Soft Machine; al contrario, SML ha mirabilmente portato avanti nel presente lo spirito di ricerca e l’eccezionale standard di eccellenza musicale del gruppo madre.

 Soft Machine – Il ritorno. (2016- )

Dal 2016 la band precedentemente nota come Soft Machine Legacy è stata da quel momento in poi chiamata “Soft Machine”. L’etichetta Legacy, mai richiesta per legge, è stata ufficialmente abbandonata. La band è stata in tour nel Regno Unito sia nel 2016 che nel 2017 e si è esibita anche in Italia, Macedonia, Francia, Belgio e Paesi Bassi. Nel 2018 la band è entrata nello studio di registrazione di Jon Hiseman per registrare il primo album a nome Soft Machine dopo 37 anni: “Hidden Details”.

Componenti:

John Etheridge (chitarra): Entrato a far parte dei Soft Machine nel 1975 per l’album “Softs” e poi per “Alive and Well”, da allora è il principale solista della band. Definito da Pat Metheny “Uno dei migliori chitarristi”, è molto richiesto e ha suonato anche con Caravan, Hawkwind, John Williams e Billy Cobham.

John Marshall (batteria): Il membro più longevo della band, si è unito ai Soft Machine nel 1972, ha suonato in metà di Soft Machine 5 e da allora è sempre stato al centro della band. John è stato anche membro dei gruppi spin off Soft Works, Soft Ware e Soft Machine Legacy e, oltre a essere un membro dei Soft Machine, ha una carriera illustre come uno dei migliori e più rispettati batteristi contemporanei, conquistata suonando con Jack Bruce, Nucleus, Eberhard Weber e John Surman.

Theo Travis (tastiere e fiati): Theo è entrato a far parte dei Soft Machine (Legacy) nel 2006, sostituendo il compianto Elton Dean. Suona i sax tenore e soprano, i flauti e il piano elettrico Fender Rhodes. Ha suonato e tenuto tournée con Gong, Robert Fripp, David Gilmour e David Sylvian.

Fred Thelonious Baker (basso): Fred Thelonious Baker è uno dei migliori bassisti britannici. Ha sostituito Roy Babbington nei Soft Machine nel gennaio 2022 ed è stato di fatto scelto da Roy come suo successore. Fred è forse più noto per aver suonato nella band di Phil Miller della scena di Canterbury “In Cahoots”. Ha suonato anche con molti musicisti e gruppi della scena di Canterbury, tra cui Pip Pyle, Elton Dean, Hugh Hopper. Baker ha suonato nel gruppo John Etheridge/Ric Sanders nei primi anni Ottanta. Ha anche lavorato con un proprio gruppo, il Fred Thelonious Baker Group, che ha registrato un album omonimo nel 1984.

Delirium International Progressive Group

Nati sul finire degli anni ’60 con il nome di Sagittari, i Delirium adottano la sigla definitiva con l’ingresso di Ivano Fossati, nel 1970. Nel 1971 realizzano il loro primo album “Dolce Acqua: morbide atmosfere acustiche, sognanti ballate in un’azzeccata miscela di rock, folk e jazz, con arrangiamenti arricchiti dal flauto di Ivano Fossati che avvicina il gruppo allo stile dei più famosi Jethro Tull di Ian Anderson. La notorietà del gruppo aumenta e l’anno dopo il gruppo partecipa al Festival di Sanremo con il brano “Jesahel” che diventerà un hit con milioni di copie vendute.
Nonostante l’abbandono di Fossati, i Delirium con l’ingaggio del flautista – sassofonista Inglese Martin Frederick Grice registrano “Lo Scemo e il Villaggio” con il quale il gruppo raggiunge la piena maturità artistica con uno splendido disco di Jazz Progressive.

Nel 1974 è la volta di “Delirium III Viaggio negli arcipelaghi del tempo”, il piu’ progressivo dei loro lavori nel quale viene impiegata una vera sezione di archi. Nel 1975 i Delirium si sciolgono.
Dopo molti anni di silenzio, nel 2001 il gruppo si ricongiunge grazie alla spinta di Pino Di Santo.
Nel 2006 realizzano il loro primo live “Vibrazioni Notturne” e nel 2009 l’album “il Nome del Vento”.
Nel 2014 il gruppo rivoluziona la formazione: per motivi familiari prima si ritira Pimo Di Santo (batterista), che viene sostituito da Alfredo Vandresi, grande professionista già batterista con Alberto Radius (Formula tre) esce poi Roberto Solinas (Chitarra e voce), che viene sostituito da Alessandro Corvaglia, già polistrumentista e voce del gruppo Prog”La Maschera DiCera”.

Dall’inizio 2014 entra infine nel gruppo il chitarrista Michele Cusato, pedina importante per la realizzazione del nuovo album ( “L’era della menzogna”), ultimato a maggio 2015 e uscito a dicembre anche in vinile per Black Widow Records.

In due ore e mezza di spettacolo, i Delirium raccontano la propria storia attraverso quarantacinque anni di percorso, dai festival pop a SanRemo (’70-’71-’72-’73) e moltissimi concerti in Italia ed all’estero (Germania,Olanda,Francia, Lituania).

“Presenteremo brani del nostro nuovo album” L’Era della menzogna” (BlackWidow Records): La formula del talento-il nodo-L’era della menzogna-Basta-La voce dell’anima-L’Angelo Del Fango- Come un tempo (Merlino) oltre ai brani  rock progressive Culto disarmonico-Villaggio(Lo scemo e il villaggio)- Kings Road (retro di Jesahel)-Johnny Sayre (Perdono -Dolce Acqua)- il dono (Viaggio negli arcipelaghi del tempo)”.

Delirium International Progressive Group

Componenti:
Ettore Vigo piano-tastiere- voce
Marti Grice flauto-sax-voce
Fabio Chighini basso ukulele voce
Alessandro Corvaglia chit. acustica-tastiere- voce solista
Alfredo Vandresi batteria-percussioni-voce
Michele Cusato chit. solista- voce

Il Padrone della Voce

Lo spettacolo artistico-musicale “Il Padrone della Voce” con Filippo Destrieri, computer e tastiere e Daniela Sassi, voce recitante, già dal titolo ricorda immediatamente Battiato e “La Voce del Padrone”. Durante lo spettacolo interpretato dal tastierista Filippo Destrieri, per vent’anni collaboratore del grande Franco Battiato in tutte le sue produzioni discografiche e concerti live, verrà illustrata la grande padronanza che Franco aveva delle proprie possibilità vocali.

Si tratta di un viaggio spazio-temporale di un’ora  e mezza  attraverso la Voce e la Musica “Prog” di Franco Battiato, partendo dai mitici anni ’70 .

“Abbiamo deciso di intraprendere questo antico progetto, che è appunto quello di rielaborare alcuni brani di Battiato dei mitici anni ’70, partendo dalle tracce della sua voce, quando, qualche anno fa, purtroppo realizzammo che non avrebbe mai più cantato…
Si tratta quindi di un dovuto e sentito omaggio alla meravigliosa e a dir poco miracolosa voce di Franco Battiato, un tributo dove canta solo lui, tramite l’esecuzione dal vivo di alcuni suoi brani, con la proiezione di diversi videoclip, alcuni abbinati ai brani stessi, impreziositi da  aneddoti sulla sua vita e letture, dove scopriremo, oltre che l’artista, un Battiato simpatico e affabile”.

ELENCO DEI BRANI :
Fetus 2:35   –   Una Cellula 4:53   –   Energia 3:31   –   E’ l’amore 0:34   –   Da Oriente a Occidente + Anafase 6:20   –   Meccanica 5:01   –   Areknames 4:23   –   Propiedad Prohibida 4:13   –   Aria di Rivoluzione 3:37   –   Pollution 4:48   –   Fenomenologia 3:17   –   Mutazione 3:26   –   No U Turn 2:53   –   Sequenze e Frequenze 3:18   –   Foreign Legion (Legione Straniera) 3:29

Ozric Tentacles Electronic

Gli Ozric Tentacles sono considerati una delle band più influenti emerse dalla scena dei festival del Regno Unito, gli Ozric Tentacles si sono formati durante il solstizio allo Stonehenge Free Festival del 1983 e sono diventati punti di riferimento psichedelici a Glastonbury e in altri festival.

La visione creativa del polistrumentista Ed Wynne, i paesaggi sonori unici e tristi degli Ozrics collegano i fan del rock progressivo, della psichedelia e della cultura della musica dance.

La formazione Ozric Tentacles Electronic comprende Ed Wynne e Silas Neptune, mche eseguiranno brani dell’ampio catalogo di Ozric Tentacles e brani del più recente album di Ozric Tentacles, Space For The Earth (K-Scope, 2020).

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