A little bird told me 🗓

PROTAGONISTE al Miela 2024
sabato 24 feb, ore 18.30

UN CONFRONTO SULLA PARITÀ DI GENERE

G.O.A.P Centro Antiviolenza di Trieste e Artifragili incontrano il pubblico Un incontro informale per parlare di violenza di genere con chi la contrasta quotidianamente: insieme alle operatrici del GOAP-Centro Antiviolenza di Trieste, parleremo dello spettacolo “A little bird told me” della compagnia Artifragili, con una particolare attenzione al tema del corpo di dolore, che si tramanda da generazioni, di donna in donna. Appuntamento al bar del Teatro Miela, davanti ad un buon bicchiere

PROTAGONISTE al Miela 2024
venerdì 23 e sabato 24 feb, ore 20.30

A little bird told me

NUOVO SPETTACOLO

A LITTLE BIRD TOLD ME
un progetto Artifragili
con Romina Colbasso e Veronica Dariol
drammaturgia Davide Rossi
aiuto regia Alejandro Bonn
musiche originali Davide Rossi
una produzione G.O.A.P. (Centro Antiviolenza di Trieste), Artifragili e Bonawentura

Due giovani donne, la vecchia casa della nonna da svuotare.
Soprammobili impolverati, scatoloni, vestiti, fotografie: cosa si tiene e cosa si scarta?
È difficile decidere cosa fare quando si maneggiano i ricordi della propria infanzia. Ma saranno proprio quegli oggetti, quelle inezie, a diventare indizi di una storia di indicibile violenza. Partendo dal testo “Una giuria di sole donne” di Susan Glaspell, la compagnia Artifragili indaga il corpo di dolore che si tramanda da generazioni, di donna in donna, e le radici della violenza di genere, immaginando una soluzione che passi dalla sorellanza.Lo spettacolo ricerca un coinvolgimento emotivo del pubblico, utilizzando un linguaggio pop e allo stesso tempo poetico.
Si vuole dar voce ai pensieri, ai turbamenti, ai tabù della condizione femminile contemporanea, in dialogo con la condizione femminile del passato, chiedendosi cos’è cambiato e che cosa è rimasto.
In scena due attrici, circondate da tanti piccoli oggetti: stoviglie, giocattoli, soprammobili, vestiti. Inezie.
Il pubblico sarà accolto in un’atmosfera intima, “come se fosse a casa sua”, per essere condotto in un viaggio che lo porterà a chiedersi “e io che cosa posso fare nel mio piccolo per contribuire alla parità di genere?
Partendo dal testo “Una giuria di sole donne” di Susan Glaspell, la compagnia Artifragili indaga il corpo di dolore che si tramanda da generazioni, di donna in donna.
Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle
19.00. www.vivaticket.com

LAURA PORETTI RIZMAN intervista ROMINA COLBASSO e VERONICA DARIOL

LPR: Buongiorno a Romina Colbasso. I lettori di Freaksonline hanno avuto modo di leggere in merito al suo lavoro grazie alla sua partecipazione agli eventi Secondo Riccardo, Dinosaur World Live, Peachum, Valzer per un mentalista, I Miserabili e la Memoria e la scelta, ma il suo lavoro di attrice l’ha vista impegnata anche al cinema in lungometraggi e cortometraggi ed alla televisione. Ci racconta come è entrata nel progetto Artifragili?

Romina Colbasso: Buongiorno a tuttə! E’ vero, nel mio percorso lavorativo mi sono spesso interfacciata con grandi produzioni, sia teatrali che cinematografiche, in cui il mio ruolo è stato quello di attrice e interprete.

Collaborare con Artifragili, compagnia teatrale indipendente interamente gestita da giovani professionistə, è un’occasione che mi ha permesso di occuparmi dell’intero processo creativo e organizzativo, di affrontare sfide che vanno oltre l’essere una pura interprete e avere la soddisfazione di poter seguire progetti culturali dal momento in cui nascono a quando poi incontrano il pubblico. E’ affascinante (e spesso difficile da comprendere dall’esterno) quanta dedizione e impegno siano necessari a una piccola compagnia indipendente per costruire un progetto teatrale.

Poter avere un’ indipendenza creativa non solo non è per nulla scontato nel sistema teatrale italiano, ma mi ha inoltre permesso di portare in scena temi e istanze che sono sempre sinceramente collegate con il mio pensiero artistico.

Per questo far parte di Artifragili è per me fonte di infinita soddisfazione e divertimento: posso collaborare con miei coetanei che stimo e, lavorando nello specifico sul territorio di Trieste, sento di restituire qualcosa alla città in cui sono cresciuta.

LPR: Me l’ha detto un uccellino è una frase che si usa spesso, nella tradizione popolare, per far capire all’altro che si sa qualcosa che lo riguarda e che magari l’altro non vuole raccontare.
Quante cose dell’altro, riusciremo a scoprire in questo spettacolo?

Romina Colbasso: Ci piaceva giocare con il modo di dire “un uccellino mi ha detto” per il titolo del nostro nuovo spettacolo, perché in effetti sarà proprio un uccellino, una cinciallegra – che compare sia del racconto di Susan Glaspell che nella nostra riscrittura – a permetterci di risolvere lo snodo centrale della trama, sciogliere il bandolo della matassa e trovare una soluzione.

E soprattutto perché questa frase sembra racchiudere dentro di sé il senso di qualcosa di segreto, profondo e forse inconfessabile che è molto simile alla sensazione del corpo di dolore che indaghiamo in scena: quella sensazione indefinibile che si tramanda da generazioni, di donna in donna.

Speriamo il nostro spettacolo riesca a stimolare una riflessione sulla violenza di genere e che sia in grado di generare un’apertura all’ ascolto dell’altrə, provando a immaginare una soluzione che passi anche dalla sorellanza.

LPR: Il testo è liberamente ispirato a “Una giuria di sole donne” di Susan Glaspell, che è stata una scrittrice, giornalista e drammaturga statunitense del 1876. Come può essere attuale un testo scritto duecento anni fa quando il mondo del potere apparteneva esclusivamente al genere maschile? (ovviamente è una domanda tristemente sarcastica)

Romina Colbasso: Abbiamo letto “Una Giuria di sole donne” di S. Glaspell su consiglio di Tania Grimaldi, attivista che collabora con il Goap Centro Antiviolenza di Trieste, e siamo subito rimastə senza parole: il racconto, pur essendo ambientato nell’America rurale di inizio Novecento, è attualissimo.

E’ un magistrale poliziesco scritto nel 1917 che costituì per i primi movimenti femministi degli anni Settanta un testo fondamentale.

Al centro della trama c’è l’omicidio di un uomo e la principale sospettata è la moglie: per la prima volta nella storia del genere crime, sono due donne a risolvere il caso, trionfando non malgrado i ruoli in cui sono costrette, ma grazie a questi, prendendosi una rivincita sulle grossolanità dei maschi.

Crediamo che la società di oggi abbia bisogno di sentire questa storia perché, siamo sincerə, la parità di genere è un miraggio ancora lontano: il Global Gender Gap Report 2022 del World Economic Forum, afferma che, al ritmo attuale, ci vorranno 132 anni per raggiungere la parità di genere a livello globale.

Ecco che forse dobbiamo riconoscere che siamo più vicinə a ciò che poteva essere nel 1917 che a ciò che sarà nel 2154 e che è oggi che dobbiamo mobilitarci per favorire il cambiamento.

LPR: Buongiorno a Veronica Dariol, attrice derivante dall’Accademia Nico Pepe. Ha partecipato agli spettacoli Secondo Riccardo, Tre sull’altalena, Dalla carne alle Ossa, Let’s play, Aperipupkin, Speed date,  Il barbiere di Trieste, Spaesati, Fake Dante, DAD. In quale di questi lavori ha provato di sperimentare la strada più confacente alla sua arte?

Veronica Dariol: Sicuramente i lavori che ho costruito assieme ad Artifragili. Mi permettono di costruirmi un’identità dal punto di vista artistico in assoluta libertà e grazie al confronto e all’appoggio di colleghi e colleghe che stimo molto e con cui ho scelto di lavorare.

LPR: Ci può raccontare come è arrivata ad Artifragili? 

Veronica Dariol: Collaboro con Artifragili da quando è nata e con i fondatori da ancora prima: abbiamo condiviso il percorso accademico in Nico Pepe a Udine. Ho sempre creduto molto nel progetto e nel 2021 mi è stato proposto di diventare un membro a pieno titolo. Ed eccomi qui con tutti gli oneri e gli onori!

Ci sono stati momenti nei quali ha rivisto una parte di se in questo spettacolo, nonostante la sua giovane età ma la già nutrita esperienza teatrale?

Veronica Dariol: Per scrivere il testo di questo spettacolo siamo partitə da immagini, riflessioni, improvvisazioni anche molto personali, abbiamo messo tutto in un grande calderone e poi il drammaturgo Davide Rossi ha tirato le fila del discorso. Abbiamo esplorato il tema del “corpo di dolore” di cui tutte le donne fanno esperienza, purtroppo anche in giovane età. Sicuramente c’è molto di personale, sia mio sia di Romina Colbasso, ma anche di Davide Rossi e di Alejandro Bonn (il cui apporto dal punto di vista registico è stato fondamentale).

Ci piace pensare che dalla disparità di genere possiamo uscire solo tutti e tutte assieme.

LPR: Ad entrambe chiedo di poter condividere con un’espressione personale il gran lavoro fatto dal Goap, Centro antiviolenza che  offre alle donne vittime di violenza e ai/alle loro figli/e servizi e spazi dedicati e adeguatamente protetti, anonimato e riservatezza. A tutte le donne viene fornito sostegno specifico per uscire dalla violenza e superarne le conseguenze traumatiche, riconquistare la propria autonomia e autodeterminazione. Al Centro potrai trovare informazioni, accoglienza, ascolto, consulenze legali, ospitalità nelle case rifugio, corsi di autostima ed empowerment e che ha scelto di appoggiare questo progetto all’interno di una rassegna davvero prestigiosa in questo cartellone di PROTAGONISTE al Teatro Miela.

Veronica Dariol: Per me questa collaborazione con il Goap significa soprattutto responsabilità: il centro antiviolenza fa un grande lavoro sul nostro territorio e noi vogliamo farci un po’ megafono per portare il dibattito sulla violenza e la disparità di genere a persone che magari non si interesserebbero al tema.

Romina Colbasso: Mi sento di ringraziare profondamente il Goap, Centro Antiviolenza, senza il cui sostegno lo spettacolo “A Little Bird Told Me” non avrebbe visto la luce.

Questa collaborazione è una grande occasione per Artifragili e sono lusingata dal fatto che una realtà di fondamentale importanza per la città di Trieste come il Goap, in cui lavorano professioniste competenti e preparate, abbia deciso di integrare alle sue innumerevoli attività divulgative e di prevenzione anche il nostro spettacolo. A teatro infatti si ha l’occasione di creare un dialogo con il pubblico e siamo fieri di farlo provando ad essere portavoci delle istanze del Goap. Speriamo che uscitə dalla sala, le persone abbiano una maggior consapevolezza sulle questioni di genere e perché no, decidano di sostenere attivamente il Goap.

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