Ab hoc et ab hac

Intervista a Daniele Parisi

LPR:  Buongiorno a Daniele Parisi, al quale chiedo di presentarsi ai nostri

lettori.

Daniele Parisi:  Ciao a tutti mi chiamo Daniele e faccio l’attore e l’autore. Sono
nato a Ciampino fra Roma e i Castelli Romani, a metà strada. La mia
adolescenza è legata ai Castelli Romani, il lavoro a Roma, gli affetti
a metà strada. Da qualche anno ho iniziato a scrivere e realizzare i
miei spettacoli, nessuno riesce a collocarmi. Nel cabaret dicono che
faccio teatro, in teatro mi dicono che faccio cabaret. Mi sto
abituando a vivere così, a metà strada.

LPR:  Pluripremiato ed eccentrico attore e autore. Che differenza c’è per lei

nella recitazione da strada, sul palcoscenico o dietro una cinepresa?

Daniele Parisi: In teatro si cerca di creare una finzione vera. Al cinema una vera
finzione. In strada…una cosa a metà, a metà strada.

LPR:  I più grandi scrittori e poeti si sono cimentati sul senso di

smarrimento: il suo personaggio ne è pervaso. Per lei, Daniele Parisi, cosa

vuol dire smarrirsi?

Daniele Parisi: Forse creare un linguaggio altro, una realtà scenica, una verità
scenica. Se si riesce ad andarsene altrove ci si può dimenticare di se
stessi, facendosi lo sgambetto sul più bello. Credo che quando si ha
il coraggio di cadere allora ci si può smarrire.

LPR:  E’ la prima volta che viene nella nostra città?

Daniele Parisi: Sì, sono molto contento e spero sia la prima di tante altre volte.

LPR:  Ringraziandola per il suo tempo, le chiedo quali sono i suoi progetti

futuri.

Daniele Parisi: Grazie a voi! Al momento sto lavorando al nuovo spettacolo, sono
ancora nella fase embrionale, spero di debuttare prima della fine del
2017.

Laura Poretti Rizman

foto fornita da Miela\Bonawentura

Giovedì  2 febbraio ore 21.00 Teatro Miela
ON/OFF
AB HOC ET AB HAC
di Daniele Parisi

Spettacolo pluripremiato dall’eccentrico e talentuoso attore e autore, protagonista del film “Orecchie” di Alessandro Aronadio all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.

Nella sala d’aspetto di un pronto soccorso, uno con gli organi spostati, uno che odia la primavera e uno con il gomito del tennista, aspettano di essere visitati. Ivano prende le pillole. Lo psicosomatico salta la corda per il problema della malattia della pancia. Un uomo chiede cos’è l’amore, un vecchio gli risponde. Un chirurgo vuole assolutamente operare qualcuno. Il portiere di un palazzo stende i panni e due calzettoni si interrogano circa gli psicofarmaci. Un vecchio signore esalta ancora la sua potenza sessuale.  I personaggi si avvicendano così uno dopo l’altro, parlano in una sala d’aspetto di un pronto soccorso, gridano in mezzo alla strada o dal balcone di un palazzo. L’elemento musicale e ritmico – fornito dalla registrazione dal vivo di loop vocali – dialoga con personaggi che spuntano dal basso, appaiono a mezzo busto, si cambiano d’abito, mutano corpo e voce. Un gioco al massacro in cui attraverso la combinazione del riso e dell’orrore, si entra in un universo assurdo, un mondo decaduto che di fronte alla malattia smarrisce il suo principio razionale, divenendo inconsapevolmente ridicolo.

Ne ha scritto Lucia Medri: “Da questo e da questa” è la traduzione di

, titolo dell’ultimo spettacolo del folle e irriverente attore Daniele Parisi – secondo classificato al concorso “Autori nel cassetto, attori sul comò”. Letteralmente un discorso confuso, senza struttura e articolato in un susseguirsi di situazioni paradossali, gag comiche e battute reiterate, inserite in un flusso di pensieri e invettive che ruotano attorno al concetto di malattia, la bestia nera dell’uomo moderno. Temuta, condannata e denigrata a colpi di pillole antidepressive e consigli per la prevenzione. Solo in scena, l’attore dà vita a una serie di personaggi diversi e al limite del grottesco e mette in scena con l’aiuto di pochi oggetti, di un microfono e un campionatore, una drammaturgia dell’ l’ipocondria agita con estrema cura di dettagli, mantenendo l’attenzione del pubblico viva per tutta la durata di questo “one man psico show”. Con precisione quasi chirurgica e senza scadere in moralismi, l’attore riesce a instillare a piccole gocce – come fossero quelle di un collirio per le allergie – una riflessione sulle paranoie di una civiltà in preda alla paura della malattia e con il mito dell’immortalità, che riflessa nelle sue innumerevoli ansie si scopre un po’ malata sì, ma di umana e sana follia.
LuciaMedri – Twitter @LuciaMedri

*Premio della Critica MarteLive 2014, Premio Isla de Margarita off art festiva l (Teatro Lo Spazio – Roma), Secondo classificato “Autori nel cassetto” (Teatro Lo Spazio – Roma),- Spettacolo selezionato al Torino Fringe Festival 2014


Prevendita c/o biglietteria del teatro tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. www.vivaticket.it, http://www.vivaticket.it/ita/event/ab-hoc-et-ab-hac/94018

organizzazione: Bonawentura

Spettacolo pluripremiato dall’eccentrico e talentuoso attore e autore, protagonista del film “Orecchie” di Alessandro Aronadio all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.

Nella sala d’aspetto di un pronto soccorso, uno con gli organi spostati, uno che odia la primavera e uno con il gomito del tennista, aspettano di essere visitati. Ivano prende le pillole. Lo psicosomatico salta la corda per il problema della malattia della pancia. Un uomo chiede cos’è l’amore, un vecchio gli risponde. Un chirurgo vuole assolutamente operare qualcuno. Il portiere di un palazzo stende i panni e due calzettoni si interrogano circa gli psicofarmaci. Un vecchio signore esalta ancora la sua potenza sessuale.  I personaggi si avvicendano così uno dopo l’altro, parlano in una sala d’aspetto di un pronto soccorso, gridano in mezzo alla strada o dal balcone di un palazzo. L’elemento musicale e ritmico – fornito dalla registrazione dal vivo di loop vocali – dialoga con personaggi che spuntano dal basso, appaiono a mezzo busto, si cambiano d’abito, mutano corpo e voce. Un gioco al massacro in cui attraverso la combinazione del riso e dell’orrore, si entra in un universo assurdo, un mondo decaduto che di fronte alla malattia smarrisce il suo principio razionale, divenendo inconsapevolmente ridicolo.

Ne ha scritto Lucia Medri: “Da questo e da questa” è la traduzione di Ab hoc et ab hac, titolo dell’ultimo spettacolo del folle e irriverente attore Daniele Parisi – secondo classificato al concorso “Autori nel cassetto, attori sul comò”. Letteralmente un discorso confuso, senza struttura e articolato in un susseguirsi di situazioni paradossali, gag comiche e battute reiterate, inserite in un flusso di pensieri e invettive che ruotano attorno al concetto di malattia, la bestia nera dell’uomo moderno. Temuta, condannata e denigrata a colpi di pillole antidepressive e consigli per la prevenzione. Solo in scena, l’attore dà vita a una serie di personaggi diversi e al limite del grottesco e mette in scena con l’aiuto di pochi oggetti, di un microfono e un campionatore, una drammaturgia dell’ l’ipocondria agita con estrema cura di dettagli, mantenendo l’attenzione del pubblico viva per tutta la durata di questo “one man psico show”. Con precisione quasi chirurgica e senza scadere in moralismi, l’attore riesce a instillare a piccole gocce – come fossero quelle di un collirio per le allergie – una riflessione sulle paranoie di una civiltà in preda alla paura della malattia e con il mito dell’immortalità, che riflessa nelle sue innumerevoli ansie si scopre un po’ malata sì, ma di umana e sana follia.
LuciaMedri – Twitter @LuciaMedri

*Premio della Critica MarteLive 2014, Premio Isla de Margarita off art festiva l (Teatro Lo Spazio – Roma), Secondo classificato “Autori nel cassetto” (Teatro Lo Spazio – Roma),- Spettacolo selezionato al Torino Fringe Festival 2014


Prevendita c/o biglietteria del teatro tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. www.vivaticket.it, http://www.vivaticket.it/ita/event/ab-hoc-et-ab-hac/94018

organizzazione: Bonawentura

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